L’eruzione del monte Etna in Sicilia da spettacolo, provoca anche disastri, ma d’altronde gli abitanti della vicina sicilia sanno conviverci.

Anche se questo straordinario vulcano ha sede nella terra di sicilia, in un certo senso anche i Reggini (sul lato jonico) convivono con questa presenza inquieta ed affascinante allo stesso tempo, che a volte da spettacolo di se in tutte le sue svariate forme.

L’eruzione di Natale 2018 (come verrà ricordata) è stata davvero incredibile, una nuova bocca si è aperta sul cratere di Nord-Est la mattina del 24 Dicembre ed ha cominciato a sputare cenere vulcanica in cielo, tanto da regalarci straordinari tramonti che abbiamo ampiamente documentato grazie agli utenti del web che hanno postato delle foto davvero belle VEDI QUI 

Anche stavolta le straordinarie immagini del vulcano che continua a “fumare” dal giorno di Natale, non smettono di incantare la costa jonica e gli utenti del web, ci regalano ogni giorno straordinarie immagini che stanno facendo il giro del mondo.

Il vulcano Etna o Mongibello è uno dei “monumenti naturali” che caratterizzano lo stretto, e caratterizza il paesaggio del basso-jonio che va da Scilla a Palizzi Marina, sia che si tratti dell’innevamento, sia che si tratti di un attività eruttiva l’immagine dell’Etna è sempre una delle figure più fotografate ed amate nel mondo!

Ecco alcuni dei meravigliosi scatti di questi giorni di attività del vulcano:

Il nome Etna potrebbe risalire alla pronuncia del greco antico del toponimo Aitna (Aἴτνα-ας), nome che fu anche attribuito alle città di Catania e Inessa, che deriva dalla parola greca aitho (bruciare) o dalla parola fenicia attano (fornace). L’Etna era conosciuto nell’età romana come Aetna. Gli Arabi si riferivano ad essa come la montagna Jabal al-burkān o Jabal Aṭma Ṣiqilliyya (“vulcano” o “montagna somma della Sicilia”); questo nome fu più tardi mutato in Mons Gibel cioè: la montagna due volte (dal latino mons “monte” e dall’arabo Jebel (جبل) “monte”) proprio per indicarne la sua maestosità. Il termine Mongibello rimase di uso comune praticamente fin quasi ai nostri giorni (ancora oggi qualche anziano chiama l’Etna in questa maniera). Secondo un’altra teoria il nome Mongibello deriva da Mulciber (qui ignem mulcet), uno degli epiteti con cui veniva chiamato, dai latini, il dio Vulcano, che serviva a placare la forza distruttiva dell’Etna. Le popolazioni etnee, per indicare l’Etna, usano  il termine ‘a muntagna, semplicemente nel suo significato di montagna per antonomasia.

Oggi il nome Mongibello indica la parte sommitale dell’Etna; l’area dei due crateri centrali, nonché i crateri sud-est e nord-est.