Mese: Ottobre 2017

1° Novembre 2017 Alla conquista del Castello Normanno di Stilo (RC)

Ritorna il nostro consueto appuntamento alla ricerca della bellezza e dei panorami mozzafiato del nostro territorio, Mecoledì 1 Novembre Kalabria Experience vi propone uno straordinario viaggio alla scoperta del Castello Normanno di Stilo recentemente restaurato e reduce dal premio BMTA 2017.

Una passeggiata che vedrà protagonista lo scenario incantevole della vallata dello stilaro, sul monte Consolino dove si erge maestoso questo Castello oggi visitabile. Qui si potrà ammirare un straordinario panorama a 360° sull’intera vallata  dello Stilaro e sul borgo di Stilo (uno dei borghi più belli d’Italia), l’occasione sarà anche buona per visitare la celebre Cattolica di Stilo e parte del centro storico con la sua caratteristica Porta Stefanina e la storica Fontana della Gebbia.

Per questa tappa è stato indetto un contest fotografico organizzato con noi da @IGreggiocalabria dal titolo hashtag #ig_stilo, che selezionerà le immagini più belle della giornata e verranno distribuite su tutte le piattaforme network di tutto il mondo. Un modo per valorizzare insieme il territorio attraverso gli scatti con le macchine fotografiche, smartphone, teblet ecc…

In questa ennesima avventura sarà presente il team di Calabria 360° per Google maps!

 

PROGRAMMA:

ORE 07:30 Partenza da Brancaleone (via Jonica)

ORE 09:30circa incontro/raduno dei partecipanti a Stilo (Piazza San Francesco)

ORE 09:45 Parcheggio automobili presso il piazzale del cimitero e risalita verso il Monte Consolino con visita guidata al castello.

ORE 11:30 Ridiscesa dal castello (prendendo il sentiero della via crucis con arrivo nei pressi della Cattolica)

ORE 12:30 Pranzo a sacco a cura dei partecipanti

ORE 14:30 Visita alla Cattolica di Stilo.

ORE 15:30 Visita al centro storico di Stilo – Porta Stefanina- fontana della Gebbia e bottega d’arte

ORE 16:30 circa saluti e rientro a casa

 

NOTE TECNICHE DI VIAGGIO:

 

ESCURSIONE DI TIPO: T (turistica) per la facilità del percorso di andata e zona centro storico.

E (escursionistica per le rilevanti pendenze e soprattutto per il tratto del ritorno)

LIVELLO DI DIFFICOLTA’: MEDIA

DISLIVELLO: 220mt circa

PERCORSO: Ad anello su strada sterrata e sentiero a tratti sdrucciolevole (in salita e in discesa)

ACQUA SUL PERCORSO: No

DISTANZA COMPLESSIVA :  in totale 5,5KM circa A/R

 

COSTI:

Quota di partecipazione: 5€ per le attività dell’associazione

Quota ingresso alla Cattolica: 3,00€ (intero) 1,50€ (ridotto) a carico dei partecipanti

Per chi volesse usufruire del bus navetta con partenza da San Lorenzo Marina e fermate lungo i paesi della costa jonica è pregato di contattarci urgentemente entro giorno 30 Ottobre, il costo è di 20€ (max 8 posti)

 

N.B.

Non è prevista alcuna formula assicurativa, per tanto ognuno partecipa a titolo personale esonerando l’organizzazione da ogni responsabilità civile o penale derivante dalle attività previste dal programma per la giornata.

 

CONSIGLIAMO:

Scarpe da Trekking o da ginnastica (non suola liscia), cappellino, occhiali da sole, giacca a vento, impermeabile, scorta d’acqua (almeno 1,5lt), barrette energetiche, pranzo/spuntino per il pranzo, indumenti di ricambio (da lasciare in auto).

 

PRENOTAZIONI:

Obbligatoria entro il 30 ottobre 2017 ore 20:00 previo rilascio di nominativi dei partecipanti AL NUMERO 347-0844564 (le prenotazioni si effettuano solo per telefonata).

 

BUON VIAGGIO!!!

VIDEO DI RAFFAELE MONTEPAONE

 

Conosciamo la Pteris Palizzensis Stranges!

La Pteris Longifolia, è una felce tropicale e sub tropicale, attualmente vegeta nei paesi caldi del mondo. In Italia è stata segnalata in passato in Sicilia e Calabria.
A Pombinale di Palizzi, in ambiente stillicidioso è stata trovata dal naturalista Sebastiano Stranges, una specie che presenta caratteri diversi dalla specie conosciuta.

Le differenze sono, sia macroscopiche che microscopiche.

Caratteri morfologici specie conosciuta:
Altezza fino a 50cm.
Pinne alternate sul rachide in N° 23.
Sori non tutti fertili, contenuti nelle pinne prossime all’apice.
Specie di Palizzi (RC)
Altezza fino a 270cm.
Pinne fino a 97cm. tutte sporifere, comprese le basali hanno spore 4 volte più grandi.

Il nome provvisorio della Pteris di Palizzi è “Pteris palizzensis Stranges” (Vedi: natura 2000-elenco cartografia aree SIC- Sebastiano Stranges “UNA NUOVA STAZIONE DI FELCI TROPICALI IN ITALIA”).

Pteris Palizzensis Stranges.

Vegeta in Calabria zona Palizzi loc. Pombinale

Specie RARISSIMA!

SE VERRAI IN ASPROMONTE…

Se verrai in Aspromonte, 

non dire il tuo nome, non serve…;

… vi entrerai, invece, senza annunziarti,
e ascolterai una conversazione già da tempo avviata,
come se una intelligenza nativa ti accogliesse e ti riconoscesse.

Se verrai in Aspromonte,
non entrerai nella stanza buona…
… ma in cucina, dove si impasta il pane,
dove il grano e l’acqua, ancora, uniscono le permanenze di antiche civiltà e mitiche tradizioni
che superano di molti millenni i peccati dell’ultima generazione.

Vi è qualcosa di ancestrale, nella montagna d’Aspromonte,
nel suo ordine e nella sua bellezza, nelle sue diverse altezze e nella qualità della sua luce;
è un racconto di pura mitopoiesi che ti inoltra in una emozione essenziale, inesprimibile,
che pare voglia mostrarti l’intero cammino dell’umanità.

Si sollevarono dagli abissi marini, le alture dell’Aspromonte,
per testimoniare, oggi, adiacenze geologiche ed epoche sovraimposte;
vi comprenderai la gerarchia genuina e vergine della natura…
… la roccia è la più antica;
poi vennero gli alberi e le piante, la prima forma di vita;
vennero allora gli animali, e, tra questi, per ultimo, l’uomo.

È un inventario dell’universo, l’Aspromonte,l a prima officina di Dio, dove ancora si respira l’atto caldo della creazione;

è quasi una preghiera inespressa, una religione che si perpetua,
… e il tempo dell’uomo è quello della pietra e dell’acqua, e lo sarà per sempre.

E quando avrai finito di masticare il pane, in Aspromonte,
osserva l’antica miniatura dei millenni chiusa nell’indole e nei gesti della gente;
osserva come si cammina…; i piedi sembra che ragionino;
essi hanno una memoria, come se ricordassero ogni sentiero…
vi appoggiano la pianta sulla terra, come in uno stampo…
vi riconoscerai lo stimma, calcandolo, ed esso ti segnerà l’andatura.

Se coglierai ed appurerai queste remote metafore dell’Aspromonte,
in pochi tratti, conterrai nella mente la senescenza culturale della montagna, che,
con opportunità geografica e geologica, si appoggia sul mare,
dove sorsero i primi esperimenti di dialogo e di comunione tra popoli lontani e affini,
tra razze e religioni distanti e simili.

africo bianco e nero

Se parlerai con la gente, in Aspromonte,
non stupirti della lingua…
… queste parole anticiparono quelle di Omero,
e, ancora oggi, narrano e cantano versi e poesie lontanissimi;
nel pastore, poi, riconoscerai le scritture di Corrado Alvaro, di Fortunato Seminara,
di Francesco Perri, di Saverio Strati, di Mario La Cava, di Domenico Giampaolo,
o la febbre filosofica di Campanella;
distinguerai le visioni di monaci e abati,
come Barlaam, che insegnò il greco a Petrarca,
o Gioacchino da Fiore che illuminò la cultura europea.

Se verrai qui, in Aspromonte,
guarda il cielo, ove tacciono ogni tempesta e ogni tumulto;
poi guarda nella bassura, nella valle profonda,
dove Persefone cedette il trono alla nostra Madonna, Madre mediterranea.

Se verrai in Aspromonte…
… col bastone dello studioso o del pellegrino,
porta con te un bambino e una preghiera;
digli cosa sia la verità…
… che allontana la morte di una civiltà e spegne ogni dolore.

SE VERRAI IN ASPROMONTE…

… NOI VERREMO CON TE.

Di Giuseppe Bombino

Riflessione; La Calabria, parafrasando M. Kundera.

Dall’antichissimo nome della Calabria  “terra dei grassi vitelli” prese il nome tutta la penisola: Italia.

Una terra di meditazione tant’è vero che lo stesso Telesio e Campanella credettero nel sensismo e nel fatto che la Calabria avesse una’anima tutta sua, diversa da quelle delle altre regioni.

Una regione tanto affascinante quanto travagliata. Caratterizzata da un passato di incursioni barbariche, eventi catastrofici come i violenti terremoti distruttivi che hanno indotto le popolazioni, già messe a dura prova dalle condizioni economiche, a vivere nella paura.

Ricordiamo il violentissimo terremoto del 1783, del 1907 con epicentro a Ferruzzano e del 1908 che distrusse Reggio e Messina.

A seguito soprattutto di questi eventi, le popolazioni iniziarono ad abbandonare i paesi di collina per costruire nelle zone costiere, ritenute più sicure. Inizia da allora quello che poi diviene un vero e proprio esodo di massa alla ricerca di nuove mete per garantire un futuro a se stessi ed alle proprie famiglie.  Era quello il tempo in cui tutto si faceva con la forza delle braccia.

Oggi restano a testimonianza di quel passato borghi desolati che raccontano di storie e leggende che catturano lo sguardo e la mente di chi li osserva. La Calabria è terra di storia, di arte e di cultura e, anche se il tempo scorre inesorabilmente, non si possono seppellire quelle origini da cui noi tutti discendiamo.

Scriveva Milan Kundera: “per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria! Si distruggono i libri, la loro cultura, la loro storia…. per far dimenticare quel che è stato”.

Ma chi ama la propria terra non dimentica!

by Cristian Politanò

 

(Cristian Politanò classe 1982  è giovane Calabrese laureato in Scienze Economiche, attualmente risiede in Calabria, ha un forte legame con la nostra  terra e uno smisurato amore verso la natura infatti nel suo tempo libero coltiva la sua passione per le escursioni in  mountain-bike in lungo e in largo nell’Aspromonte Greco, regalando ai social splendidi scatti che realizza con il suo smartphone).

ORA SOLARE: il 29 Ottobre lancette indietro!

Con il mese di Ottobre ritorna il cambio dell’ora, da legale a solare: lancette indietro di un’ora tra il 28 e il 29 Ottobre.

Solo per la notte di Domenica dormiremo tutti un’ora in più. VANTAGGI immediati: al mattino la luca arriverà prima; SVANTAGGI immediati: il sole tramonterà prima.

L’ORA SOLARE NEL BELPAESE, DA QUANDO A FINE OTTOBRE? – In Italia l’ora legale nasce come misura di guerra nel 1916, rimanendo in uso fino al 1920.

Durante la seconda guerra mondialefu abolita e reintrodotta diverse volte, fu stabilita definitivamente per legge solo nel 1965 e dall’anno successivo è un appuntamento fisso di ogni anno, anche se fino al 1980 durava solo 4 mesi. 
La sua durata è stata prolungata infine di qualche altra settimana nel 1996. 

PERCHE’ SI CAMBIA? – Molti si chiederanno qual’è la motivazione dell’introduzione dell’ora legale e del suo continuo avvicendamento con l’ora solare: ricordiamo che il passaggio tra ora legale ed ora solare è legato a questioni che riguardano il risparmio energetico, pur andando ad incidere su quasi tutte le abitudini dei cittadini.

Un’altro motivo, non meno importante risiede nel fatto che mantenendo l’ora legale anche nei periodi invernali, al mattino sarebbe troppo buio. 

RISCHI GRAVI PER LA SALUTE? – Tra favorevoli e contrari al cambio d’ora, tutti sono concordi nell’affermare che il cambiamento dell’ora, specie nel ritorno all’ora legale, provoca parecchi fastidi al nostro organismo: insonnia, difficoltà di adattamento al nuovo orario e una generale sensazione di stanchezza.

Aldilà di questi disturbi transitori, secondo alcuni ricercatori esiste una correlazione tra il cambio dell’ora e l’aumento del numero degli infarti.

Uno studio dell’Università del Michigan afferma che il Lunedì successivo al cambiamento dell’orario in primavera coincide con un aumento dei casi di infarto, circa il 25 per cento in più rispetto alla norma.

QUALCHE CENNO STORICO  Come si è arrivati storicamente alla decisione del cambio, a un certo punto dell’anno, dell’ora legale in provvisoria sostituzione dell’ora solare? Era il 1784 quando Benjamin Franklin pubblicò sul quotidiano francese Journal de Paris un’idea fondata sul concetto di risparmio energetico. Passò, però, più di un secolo prima che, nel 1907, il progetto di Franklin venne ripreso da un costruttore inglese, William Willet.

Questa volta la nuova proposta trovò più consensi dovuti alla situazione di grandi ristrettezze economiche che la guerra procurò da lì a breve e allora nel 1916 la Camera dei Lord inglese diede il via libera per quello che poi sarebbe diventato il cambio ora legale (all’inizio lo spostamento in avanti delle lancette avvenne in estate).

Fonte: www.ilmeteo.it 


 

Cosa fare in caso di morso di vipera

Cosa fare in caso di morso di vipera.

La vipera è l’unico animale velenoso presente in Italia e, durante un escursione in montagna, non è poi così raro imbatterci.
Per fortuna le vipere sono animali pacifici, schivi e timorosi che mordono solo se vengono importunati. Inoltre questi serpenti sono animali sordi che però reagiscono alle vibrazioni del terreno, infatti di solito basta un minimo rumore per farla allontanare e fuggire.
Innanzitutto come si riconosce una vipera? La caratteristica principale che la contraddistingue dai suoi simili è senza dubbio la testa, infatti la sua forma triangolare, leggermente schiacciata caratterizza questo serpente. Oltre a ciò le sue pupille sono verticali e non rotonde come le altre specie di serpenti presenti in Italia. La sua lunghezza può arrivare a massimo un metro e la colorazione può variare dal marrone al grigio. Lungo il dorsocorre un disegno di colore più scuro somigliante a una linea zig zag o una serie di rombi uniti.
Il morso di vipera è meno mortale di quanto comunemente si crede ma non va assolutamente sottovalutato, sopratutto a bambini e anziani dove il rapporto peso/veleno iniettato è più alto.
Comunque le statistiche affermano che nella maggior parte dei Paesi Europei si verifica un decesso ogni 1-5 anni  in media a causa di un morso, un numero piuttosto basso rispetto alla totalità dei morsi.

Principali sintomi del morso di vipera:

  • Appena morsi si verifica un dolore intenso nella zona colpita accompagnato da gonfiore ed emorragia.
  • Dopo circa trenta minuti, un ora possono manifestarsi senso di vertigini, cefalea, una riduzione della pressione arteriosa, tachicardia, vomito e diarrea. In casi particolarmente gravi si ha anche una difficoltà respiratoria. Uno dei primi segnali della gravità della situazione è data dal fatto che la vittima ha difficoltà a  mantenere le palpebre aperte a causa dell’interessamento del sistema nervoso.

Cosa fare in caso di morso di vipera:

  • La cosa fondamentale se non la più importante è riuscire a mantenere la calma e tranquillizzare la vittima facendola sdraiare in modo da impedire al veleno di diffondersi più velocemente possibile. E’ molto utile spremere la ferita per far fuoriuscire più veleno possibile.
  • Se la parte colpita è un arto bisogna stringere con un laccio la parte più a monte del morso, all’incirca a 5 cm. Dev’essere stretta in modo da bloccare la circolazione linfatica ma non quella sanguina, quindi dopo aver stretto si deve riuscir a sentire il battito cardiaco nella parte opposta.
  • Ridurre al minimo i movimenti e se possibile steccare l’arto e fare in modo che la zona colpita rimanga più bassa rispetto al cuore.
  • Per aspirare il veleno esistono in commercio delle apposite coppette aspiratrici che sarebbe opportuno e saggio mantenere nello zaino. (VEDI FINE DEL POST)
  • Per lavare la ferita usare dell’acqua, assolutamente no con l’alcol.
Se il tutto viene fatto in modo efficace, i sintomi vengono ritardati da un’ora ad anche 6 ore circa.

Cosa assolutamente NON fare:

  • NON fare agitare la vittima.
  • NON farla muovere.
  • NON sollevare per nessun motivo l’arto colpiti con cuscini o altri supporti.
  • NON cercare di incidere o succhiare il veleno con la bocca in quanto basta veramente poco per essere infettati.
  • NON somministrare il siero antivipera in quanto si rischia lo shock anafilattico. E’ una scelta che deve prendere il personale medico.
  • NON pulire la ferita con l’alcool in quanto col veleno forma dei composti tossici.
Per prevenire un morso di una vipera è meglio evitare di scegliere magari per un pranzetto di montagna zone pietrose esposte al sole. In ogni caso fare rumore con i bastoni per spaventarle.
Non spostare sassi e indossare calzature adatte che limitano le conseguenze di un morso.
Fonte: www.amicidelvajolet.it

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