Alla scoperta dei Parchi Nazionali e Regionali della Calabria

Non si può parlare della Calabria, senza immaginare le sue coste, i suoi borghi, le sue città, i suoi siti archeologici e le sue peculiarità naturalistiche, inseriti in un contesto variegato e unico.

Le coste, l’entroterra e la montagna della regione rappresentano veri e propri scrigni di storia, cultura e identità, che costituiscono uno dei patrimoni materiali ed immateriali fra i più importanti.

Una di queste, sono i Parchi Nazionali, che rappresentano vaste superfici di zone protette da leggi Statali che ne garantiscono la sua tutela. La fauna selvatica, la biodiversità, i siti archeologici, naturalistici e culturali rappresentati da una miriadi di borghi che costellano i Parchi Nazionali e Regionali, sono l’emblema di una Calabria caratterizzata da un valore storico-culturale, che unito alla gastronomia tipica dei territori, ne costituisce l’alto valore intrinseco di questo patrimonio, da proteggere, tutelare e rispettare.

Analizzando tutte queste risorse presenti nella nostra regione, abbiamo intrapreso un tour virtuale, attraverso la bellezza e le caratteristiche che compongono questa terra.

 

Parco Nazionale del Pollino

Il Parco Nazionale del Pollino situato tra la Basilicata e Calabria tra le province di Cosenza, Potenza, e Matera, con i suoi ettari 192 565 ettari, di cui 88 650 nel versante lucano e 103 915 in quello calabro. Dal 2015, con l’inserimento della lista globale dei geoparchi da parte dell’UNESCO, il parco del Pollino è considerato sito patrimonio mondiale. Il Parco è stato istituito nel 1988 mentre la perimentazione provvisoria è dal 1990, cosi come le misure di salvaguardia. Tra gli anni 1993 e 1994 s’ insediano gli organismi amministrativi e tecnici: presidenza, consiglio di amministrazione e direzione; la sede dell’ente di gestione è ubicata in Rotonda (PZ).

Il parco si estende su 56 comuni (di cui 24 in Basilicata e 32 in Calabria), 9 comunità montane e 4 riserve orientate: Rubbio in Basilicata, Raganello, Lao e Argentino in Calabria. L’emblema del parco è il Pino Loricato; tale specie è presente anche in numerose altre stazioni fitoclimatiche delle montagne balcaniche e greche. Il territorio comprende del Parco comprende in tutto 56 comuni, 24 in Basilicata (22 nella provincia di Potenza e 2 nella provincia di Matera), 32 in Calabria (provincia di Cosenza). Questo territorio si mostra ancora nel suo aspetto più integro e selvaggio offrendo una varietà di paesaggi di straordinaria bellezza. Ogni vallata possiede peculiarità ambientali, paesaggistiche ed antropiche specifiche permettendo di spaziare da distese fiumare pietrose ad alte vette coperte di neve anche nei periodi primaverili, attraversando nella quota collinare i campi agricoli coltivati.

 

Parco Nazionale della Sila

È un’area naturale protetta situata nella provincia di Cosenza, nota perché ospita i bellissimi “Giganti della Sila” o “Giganti di Fallistro”, 58 pini larici ultracentenari. Questi pini dalle dimensioni indescrivibili, arrivano fino ai 45 metri di altezza e hanno un diametro che arriva a toccare anche i 2 metri. Il Parco Nazionale della Sila è una zona protetta situata nel cuore della Sila. La sede del parco si trova a Lorica, mentre il perimetro coinvolge territorialmente tre delle cinque province calabresi, la provincia di Catanzaro, la provincia di Cosenza e la provincia di Crotone. Istituito nel 1997  con legge n. 344, mentre l’istituzione definitiva è avvenuta per decreto del presidente della Repubblica del 14 novembre del 2002, dopo un iter politico iniziato nel 1923, quando in Italia si cominciò seriamente a parlare di aree naturali protette, istituendo i primi parchi nazionali , al suo interno custodisce uno dei più significativi sistemi di biodiversità: simbolo del parco è il Lupo appenninico, specie perseguitata per secoli e fortunatamente sopravvissuta fino al 1971, anno in cui venne eliminato dall’elenco delle specie nocive.

Il parco nazionale della Sila è stato istituito nel 2002 quando lo stesso si dotò di una struttura gestionale ed amministrativa propria il 14 novembre 2002 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 del 17 marzo 2003), dopo un iter legislativo che ne segnò il percorso, ridisegnando più volte i confini territoriali a causa di forti contrasti tra i comuni ricadenti nel Parco stesso. Con la nascita del parco nazionale dell’Aspromonte, che inglobò nel suo perimetro una delle tre aree protette del vecchio parco nazionale della Calabria, nacque la necessità di una forma integrata di gestione di un’area protetta in Sila che coinvolgesse anche le due aree protette rimaste con sede vacante, aree che erano più che altro una sorta di “riserva naturale” anziché delle aree integranti di un parco nazionale, considerate insufficienti al cospetto dell’enorme patrimonio bio-genetico custodito dalla Sila che bisognava tutelare .

 

Parco Nazionale Aspromonte

Il parco nazionale dell’Aspromonte è un parco nazionale che sorge all’interno della città metropolitana di Reggio Calabria, prendendo il nome dal Massiccio dell’Aspromonte. Dal 2021 fa parte della rete mondiale dei geoparchi curata dall’UNESCO. L’attuale parco deriva dalla sezione aspromontana (che si estendeva per circa 3000 ha) del parco Nazionale della Calabria (il quale esistette dal 1968 al 2002). Fin dal 1979 si discusse riguardo alla possibile creazione, nel territorio aspromontano, di un parco nazionale distinto da quello della Calabria, cosa che avvenne nel 1989 con l’istituzione del parco nazionale dell’Aspromonte, che è quindi il 6º parco nazionale ad essere stato istituito in Italia. A seguito della Legge Quadro sulle Aree Protette (6 dicembre 1991) venne prevista la perimetrazione del parco, definita nel 1994 (che considerava un territorio di circa 76000 ha) nonché la suddivisione in zone: il Piano Regolatore, previsto nel 2003, venne approvato nel 2007.

Una successiva perimetrazione, che tolse dalla competenza dell’Ente Parco circa 11000 ha, portò le dimensioni del parco nazionale dell’Aspromonte agli attuali 64.153 ettari, facendogli così perdere il primato di parco interamente calabrese più esteso della regione, in favore del parco nazionale della Sila. Nel 2021 entra a far parte della rete mondiale dei geoparchi curata dall’UNESCO. Una delle caratteristiche peculiari del Parco Nazionale d’Aspromonte, è la ripidità del dislivello, che in pochi chilometri passa dai 1955 metri di altitudine del Montalto al livello del mare. L’ambiente del Parco dell’Aspromonte è dominato da torrenti d’alta quota che prima di trasformarsi in potenti fiumare, danno origine a ripide cascate strapiombanti, come quelle di Forgiarelle e Maesano. Le fiumare aspromontane si presentano con ampi letti di detriti, secchi per quasi tutto l’anno, ma che con le piogge invernali vengono inondati improvvisamente dall’acqua. Lungo il corso di una di queste, la fiumara Bonamico, una gigantesca frana ha dato origine nel 1973 al lago Costantino.

 

Parco Regionale delle Serre

Il parco naturale regionale delle Serre è un’area naturale protetta della Regione Calabria istituita nel 2004. Situato tra l’Aspromonte e la Sila, è percorso da due lunghe catene montuose, da grandi boschi, tra cui il bosco di Stilo, e da corsi d’acqua con cascate come la cascata del Marmarico (la più alta, di 118 m), nel comune di Bivongi, la cascata di Pietra Cupa, sulla fiumara Assi di Guardavalle e le cascate dell’Ancinale.

L’area del Parco è caratterizzata dalla presenza diffusa di boschi e foreste, macchie mediterranee, pascoli, coltura agrarie. Notevole importanza nelle Serre rivestono i luoghi di culto (come la secolare Abbazia dei Monaci Certosini di Serra S. Bruno, una delle poche rimaste ancora in attività, e la tomba di San Bruno di Colonia, fondatore dell’Ordine dei Certosini), gli itinerari ecologici-naturalistici, nonché le testimonianze dell’archeologia industriale dell’epoca borbonica; infine numerose sono le sorgenti, i torrenti e le fiumare. Il clima è di natura mediterranea con inverni miti ed estati calde.

 

Parchi Marini della Calabria

Include diverse località balneari caratterizzate da coste frastagliate e spiagge di sabbia scura finissima e di ciottolato, e zone montane a ridosso delle coste alle pendici dei monti della catena montuosa del Parco Nazionale del Pollino, dell’Aspromonte e della Sila.

Il Parco Marino Regionale della Calabria include diverse località costiere, meglio illustrate e descritte nel precedente itinerario turistico qui:

CLICCA IL SEGUENTE LINK PER ACCEDERE ALL’ITINERARIO DELLE COSTE CALABRESI

https://www.kalabriaexperience.it/itinerario-attraverso-le-coste-calabresi/

  • Riviera dei Cedri 
  • Costa dei Gelsomini (o Riviera dei Gelsomini)
  • Costa Viola
  • Costa degli Dei
  • Costa degli Achei
  • Costa degli Aranci
  • Costa dei Saraceni

 

7 Maggio- Progetto Pòleis alla scoperta di Gallicianò e Castello dell’Amendolea

Domenica 7 Maggio, il Progetto #Poleis, promosso da Kalabria Experience approderà nel borgo dei Greci di Calabria; #Gallicianò, borgo “emblema” dell’area grecanica, dove non è raro ascoltare ancora i suoi abitanti parlare il greco di Calabria. La Giornata si avvarrà della collaborazione dell’Associazione Il Giardino di Morgana, che ci porterà a scoprire il borgo e le sue meraviglie, per poi condurci nel magico castello dei Ruffo dell’ #Amendolea.

Gallicianò offrirà l’occasione per conoscere ed ammirare, tutte le bellezze storiche ed architettoniche del borgo, con la visita alla Chiesa di San Giovanni (Patrono del Paese), la Via dei Frantoi, il Museo Etnografico, la Fonte degli Innamorati, la Chiesa di Santa Maria di Grecia, e gustare insieme le tipicità gastronomiche del borgo.

Nel Pomeriggio ci si trasferirà a valle, verso il Castello dell’Amendolea che domina dal punto più strategico della vallata, la grande Fiumara Amendolea. Qui entreremo nella storia del Castello, nel suo complesso fortificato dove ancora insistono i ruderi dell’antico borgo con la sua chiesetta dell’Annunziata nel cuore del borgo ormai fantasma.

UN ITINERARIO TURISTICO:

Un’escursione turistica adatta a tutti, che permetterà di cogliere la bellezza di questi luoghi ancora ammantata di misteri ma anche di tanta storia, che dal mattino al pomeriggio, con i colori che cambiano, permettono di regalare scenari incantevoli.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:00 raduno e registrazione partecipanti presso fontana Amendolea in prossimità del ponte che attraversa la fiumara (vedi mappa https://goo.gl/maps/bEkL2euiQ3u6Av2i8)
Ore 09:20 Spostamento in auto verso Gallicianò
Ore 09:45 Arrivo a Gallicianò e visita nel borgo, con tappe: alla Chiesa San Giovanni, la via dei Frantoi, il Museo Etnografico, la Fontana degli Innamorati, e la Chiesa S. Maria di Grecia.
Ore 12:30 Pranzo presso Agriturismo Gallicianò
Ore 15:00 Partenza da Gallicianò verso il castello dell’Amendolea
Ore 15:45 Arrivo al Castello dell’Amendolea – passeggiata nel complesso fortificato
Ore 17:00 Fine esperienza e saluti

 

SCHEDA TECNICA ITINERARIO TURISTICO:

Escursione di tipo: T (Turistico)
Difficoltà: Facile
Adatto ai Bambini: SI (se accompagnati da un adulto) 

 

CONSIGLIABILE:

Indumenti a strati e adatti al periodo, scarpe comode (snikers), k-way, cappellino, occhiali da sole, crema solare, zainetto leggero, borraccia d’Acqua almeno 1.5lt.

 

COME PARTECIPARE?

Entro e non oltre il 4 Maggio, telefonando o mandando un messaggio WhatsApp al Numero 3470844564  (fornendo il proprio nome e cognome)

 

ESCURSIONE A NUMERO LIMITATO

Max 30 partecipanti.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

12€ (quale contributo volontario a sostegno del progetto) + 18€ Pranzo (1 Antipasto casereccio, 1 Primo; Maccheroni al ragù, frutta di stagione, acqua e vino.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

 

25 Aprile; Progetto Pòleis, alla scoperta della Valle degli Armeni

Il 25 Aprile Kalabria Experience – Progetto Pòleis propone il Tour Esperienziale e fotografico alla scoperta dei Borghi della “Valle degli Armeni”, un itinerario che attraversa la storia e il tempo, alla scoperta di questo lembo di terra della provincia reggina. Dalle prime colonie Greche al passaggio degli Armeni in Calabria che in questo territorio hanno lasciato tracce indelebili del loro passaggio ed il loro stanziamento in epoca Bizantina.

Ci si muoverà raggiungendo siti e borghi con le proprie auto.

Il tour “Valle degli Armeni” propone; una visita al Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus, dove ammireremo oltre le emergenze storico-archeologiche del sito, anche la Grotta-Chiesa dell’Albero della Vita, icona della cristianità Armena dell’area.

Ci sposteremo poi presso l’Abbazia di Santa Maria di Tridetti di Staiti e conosceremo la storia di questa antica abbazia, fra le più belle dell’area reggina, con le sue caratteristiche architettoniche degne di rilievo ed il paesaggio incantato intorno.

Il Tour si sposterà verso Bruzzano Zeffirio dove raggiungeremo la leggendaria Rocca degli Armeni a Bruzzano Vetere. Qui toccheremo con mano e vedremo con gli occhi la storia degli armeni tra storia, fascino, panorami mozzafiato e particolari inediti, con la Visita al complesso fortificato della rocca e il meraviglioso Arco dei Principi di Carafa.

Pranzo a Bouffet Tipico (a cura dei volontari della Pro Loco di Bruzzano Zeffirio APS)

 

L’iniziativa sarà legata alla Giornata del Ricordo del Genocidio del Popolo Armeno che ogni anno si celebra in Calabria. Al termine del tour, ci sarà un momento commemorativo con l’accensione della fiamma della memoria presso il Teatro all’aperto di Bruzzano Vetere, con la rappresentanza della Comunità Armena-Calabria ed Istituzioni locali.

PROGRAMMA:

Ore 09:00 Raduno registrazione dei partecipanti (Piazza Stazione Brancaleone)
Ore 09:15 Partenza con le proprie auto verso Brancaleone Vetus (visita del sito storico, grotte, ruderi e percorsi del Borgo).
Ore 11:30 Trasferimento all’Abbazia di Santa Maria di Tridetti (Staiti) – visita guidata dell’abbazia Bizantina
Ore 12:30 Arrivo previsto presso l’Abbazia di Santa Maria di Tridetti
Ore 12:30 Trasferimento in auto a Bruzzano Vetere – Rocca degli Armeni
Ore 13:30 Pranzo Buffet Tipico (all’aperto) a cura della Pro Loco di Bruzzano Zeffirio APS
Ore 15:00 Visita al Castello della Rocca Armenia, e Arco Trionfale dei Principi Carafa
Ore 16:30 Raduno presso l’area del teatro all’aperto e cerimonia solenne in ricordo dei Martiri Armeni
Ore 18:30 Saluti e rientro.

 

SCHEDA TECNICA

Comuni interessati: Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Staiti.
Escursione di tipo: T (Turistica)
Difficoltà: nessuna
Acqua: Rifornirsi da casa
Adatta ai bambini: SI (purchè accompagnati e sotto la responsabilità di un genitore)

 

CONSIGLIATO:

Abbigliamento a strati e adatto al periodo climatico, scarpe comode (anche snikers), cappellino, occhiali da sole, k-way, acqua almeno 1,5lt, eventuale spuntino di mezza giornata, macchina fotografica o smartphone.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

10€ (a persona) + 10€ per il Pranzo (che include “Buffet” a base di prodotti tipici locali di Bruzzano).

 

ISCRIZIONI A NUMERO CHIUSO :

MAX 30 persone

 

PRENOTAZIONI:

Telefonando al num. 3470844564 oppure mediante messaggio WhatsApp scrivendo il proprio (NOME E COGNOME), entro e non oltre il 22 Aprile.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

AgroArcheoTrekking-Domenica 28 Maggio alle Rocche di Prastarà

Nell’ambito della programmazione di Agro Archeo Trekking  Kalabria Experience in collaborazione con l’Associazione Vincenzo Luca Romeo di Masella, Fossatesi nel Mondo e la partecipazione della Pro Loco di Montebello Ionico,  Domenica 28 Maggio propongono una fantastica escursione alla scoperta del geosito delle “Rocche di Prastarà” (Montebello Jonico)

DESCRIZIONE:

Un’escursione, che promette di far vivere una giornata intensa sotto tutti i punti di vista. Il sito delle “Rocche di Prastarà” è un unicum dell’area grecanica, inserita in un contesto paesaggistico degno di nota, tra scorci di immane bellezza e paesaggi incantevoli, uniti alla fioritura primaverile in un tripudio di colori e contrasti.

Questo luogo è stato anche sede di eremitaggio di Sant’Elia (il giovane) che scelse proprio questi anfratti per ritirarsi in preghiera. Interessanti saranno anche gli aspetti naturalistici, legati alla flora di macchia mediterranea che qui creano degli scenari unici, con la visuale del suggestivo borgo di Pentedattilo e le Rocche di Santa Lena che fanno da cornice. Una full-immersion nella natura, che dal punto di vista emozionale, saprà affascinare anche i meno avvezzi all’escursionismo.

Dopo la visita nell’area del geosito, ci sposteremo verso la località detta “castelletto” ove insiste un curioso fabbricato immerso nella natura, dove l’Associazione Vincenzo Luca Romeo ci delizierà con una degustazione di prodotti tipici del luogo.

Nel primo pomeriggio, faremo rientro a Masella attraverso le mulattiera che taglia le campagne circostanti Prastarà.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:00 Appuntamento e registrazione partecipanti a Masella (Piazza della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
Ore 09:20 Inizio escursione (circa 3,5 km di percorso fino al Geosito delle rocche di Prastarà – passeggiata esplorativa tra gli anfratti naturali del sito.
ore 12:45 Pausa Pranzo e Degustazione prodotti tipici locali in località “Castelletto”
ore 14:45 Partenza per il rientro a Masella
ore 16:00 Arrivo previsto a Masella, (3km di percorso).

 

SCHEDA TECNICA:
Escursione di tipo: E (Escursionistica)
Difficoltà: Medio/Facile
Dislivello medio: 100mt (circa)
Km di percorrenza: Complessivamente 5km (A/R)
Durata: Complessivamente 5h (soste incluse)
Percorso: Sentieri/strade mulattiere
Adatta ai Bambini: SI (+12 se accompagnati da un adulto)
Presenza d’acqua: NO (rifornirsi di almeno 2lt d’acqua)

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Abbigliamento a strati adatti al periodo climatico, k-way, cappellino, occhiali da sole, crema protezione solare, impermeabile, scarponcini da trekk, scorta d’acqua per l’intera giornata (almeno 2lt), pranzo a sacco (integrazione alla degustazione), snack, macchina fotografica o smartphone.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

10€ (quota a persona) + 5€ (Degustazione)

 

PER ADERIRE ALL’INIZIATIVA:

E’ obbligatorio prenotarsi entro e non oltre il 26 Maggio telefonando al numero 347-0844564 oppure inviando il proprio nominativo (nome e cognome) anche tramite messaggio whatsapp.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

 

Domenica 2 Aprile; escursione culturale a Bova nella Domenica delle Palme

Domenica 2 Aprile il Progetto Pòleis approva a Bova (Chora Tu Vua), uno dei “Borghi Più Belli d’Italia”, per assistere all’evento più suggestivo dell’anno; La tradizionale processione delle Palme. Sarà un’occasione unica, per conoscere la bellezza e le bellezze architettoniche e museali del borgo di Bova.

La processione delle Palme di Bova è una tradizione arcaica e unica nel territorio dell’Area Grecanica ed affonda le sue radici in tempi remoti. Queste figure femminili sono anche conosciute con il termine di “Persephoni” o  comunemente “Maddamme”, figure antropomorfe addirittura ricollegabili ad antichi rituali dedicati alla Dea Persephone e alla madre Demetra, ma che a Bova, assumono un significato strettamente religioso e altamente spirituale.

DESCRIZIONE:

Il programma prevede il raduno presso Bova di fronte al museo della lingua greco-calabra “Gerhard Rohlfs”, dopo la visita al museo, conosceremo la storia della Locomotiva di Bova, posta al centro di uno slargo, procederemo verso Piazza Roma, dove attenderemo l’arrivo delle Palme, che da qui partirà in processione fino alla Concattedrale di Santa Maria dell’Isodìa (chi vorrà potrà assistere alla funzione religiosa o alternativamente partecipare alla visita dei ruderi del castello di Bova).

Al termine della funzione religiosa in cattedrale o visita all’area del castello di Bova, si procederà seguendo la processione verso Piazza Roma per l’ultimo rito tradizionale ovvero “lo smembramento delle Pupazze”. (Il pranzo sarà libero a cura dei partecipanti tra i ristorantini del borgo).

Dopo la pausa pranzo, ci raduneremo in Piazza Roma per percorrere e visitare il “sentiero della civiltà contadina” e conosceremo la storia di Palazzo Nesci, la famosa “Locomotiva di Bova”, e non per ultimo, visiteremo il Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”.

 

PROGRAMMA

Ore 09:00 Raduno dei partecipanti di fronte al museo della lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs” (si consiglia di parcheggiare l’auto ove indicato dai vigili urbani)
Ore 10.00 Piazzale Santa Caterina Benedizione delle Palme e processione fino alla concattedrale dell’Isodia.
Ore 10.30 Per chi vorrà assistere alla funzione religiosa in Cattedrale potrà sostare fino alla fine (o in alternativa si propone la visita alla “Giudecca” e la grotta degli innamorati nell’area del Castello Normanno) a pochi passi.
Ore 11.30 Discesa della processione verso Piazza Roma, per assistere al tradizionale smembramento delle palme, consegna “steddhi” benedette e degustazioni ‘ngute e musulupe
Ore 12:30 Pranzo Libero a cura dei partecipanti (si può optare per mangiare nei locali del borgo)
Ore 14:30 Ritrovo piazza Roma – visita del “Sentiero della Civiltà Contadina”,  “Palazzo Nesci”, Locomotiva di Bova
Ore 15:30 Visita al “Museo Gerhard Rohlfs”
Ore 16:30 Fine e Saluti.

 

SCHEDA INFORMATIVA

LUOGO: Comune di Bova
ESCURSIONE: T (Turistica)
DIFFICOLTA’: Facile/per tutti
ADATTA AI BAMBINI: Si (se accompagnati da un adulto)
NUM. PARTECIPANTI: Min. 10 e Max 25

 

SI CONSIGLIA:

Abbigliamento adatto al periodo climatico, scarpe comode, cappellino, k-way, impermeabile, macchina fotografica o smartphone.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

10,00€ a persona + 2,00€ per ingresso al Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”

 

PER ADERIRE ALL’INIZIATIVA:

Sarà necessario prenotarsi entro e non oltre il 31 Marzo telefonando al numero 347 0844564 oppure inviando il proprio nominativo (nome e cognome) tramite WhatsApp allo stesso numero.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

 

 

Profumo di Primavera; tra riti e tradizioni Calabresi

Un antico proverbio recita “Quandu fhjurìscia ‘a bruvèra, arrivàu ‘a primavèra”.

La primavera è tornata, lo annunciano gli alberi fioriti degli altopiani calabresi, come la bruvera (erica), arbusto sempreverde, utilizzato per la lavorazione delle pipe e per la realizzazione di alcuni strumenti musicali tradizionali calabresi.

Convenzionalmente l’equinozio di primavera coincide con il 21 del mese, ma quest’anno, alle 22;24 del 20 marzo, siamo già entrati nella stagione “fhjuruta” e non per sola pura coincidenza siamo a metà della quaresima.

I falò di San Giuseppe, ancora in uso in alcune regioni della nostra penisola, avvengono proprio la vigilia dell’equinozio di primavera, e affondano origini nei riti dionisiaci, che segnavano la fine dell’inverno e il risveglio della natura. Nelle società contadine, inoltre, si attribuiva proprio al Santo Falegname, il rito simbolico di “segare” a metà i quaranta giorni di quaresima.

In Calabria come in tutta Europa, sono molto diffusi riti di fertilità e di buon auspicio per il raccolto, per aver superato l’inverno che come recita una filastrocca calabrese è sempre duro e difficile: “Sona e canta, pecuraru, ch`è venuta ‘a primavera. Alla faccia ‘e Jennaru, quandu facìa chiddha nivèra.” (Suona e canta, pastore, che è giunta la primavera. A dispetto di Gennaio e delle sue fredde nevicate.)

Quest’anno la festa di San Giuseppe è coincisa con la quarta domenica di quaresima, giorno in cui, nelle società tradizionali, venivano interrotte, per un giorno, le restrizioni e privazioni quaresimali, un tempo osservate con maggior riguardo. In Calabria, le memorie su queste ritualità sono del tutto cancellate ma fortunatamente ne troviamo traccia negli scritti di alcuni etnografi come Vincenzo Dorsa, il noto scrittore calabrese di origine arbereshe: “Quando la quaresima è giunta a metà del corso, le donnicciuole serrano la vecchia, festeggiando il punto medio della stagione tenebrosa con mangiare in compagnia di amiche, mele, fichi, castagne e altri cibi simili…” – Segare a metà quaresima” un fantoccio fatto di paglia e stracci o spezzare a metà un dolce a forma di pupa è comune a molti paesi della penisola.

La letteratura calabrese ci riporta anche l’usanza di dare il benvenuto alla primavera, così da accattivarsi le simpatie del mese pazzerello e salutare la vecchia stagione, simbolicamente scacciando via “Frevaru, curtu e amaru”.

A Villapiana, grazioso borgo, dell’alto cosentino, ancora oggi, nell’ultimo giorno di febbraio, ci si ritrova nella piazza principale del paese e ci si aggira per le strade facendo rumore e baccano con latte, pentoloni, coperchi, trombette, e strisciando per terra cianfrusaglie così da allontanare con l’assordante frastuono le negatività, scacciare febbraio e dare il benvenuto a Marzo, per detta dei villapianesi «Jam`a scuntruè a Marz». Si tratta di una sorta di festa – rito propiziatorio, che ritrova le origini nel mondo classico, greco.

Numerosi i proverbi, le filastrocche e le leggende che evidenziano quanto Marzo sia un mese pazzerello e caratterizzato dall’instabilità climatica. Si tramandano a tal proposito colorite espressioni dialettali come: “Eu su marzu marzicchiu, nu jornu ti vagnu, nu jornu t’assulicchiu”. “Megghju mammata ma ti ciangia ca u sula ‘e marzu ma ti tingia”. ; e ancora: “U friddu ‘e marzu trapana ‘u cornu d’o viteddhazzu e ammazza ‘a vecchia nto jazzu!”

Marzo passa improvvisamente dal sole alla pioggia, dalla pioggerellina ai raggi di sole così da regalarci spesso piacevoli e incantevoli spettacoli naturali: oltre ai prati verdeggianti, ai mandorli e ai peschi in fiore anche qualche meraviglioso Arcobaleno. La forma dell’arcobaleno dà l’idea di un collegamento, una scala tra terra e cielo, un passaggio dal materiale al divino.

 

 

 

Nella credenza popolare calabrese era di buon auspicio l’arcobaleno serale. Al contrario quello mattutino, non designava la fine della pioggia, ma annunciava forti temporali pomeridiani: “Arcu sirala bonu tempu matinala. Arcu matinala, si sbacanta e s’inchia ‘u cannala.”

È veramente raro vedere per intero un arcobaleno… Secondo la credenza popolare calabrese nel punto in cui finisce l’arcobaleno si trova un tesoro nascosto. Anche in Irlanda si tramanda che nel punto in cui termina l’arco c’è un pentolone d’oro sorvegliato da un piccolo gnomo. Tante le leggende legate a questo fenomeno ottico atmosferico, un vero magico spettacolo della natura… con i suoi sette colori…

 

 

Nei dialetti armeni, l’arcobaleno è detto cintura di Dio, cintura di Gesù, cintura della Vergine Maria, cintura di San Karapet, cintura del padrino, Assuimishkap .

In Galizia l’apparizione dell’arcobaleno è attribuita ad una divinità precristiana, una Vecchia Filatrice, dea creatrice e distruttrice. Si tramanda avesse sette figlie e che fosse influente sul clima. In Galizia l’arcobaleno è chiamato “Arco da Vella” (arco della Vecchia) e in un canto popolare la Vecchia dopo aver mangiato tanto, esplode e subito dopo in cielo è apparso un arcobaleno.

In Sardegna, come in Spagna, la Vecchia filatrice, detta Filonzana o Filandorra è responsabile dell’apparizione dell’arcobaleno.

Anche in Calabria, le tracce di questa figura ancestrale sono ben visibili nei modi di dire, in canti, in leggende e nei nomi di alcune località. Ne sono un esempio la “Timpa della Vecchia” a San Sosti, borgo cosentino che sorge in una conca nell’alta valle dell’Esaro e l’Elce della Vecchia, piccola verdeggiante contrada di Guardavalle, in provincia di Catanzaro.

La figura della vecchia filatrice è personificata dalla moglie di Re Carnevale, rimasta vedova nella notte di Martedì Grasso… Nelle società tradizionali le privazioni quaresimali dettate dalla dottrina cristiana erano osservate con maggior rigore. Tant’è che l’immaginario popolare ha conferito un volto alla quaresima… 40 giorni di restrizioni, sono un vero sacrificio.

Ed è “Corajisima” che li faceva rispettare. Si tramanda, che la brutta Vecchia, alta e smilza, disponesse, in un luogo appartato del paese, dei calderoni di acqua bollente, per scottare la gola, di quanti avessero mangiato carne e non avessero rispettato le proibizioni quaresimali… dopo ogni brutto temporale risplende il sole e appare un meraviglioso arcobaleno… così dopo ogni sacrificio si hanno delle soddisfazioni… e dopo i quaranta giorni quaresimali risuoneranno a festa, anche quest’anno le Campane.

Testo e foto di Andrea Bressi 20/03/2023

 

 

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