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7 Maggio- Progetto Pòleis alla scoperta di Gallicianò e Castello dell’Amendolea

Domenica 7 Maggio, il Progetto #Poleis, promosso da Kalabria Experience approderà nel borgo dei Greci di Calabria; #Gallicianò, borgo “emblema” dell’area grecanica, dove non è raro ascoltare ancora i suoi abitanti parlare il greco di Calabria. La Giornata si avvarrà della collaborazione dell’Associazione Il Giardino di Morgana, che ci porterà a scoprire il borgo e le sue meraviglie, per poi condurci nel magico castello dei Ruffo dell’ #Amendolea.

Gallicianò offrirà l’occasione per conoscere ed ammirare, tutte le bellezze storiche ed architettoniche del borgo, con la visita alla Chiesa di San Giovanni (Patrono del Paese), la Via dei Frantoi, il Museo Etnografico, la Fonte degli Innamorati, la Chiesa di Santa Maria di Grecia, e gustare insieme le tipicità gastronomiche del borgo.

Nel Pomeriggio ci si trasferirà a valle, verso il Castello dell’Amendolea che domina dal punto più strategico della vallata, la grande Fiumara Amendolea. Qui entreremo nella storia del Castello, nel suo complesso fortificato dove ancora insistono i ruderi dell’antico borgo con la sua chiesetta dell’Annunziata nel cuore del borgo ormai fantasma.

UN ITINERARIO TURISTICO:

Un’escursione turistica adatta a tutti, che permetterà di cogliere la bellezza di questi luoghi ancora ammantata di misteri ma anche di tanta storia, che dal mattino al pomeriggio, con i colori che cambiano, permettono di regalare scenari incantevoli.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:00 raduno e registrazione partecipanti presso fontana Amendolea in prossimità del ponte che attraversa la fiumara (vedi mappa https://goo.gl/maps/bEkL2euiQ3u6Av2i8)
Ore 09:20 Spostamento in auto verso Gallicianò
Ore 09:45 Arrivo a Gallicianò e visita nel borgo, con tappe: alla Chiesa San Giovanni, la via dei Frantoi, il Museo Etnografico, la Fontana degli Innamorati, e la Chiesa S. Maria di Grecia.
Ore 12:30 Pranzo presso Agriturismo Gallicianò
Ore 15:00 Partenza da Gallicianò verso il castello dell’Amendolea
Ore 15:45 Arrivo al Castello dell’Amendolea – passeggiata nel complesso fortificato
Ore 17:00 Fine esperienza e saluti

 

SCHEDA TECNICA ITINERARIO TURISTICO:

Escursione di tipo: T (Turistico)
Difficoltà: Facile
Adatto ai Bambini: SI (se accompagnati da un adulto) 

 

CONSIGLIABILE:

Indumenti a strati e adatti al periodo, scarpe comode (snikers), k-way, cappellino, occhiali da sole, crema solare, zainetto leggero, borraccia d’Acqua almeno 1.5lt.

 

COME PARTECIPARE?

Entro e non oltre il 4 Maggio, telefonando o mandando un messaggio WhatsApp al Numero 3470844564  (fornendo il proprio nome e cognome)

 

ESCURSIONE A NUMERO LIMITATO

Max 30 partecipanti.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

12€ (quale contributo volontario a sostegno del progetto) + 18€ Pranzo (1 Antipasto casereccio, 1 Primo; Maccheroni al ragù, frutta di stagione, acqua e vino.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

 

AgroArcheoTrekking-Domenica 28 Maggio alle Rocche di Prastarà

Nell’ambito della programmazione di Agro Archeo Trekking  Kalabria Experience in collaborazione con l’Associazione Vincenzo Luca Romeo di Masella, Fossatesi nel Mondo e la partecipazione della Pro Loco di Montebello Ionico,  Domenica 28 Maggio propongono una fantastica escursione alla scoperta del geosito delle “Rocche di Prastarà” (Montebello Jonico)

DESCRIZIONE:

Un’escursione, che promette di far vivere una giornata intensa sotto tutti i punti di vista. Il sito delle “Rocche di Prastarà” è un unicum dell’area grecanica, inserita in un contesto paesaggistico degno di nota, tra scorci di immane bellezza e paesaggi incantevoli, uniti alla fioritura primaverile in un tripudio di colori e contrasti.

Questo luogo è stato anche sede di eremitaggio di Sant’Elia (il giovane) che scelse proprio questi anfratti per ritirarsi in preghiera. Interessanti saranno anche gli aspetti naturalistici, legati alla flora di macchia mediterranea che qui creano degli scenari unici, con la visuale del suggestivo borgo di Pentedattilo e le Rocche di Santa Lena che fanno da cornice. Una full-immersion nella natura, che dal punto di vista emozionale, saprà affascinare anche i meno avvezzi all’escursionismo.

Dopo la visita nell’area del geosito, ci sposteremo verso la località detta “castelletto” ove insiste un curioso fabbricato immerso nella natura, dove l’Associazione Vincenzo Luca Romeo ci delizierà con una degustazione di prodotti tipici del luogo.

Nel primo pomeriggio, faremo rientro a Masella attraverso le mulattiera che taglia le campagne circostanti Prastarà.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:00 Appuntamento e registrazione partecipanti a Masella (Piazza della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
Ore 09:20 Inizio escursione (circa 3,5 km di percorso fino al Geosito delle rocche di Prastarà – passeggiata esplorativa tra gli anfratti naturali del sito.
ore 12:45 Pausa Pranzo e Degustazione prodotti tipici locali in località “Castelletto”
ore 14:45 Partenza per il rientro a Masella
ore 16:00 Arrivo previsto a Masella, (3km di percorso).

 

SCHEDA TECNICA:
Escursione di tipo: E (Escursionistica)
Difficoltà: Medio/Facile
Dislivello medio: 100mt (circa)
Km di percorrenza: Complessivamente 5km (A/R)
Durata: Complessivamente 5h (soste incluse)
Percorso: Sentieri/strade mulattiere
Adatta ai Bambini: SI (+12 se accompagnati da un adulto)
Presenza d’acqua: NO (rifornirsi di almeno 2lt d’acqua)

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Abbigliamento a strati adatti al periodo climatico, k-way, cappellino, occhiali da sole, crema protezione solare, impermeabile, scarponcini da trekk, scorta d’acqua per l’intera giornata (almeno 2lt), pranzo a sacco (integrazione alla degustazione), snack, macchina fotografica o smartphone.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

10€ (quota a persona) + 5€ (Degustazione)

 

PER ADERIRE ALL’INIZIATIVA:

E’ obbligatorio prenotarsi entro e non oltre il 26 Maggio telefonando al numero 347-0844564 oppure inviando il proprio nominativo (nome e cognome) anche tramite messaggio whatsapp.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

 

Domenica 2 Aprile; escursione culturale a Bova nella Domenica delle Palme

Domenica 2 Aprile il Progetto Pòleis approva a Bova (Chora Tu Vua), uno dei “Borghi Più Belli d’Italia”, per assistere all’evento più suggestivo dell’anno; La tradizionale processione delle Palme. Sarà un’occasione unica, per conoscere la bellezza e le bellezze architettoniche e museali del borgo di Bova.

La processione delle Palme di Bova è una tradizione arcaica e unica nel territorio dell’Area Grecanica ed affonda le sue radici in tempi remoti. Queste figure femminili sono anche conosciute con il termine di “Persephoni” o  comunemente “Maddamme”, figure antropomorfe addirittura ricollegabili ad antichi rituali dedicati alla Dea Persephone e alla madre Demetra, ma che a Bova, assumono un significato strettamente religioso e altamente spirituale.

DESCRIZIONE:

Il programma prevede il raduno presso Bova di fronte al museo della lingua greco-calabra “Gerhard Rohlfs”, dopo la visita al museo, conosceremo la storia della Locomotiva di Bova, posta al centro di uno slargo, procederemo verso Piazza Roma, dove attenderemo l’arrivo delle Palme, che da qui partirà in processione fino alla Concattedrale di Santa Maria dell’Isodìa (chi vorrà potrà assistere alla funzione religiosa o alternativamente partecipare alla visita dei ruderi del castello di Bova).

Al termine della funzione religiosa in cattedrale o visita all’area del castello di Bova, si procederà seguendo la processione verso Piazza Roma per l’ultimo rito tradizionale ovvero “lo smembramento delle Pupazze”. (Il pranzo sarà libero a cura dei partecipanti tra i ristorantini del borgo).

Dopo la pausa pranzo, ci raduneremo in Piazza Roma per percorrere e visitare il “sentiero della civiltà contadina” e conosceremo la storia di Palazzo Nesci, la famosa “Locomotiva di Bova”, e non per ultimo, visiteremo il Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”.

 

PROGRAMMA

Ore 09:00 Raduno dei partecipanti di fronte al museo della lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs” (si consiglia di parcheggiare l’auto ove indicato dai vigili urbani)
Ore 10.00 Piazzale Santa Caterina Benedizione delle Palme e processione fino alla concattedrale dell’Isodia.
Ore 10.30 Per chi vorrà assistere alla funzione religiosa in Cattedrale potrà sostare fino alla fine (o in alternativa si propone la visita alla “Giudecca” e la grotta degli innamorati nell’area del Castello Normanno) a pochi passi.
Ore 11.30 Discesa della processione verso Piazza Roma, per assistere al tradizionale smembramento delle palme, consegna “steddhi” benedette e degustazioni ‘ngute e musulupe
Ore 12:30 Pranzo Libero a cura dei partecipanti (si può optare per mangiare nei locali del borgo)
Ore 14:30 Ritrovo piazza Roma – visita del “Sentiero della Civiltà Contadina”,  “Palazzo Nesci”, Locomotiva di Bova
Ore 15:30 Visita al “Museo Gerhard Rohlfs”
Ore 16:30 Fine e Saluti.

 

SCHEDA INFORMATIVA

LUOGO: Comune di Bova
ESCURSIONE: T (Turistica)
DIFFICOLTA’: Facile/per tutti
ADATTA AI BAMBINI: Si (se accompagnati da un adulto)
NUM. PARTECIPANTI: Min. 10 e Max 25

 

SI CONSIGLIA:

Abbigliamento adatto al periodo climatico, scarpe comode, cappellino, k-way, impermeabile, macchina fotografica o smartphone.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

10,00€ a persona + 2,00€ per ingresso al Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”

 

PER ADERIRE ALL’INIZIATIVA:

Sarà necessario prenotarsi entro e non oltre il 31 Marzo telefonando al numero 347 0844564 oppure inviando il proprio nominativo (nome e cognome) tramite WhatsApp allo stesso numero.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

 

 

Domenica 26 Marzo – AgroArcheoTrekking ai Piani di Campolico di Brancaleone

AgroArcheoTrekking – Domenica 26 Marzo, Kalabria Experience in collaborazione con l’Associazione Il Giardino di Morgana, propone una straordinaria escursione naturalistica nell’entroterra di Brancaleone, dove alle spalle del vecchio borgo, alla quota compresa tra i 300/450mt s.l.m. esiste una località conosciuta con il suo antico toponimo di “Campolico” o “Piani di Campolico”. Si tratta del “polmone verde” di Brancaleone confinante con la vicina Staiti.

CONTESTO DEL TERRITORIO:
Questo territorio è caratterizzato da ampie praterie e distese, un ambiente unico da cui si godono panorami incredibili. Oltre alla grande biodiversità presente contraddistinta da vegetazione di macchia mediterranea, negli ultimi anni sono stati rilevati una serie di Palmenti rupestri riferibili al periodo Greco-romano e Bizantino.

Altra peculiarità di questa terra è data dalle grotte eremitiche, con croci graffite, che rievocano ancora i primi insediamenti religiosi. La ricchezza dei toponimi riferiti ai Santi come: San Costantino, San Gregorio e San Biagio, ci indicano una forte concentrazione di grotte abitate sin dai primi secoli dell’emigrazione cristiana proveniente dall’oriente.

In questo angolo di meraviglia insistono ancora antichi casolari sparsi fra le campagne, adibiti a vite o a uliveto, il tutto incastonato tra ruscelli e un fitto bosco caratterizzato da specie arboree come: Elci, Castagni, Roverelle, Querce, Corbezzoli, Ginestre, Peri selvatici e molte altre specie di sottobosco come il pungitopo, funghi di varie specie e tante altre varietà di erbe commestibili e officinali.

AVVICINAMENTO
Alle ore 09:00 ci raduneremo a Brancaleone marina (in Piazza Stazione), dopo la registrazione prenderemo le auto e ci trasferiremo verso la località Cardùsi (ore 09:15) percorrendo la carrabile che porta verso Brancaleone Vetus. Dopo un tratto di 1,8km di strada asfaltata (a tratti in terra battuta) seguiremo la carrabile sino in località “Cardùsi”, da qui partirà l’itinerario a piedi all’interno dell’area dei “Piani di Campolico”. Il percorso inizia da una piccola radura che utilizzeremo per la sosta dei veicoli poco distante dall’ antica Brancaleone.

DESCRIZIONE
Il territorio è collegato da diverse mulattiere che costeggiano tutto l’altopiano (si pensa siano i resti del dromo Greco-Romano). Ancora oggi questo territorio ha una forte vocazione pastorizia, sono infatti presenti alcune piccole aziende agricole che producono e vendono prodotti caseari. L’itinerario ci porterà ad effettuare un giro ad anello di tutto l’altopiano, che consentirà di apprezzare vedute e ampi spazi verdi. Consumeremo il pranzo (A SACCO) all’ombra di un uliveto tra le verdi praterie della zona.

Si proseguirà attraverso tracciati che attraversano ampi spazi di praterie e antiche masserie dove si osserveranno gli animali al pascolo, innocui e caratteristici della zona. Dopo una piccola sosta per ammirare un ruscello davvero caratteristico, si proseguirà in leggere salita verso il punto di partenza attraverso la strada che taglia il bosco fino ad arrivare al punto di partenza. Devieremo prima di arrivare alle auto su un punto dove insiste un antico palmento rupestre, in un punto panoramico dove potremo ammirare l’intera vallata circostante. Faremo rientro alle auto in breve e ci saluteremo con un buon caffè alle ore 16:00 presso l’area attrezzata del casello di Cardùsi.

 

SCHEDA TECNICA
Escursione di tipo: E (Escursionistica, medio/facile )
Percorso: a palloncino
Distanza totale: 8km
Caratteristiche percorso: Strade mulattiere, sterrati.
Dislivelli: 258mt in salita
Presenza d’Acqua: eventuale a metà percorso
Adatta ai bambini: SI (purchè accompagnati da un adulto)
Max partecipanti: 30

 

COSTO DELL’ESPERIENZA

15€ a persona (inclusa piccola degustazione di formaggio e ricotta)

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA
– Zainetto
– Scarponcini da trekking (vietate calzature aperte)
– Acqua 1,5 L (possibilità di rifornirsi durante il percorso)
– Fotocamera
– Abbigliamento a strati adatto al periodo invernale
– Cappellino e scaldacollo
– Pranzo a sacco
– Scarpe di ricambio

Alla scoperta dei Castelli dell’Area Grecanica e Locridea

Un viaggio attraverso i castelli e le fortezze dell’Area Grecanica – Reggina  e della Locride!

Il progetto di ricerca e creazioni di itinerari e contenuti del Servizio Civile presso la Pro Loco di Brancaleone (RC) continua. Tantissime le storie da raccontare, i paesaggi da vedere, le bellezze da custodire, complimenti da tutti noi ai ragazzi che hanno curato questo itinerario e buona lettura ai nostri utenti!

CASTELLI E FORTIFICAZIONI “AREA GRECANICA-REGGINA”

1- Castello di Scilla

Il castello Ruffo di Scilla, talvolta noto anche come castello Ruffo di Calabria, è un’antica fortificazione situata sul promontorio scillèo, proteso sullo Stretto di Messina. Il castello costituisce il genius loci della cittadina di Scilla, circa 20 km a nord di Reggio Calabria, e sicuramente uno degli elementi più caratteristici e tipici del paesaggio dello Stretto e del circondario reggino. La prima fortificazione della rupe di Scilla risale all’inizio del V secolo a.C. quando, durante la tirannide di Anassila, la città di Reggio assurse a una notevole importanza, tale da permetterle di ostacolare per oltre due secoli l’ascesa di potenze rivali. Infatti, nel 493 a.C., il tiranno di Reggio Anassila il giovane, per porre fine alle incursioni dei pirati etruschi che lì avevano una sicura base per le loro scorrerie, dopo averli sconfitti col dispiego di un notevole esercito, fece iniziare l’opera di fortificazione dell’alta rocca. Questa divenne per Anassilao un importante avamposto di controllo sulle rotte marittime. Il castello di Scilla si erge sul promontorio che divide le due spiagge di Marina Grande di Chianalea. Data la posizione dominante del castello sullo Stretto di Messina, nel 1913 venne costruito un faro per fornire un riferimento alle navi che attraversavano lo stretto. Il faro di Scilla, una piccola torre bianca con la base nera, è tuttora attivo ed è gestito dalla Marina Militare.

 

2- Castello Aragonese di Reggio Calabria

Il castello aragonese di Reggio Calabria è la principale fortificazione della città, nonostante venga definito “aragonese”, la sua fondazione risale in realtà all’epoca bizantina, tra il IX e l’XI secolo, quando Reggio divenne capitale del Thema di Calabria. In epoca spagnola, per volere di Re Ferdinando I d’Aragona, la struttura subì un radicale cambiamento con l’aggiunta delle due imponenti torri circolari merlate che le conferirono l’aspetto attuale e la denominazione “aragonese” . Sorge nell’omonima piazza Castello tra la via Aschenez e la via Possidonea. Esso è considerato, insieme ai Bronzi di Riace, uno dei principali simboli storici della città di Reggio.

 

3-  Castello Santo Aniceto – Motta San Giovanni

Il Castello di Santo Niceto è una fortificazione bizantina costruita nella prima metà dell’XI secolo sulla cima di un’altura rocciosa, tra quelle che dominano la città di Reggio Calabria, nei pressi di Motta San Giovanni. Edificato durante l’impero romano d’oriente la fortificazione è di fatto un Kastron bizantino che serviva a mettere in salvo le merci (soprattutto la preziosissima seta prodotta nel territorio reggino per sostenere l’economia di Costantinopoli) e tenere al sicuro la popolazione di Reggio durante le incursioni. Rappresenta uno dei pochi esempi di architettura alto medievale calabrese.

4- Castello Amendolea – Condofuri

Il castello Ruffo di Amendolea, fortezza medievale situata nell’omonimo paese nel pieno centro di quella che è conosciuta come l’area grecanica della provincia di Reggio Calabria, sorgeva in un ruolo altamente strategico, in quanto la valle della fiumara Amendolea costituiva in epoca storica il confine tra Locri e Reggio. Le sue origini sono normanne; la fondazione del castello si attribuisce solitamente a Riccardo di Amendolea, un normanno, anche se è presumibile che la sua realizzazione sia avvenuta in più fasi diverse ad opera dei vari popoli che hanno dominato la zona durante il Basso Medioevo. Dall’analisi delle mura, mostranti un vero e proprio martellamento, si ha conferma che il castello fu coinvolto nel XIII secolo nell’opera di abbattimento dei castelli ordinata da Federico II di Svevia nel 1230. Successivamente ristrutturato, nei secoli seguenti il castello fu coinvolto nelle lotte di potere fra nobili famiglie locali, cambiando spesso proprietario. Del castello oggi non rimangono che pochi resti: le mura di perimetro, una torre e quella che un tempo doveva essere una cappella in cui i circa 300 abitanti del castello si recavano a pregare.

5- Castello di Pentidattilo – Melito di Porto Salvo

La fondazione di Pentedattilo, risale all’epoca alto medievale. Tra le prime opere ci fu la costruzione del Castello di Pentedattilo, un castello feudale edificato nel XIV secolo posto a 454 m s.l.m. e distante 32 km da Reggio Calabria.  Alla fine del XV secolo, i Francoperta da Reggio, furono i primi feudatari laici della baronia di Pentedattilo trasformando l’aspetto militare del castello in struttura residenziale. A loro subentrarono gli Alberti di Messina nel 1589, a questo periodo le opere di ampliamento e potenziamento del castello, che venne dotato di baluardi e ponte levatoio. Nel 1760 il feudo passò a Lorenzo Clemente, marchese di S. Luca, ma il terremoto del 1783 danneggiò notevolmente l’abitato ed il castello. Il feudo fu acquistato, nel 1823 dai Ramirez di Reggio, e fu abitato fino al terremoto del 1908, che assieme a frane ed alluvioni fece sì che il borgo pittoresco rimanesse disabitato. I ruderi del castello si modellano sulle asperità della rupe che domina l’abitato confondendosi con la roccia.

6- Castello di Roccaforte del Greco

Non vi sono quindi notizie storiche sulla costruzione del Castello, dalle fonti storiche si evince che Roccaforte. Fu casale di Amendolea, e quindi posta sotto il dominio di tale famiglia fino al 1400. Successivamente fu infeudata ai Malda de Cardona, agli Abenavoli del Franco, ai Martirano, ai De Mendoza, fino agli ultimi feudatari, i Ruffo di Bagnara, che la dominarono fino al 1806. nel rione Castello, è ancora possibile vedere qualche tratto delle mura che cingevano il paese. La parte vecchia ospita il Municipio, proprio dove secondo la memoria popolare sorgeva, a ridosso del precipizio, il castello poi crollato.

7- Castello di Bova

Bova è il centro più importante di quella che è conosciuta come “l’isola grecanica”. Il Castello Normanno dell’antico borgo, in parte scavato nella roccia, risale al secolo XI e sorge sulla cima del Monte Rotondo a circa 827 m s.l.m., in posizione egemone sulla sottostante vallata. Le poche tracce che rimangono della struttura originaria non sono sufficienti per ricostruire lo sviluppo planimetrico della pianta e nemmeno per datare e riconoscere le successive fasi costruttive di tutto l’impianto. Le fonti descrivono un imponente castello fondato in epoca normanna e potenziato nel 1494 dagli Aragonesi. Al Castello si addossavano le mura di cinta della città di cui faceva parte la Torre Parcopia ancora oggi esistente. La Torre, costruita nel X secolo, è posta ad ovest  rispetto all’abitato. Da Reggio Calabria il sito è raggiungibile in circa 52 km.

8- Castello di Palizzi

La rocca fu costruita come baluardo difensivo per le incursioni dei pirati turchi. A riguardo non si hanno dati certi, si suppone che la prima edificazione della rocca potrebbe risalire al XIII secolo ma è probabile che il castello sia stato edificato dai Ruffo nel XIV secolo. Il castello di Palizzi è stato dichiarato monumento nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.  Una iscrizione in latino posta sulla porta di ingresso riporta che il castello, nel 1580, era “cadente per vecchiaia”, quindi, negli anni ci furono diversi interventi: l’impianto difensivo venne rimaneggiato dai Romano, dai Colonna e poi dagli Ajerbo nel XVI secolo, dagli Arduino di Alcontres nel XVIII secolo e, nel 1866, divenne un palazzo residenziale per la famiglia baronale dei De Blasio che sul lato ovest edificò un palazzo in laterizio. Venne abitato fino agli anni sessanta dalla famiglia De Blasio che fece anche qualche lavoro di restauro ma venne poi abbandonato e cadde in rovina, perdendo la copertura.

9- Rocca Armenia Bruzzano Zeffirio 

Superato di poco l’abitato di Bruzzano Zeffirio, un borgo della provincia di Reggio Calabria non lontano dalla costa dei Gelsomini, si presenta davanti ai nostri occhi un monolite di arenaria di dimensioni sufficienti ad ospitare un castello. Siamo di fronte a Rocca Armenia. Sulla sommità di rocca armenia sorge il castello di Bruzzano Vecchio o meglio ciò che ne rimane. Il complesso infatti venne danneggiato dai terremoti nel corso degli anni. Ciò che ne rimane rappresenta la storia di un luogo che risale alla fine del X secolo a.C.  Nel 925 divenne quartier generale dei Saraceni. In seguito fu feudo di Giovanni De Brayda dal 1270 al 1305, di proprietà del Marchese di Busca dal 1305 al 1328, dei Marchesi Ruffo dal 1328 al 1456, dei Marullo dal 1456 al 1550, dei Danotto dal 1550 al 1563, degli Aragona de Ajerbe dal 1563 al 1597, degli Stayti nel 1597 e dei Carafa di Roccella fino al 1806. Fu danneggiato dal sisma del 1783 e ridotto a rudere dai sismi del 1905 e 1908. Numerose aggiunte e rifacimenti sono stati effettuati nei periodi storici che si susseguirono dal Medioevo fino ai primi dell’Ottocento.

10- Castello/maniero di Capistrello di Brancaleone

“Capistrello” o in dialetto locale “Crapisteddhu” era un antico maniero Saraceno, poiché in molti luoghi come questo i saraceni convivevano in pace con i locali abitanti Secondo due studiosi tedeschi i due territori cioè Capistrello e Brancaleone, erano molto vicini e divisi dal torrente chiamato “Ziglia”, e si passava da una parte all’altra tramite un ponte passerella (che veniva costruito di giorno e disfatto di notte) una frana più tardi allontanò i luoghi. Degli studiosi riferiscono che vi sono dei resti di mura, probabilmente  di un castello. La struttura è simile ad una piccola fortificazione, in questo luogo si racconta si ricavavano  oro e argento. Oltre alle curiose leggende che aleggiano su questo luogo ,una delle ricorrenti è sicuramente la leggenda che vuole in questo luogo  la presenza della gallina dalle uova d’oro, che i nostri antenati tramandano fino a noi oggi, che potrebbero trovare una spiegazione plausibile dall’ antica estrazione di metalli preziosi in questa zona.

11- Castello di Brancaleone 

Nel punto più in alto e strategico del vecchio borgo di Brancaleone sorgeva un piccolo castello medievale, accessibile solo da un lato attraverso un ponte levatoio. Il castello risale al XIV secolo e fu costruito sopra la chiesa grotta datata tra il Ve VIII secolo d.C. Fu probabilmente costruito dai Ruffo poiché la terra di Brancaleone nel 1364 risulta infeudata a Geronimo Ruffo ed era capoluogo di baronìa con Placanica e Palizzi. Nel XIX secolo il castello venne venduto alla famiglia Terminelli. Il castello era composto da molte stanze e le prime tre erano una dietro l’altra.
Alcune travi erano coperte da travi in legno e altre erano scoperchiate il pavimento era a mattoni e all’interno del castello vi era una cappella intitolata a San Domenico.

CASTELLI E FORTEZZE DELLA LOCRIDE

1- Pietra Castello – San Luca 

Pietra Castello è una delle “pietre preziose” all’interno di quello che è un vero è proprio tesoro geologico: Valle Delle Grandi Pietre, uno dei geositi dell’Aspromonte Geopark UNESCO. Pietra Castello domina , con la sua forma, che ad alcuni ricorda una torre ad altri un indice puntato verso il cielo, tutta la Vallata delle Grandi Pietre. Il panorama che si vede una volta raggiunta la “ Torre d’Aspromonte” è veramente mozzafiato: si vede tutta la Valle delle Grandi Pietre, la fiumara Bonamico e sullo sfondo un azzurrissimo Mar Ionio. Questo luogo fu trasformato dai bizantini in una fortezza per poter controllare il territorio circostante. A testimonianza di questo fatto ancora oggi sono visibili i resti di una cinta muraria , di una chiesetta bizantina e di una cisterna per la raccolta dell’ acqua piovana.

2- Castello di Bovalino Superiore

Il borgo di Bovalino Superiore sorge su uno dei tanti rilievi collinari, naturalmente fortificati, della fascia costiera della Calabria meridionale. Non è nota la data di fondazione della cittadina, che per tipologia d’insediamento risale almeno al X-XI sec.La Terra con cui si identifica il borgo cinto da alte mura, con due porte urbiche di accesso e con al suo interno il castello e la chiesa Matrice dedicata a Maria SS. della Neve e a S. Nicola di Bari, si sviluppa in senso longitudinale secondo un lungo percorso di spina, a cui si attestano le case e i vicoli disposti a pettine. Il castello,di fondazione medievale, è stato danneggiato nella seconda metà del ‘900.I suoi resti sono di grande interesse in quanto testimoniano l’evoluzione dell’architettura fortificata nel ‘400 e nel ‘500.Presenta pianta quadrangolare con fossato, ponte levatoio e bastioni triangolari agli angoli, ambienti coperti a volta disposti su più livelli intorno ad un cortile centrale e una cisterna lungo le cortine murarie

3- Castello di Condojanni

Il castello di Condojanni si trova nei pressi del centro abitato di Condojanni, nell’odierno comune di Sant’Ilario dello Ionio e fu eretto dai Normanni nell’XI secolo sulla cima di un’altura rocciosa, tra quelle che dominano la Locride. Rappresenta uno dei pochi esempi di architettura alto medioevo Calabrese. Il castello, insieme a quelli vicini e simili di Gerace, Stilo, Amendolea, Sant’Aniceto rientrava in un sistema difensivo di età normanna volto a controllare la costa ionica meridionale. Con il passaggio della Calabria sotto il dominio degli Svevi, tale struttura fu ristrutturata ed ampliata, creando il vero e proprio castello, con l’aggiunta di alcune torri rettangolari. Da questo momento vennero scritti documenti che ne danno notizia. Nel corso del XIII secolo il castello divenne il centro di comando del fiorente feudo di Condojanni. Il castello divenne nei secoli proprietà di famose ed illustri dinastie siciliane, tra le quali i Ruffo di Calabria, i Marullo, i Carafa, principi di Roccella.

4- Castello di Ardore

Esiste l’antico Castello Feudale costruito dai baroni di Ardore prima del 1600. E’ un edificio quadrato con quattro torri ai quattro angoli, due rotonde e due quadri. Nel fondo di queste si aprivano dei trabocchetti che, per vie sotterranee andavano a mettere capo, secondo la tradizione, in diversi e lontani punti del territorio, e uno di essi, quello a sud, al Castello Feudale del vicino Bovalino. Il Castello era ben fortificato, nelle torri e nelle mura si vedono, ancora, molte feritoie e, sino al 1847 si conservavano due colubrine. Tra il ponte levatoio e la facciata principale esisteva un bel giardino, che nel 1882 fu espropriato per ingrandire la Piazza Umberto I. Il Castello di Ardore era considerato tra i migliori del circondario.

5- Castello di Gerace

Il castello di Gerace sorge proprio in cima all’amba rocciosa intorno alla quale si sviluppò l’originario centro abitato del paese. Edificato secondo alcuni nel corso del VII secolo d.C. come semplice fortificazione, il maniero esisteva di certo già a metà del X secolo, quando all’arrivo delle truppe bizantine, venne raso al suolo insieme alla devastazione dell’intera cittadina. Il castello, oggi allo stato di rudere, sorgeva sulla rocca più alta a dominio della vallata sottostante. Ristrutturato completamente e potenziato dai Normanni nel XI secolo, esso andò soggetto nel corso del tempo a diverse distruzioni, causate principalmente dai continui e violenti terremoti che investirono questa parte di Calabria. Ad ogni distruzione seguivano puntuali ricostruzioni e rimaneggiamenti. Per la sua posizione in cima alla rupe a dominio della vallata, il castello normanno di Gerace è meta di turisti e visite guidate, nonostante sia oramai ridotto a rudere.

 

6- Castello di Roccella Jonica

Il Castello è situato su un promontorio roccioso a 104 m. s.l.m. e sovrasta l’intero paese. Fondato in periodo normanno da Gualtieri De Collepietro, successivamente la proprietà passò alla famiglia Ruffo per diverse generazioni, poi a Galeotto Baldaxi, un personaggio noto per le sue imprese militari durante la guerra di re Alfonso. In seguito, al marchese di Crotone Antonio Centelles e, infine dal 1479 al 1806, alla nobile famiglia Carafa della Spina, dalla quale è stato in parte rimaneggiato e restaurato. Questo edificio monumentale, potente nella sua struttura, costituì un inespugnabile baluardo, resistendo agli assalti del corsaro turco Dragut Pascià, nel 1553. Numerosi sono i ruderi del nobile palazzo, conservante un magnifico portale litico, sormontato dallo stemma, in pietra calcarea ed eroso dal tempo, dei principi Carafa della Spina. Nel campanile della chiesa era installato un orologio che rintoccava le ore sulla campana, la cui impronta circolare è ancora visibile.

7- Castello di Caulonia

Il castello, che forse, dette il nome alla città e del quale non si conosce il fondatore, fu residenza di Malgeri d’Altavilla. Costruito, comunque, in stile normanno, fu successivamente abitato dalla famiglia Carafa.  In seguito al trasferimento a Napoli dell’ultimo marchese Carlo Maria Carafa, l’antico baluardo fu sede dei castellani fino a quando il terremoto del 1783 lo devastò. “Il castello era di figura esternamente irregolare, fortificato con scarpa e controscarpa, circondato da alcuni torrioni e nei vani anteriori munito con pietre vive e cancelli di ferro”. Munito di milizie e di artiglieri, il castello era separato dalla piazza da un fosso “manofatto”: il collegamento avveniva tramite un ponte elevatoio. Nell’aprile del 1842 i ruderi del castello risultavano di proprietà di un certo Ilariantonio Taranto che, dopo aver coperto il fosso e reso fisso il ponte levatoio, impiantò un filatoio di seta, che durò pochissimo. Nel 1897 i ruderi del castello, passati alla famiglia Gallo, passarono ulteriormente a quella degli Scalisi e così via fino alla famiglia D’Amato, la quale ancora oggi gode del privilegio di abitare all’ombra del vetusto baluardo normanno.

8- Castello di Gioiosa Ionica

Il castello sorge a strabiombo lungo il corso della fiumara galizzi, a cinque chilometri dalla costa, sulla sommità del promontorio roccioso dove nel corso dei secoli ebbe inizio lo sviluppo dell’abitato gioiosano. Il castello è a pianta più o meno triangolare e presenta due torri dislocate agli angoli esposti ad oriente e occidente. L’analisi delle fonti induce a ritenere che la costruzione del castello vada collocata durante il periodo svevo (1194-1265) o nei primi decenni del dominio angioino (1266-1443). Il castello, appartenuto alle famiglie Caraccciolo e Carafa, dalla fine dell’ottocento è di proprietà dei marchesi Pellicano. L’ingresso è posto sull’antico fossato, presso la parete meridionale, e immette in un lungo corridoio che separava le due ale del complesso, l’orientale e l’occidentale. A tale ingresso si accede attraverso un ponte in muratura con annessa scalinata. Al di qua del fossato si trova un edificio signorile che a partire dalla metà del seicento è stato adibito a palazzo baronale e dimora del feudatario.

 

9- Castello di Placanica

Costruito dapprima come monastero intorno al 1300, fu adibito poi a castello durante la dominazione spagnola. Sorse ad opera dei frati basiliani che intorno all’anno Mille salirono lungo il corso della fiumara Precariti. Attorno all’antico monastero sorsero le umili casupole, inglobate nell’odierno rione San Leonardo. L’edificio, per la mancanza di merli e feritoie, ha più l’aspetto di dimora nobile che di fortezza. Fu trasformato in residenza ad opera dei feudatari che vi si alternarono: Caracciolo, De Licandro, D’Aragona D’Ayerbe, Passerelli, i frati domenicani di Suriano e i Musitano. Da questi, per matrimonio, passò ai Clemente di San Luca, del cui feudo faceva parte anche la sontuosa villa di Scinà, oggi proprietà della famiglia Caristo della vicina Stignano. L’ultimo erede del marchese Clemente lasciò il castello nel secolo XVIII; da allora questo decadde e divenne dimora comune per una ventina di famiglie e tale rimase fino a quando la disastrosa alluvione del 1951 non lo rese inabitabile. Difronte alla facciata del castello si trova un giardino, oggi villa Panajia. Sono in corso lavori di restauro dell’edificio.

10- Castello di Stignano

Il castello di San Fili, o casino di San Fili, si trova nel comune di Stignano, nella città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria. Fu costruito agli inizi del XVIII dalla famiglia Lamberti ed è sottoposto a vincolo di tutela dal Ministero dei Beni Culturali. L’edificio venne costruito tra il 1711 e 1720 per volere del capitano Giuseppe Lamberti, patrizio della città di Stilo, e progettato da Vincenzo Lamberti. Il fortilizio sorge in un territorio anticamente denominato “feudo di San Fili”, che aveva fatto parte dei corpi feudali dell’Università di Stilo sino alla metà del XVII secolo, quando era stato acquistato dal napoletano Antonio Pulce e poi rivenduto ad Antonio Lamberti nel 1696. Giuseppe Lamberti, nipote di Antonio, dopo l’edificazione del “casino”, acquistò nel 1721 la vicina torre di guardia di San Fili. Nel 1894 il casino e il suo podere vengono venduti dalla famiglia Lamberti a Ponziano Alvaro, che apporterà all’edificio delle trasformazioni per renderlo più consono all’ uso di residenza.

11- Castello di Stilo

La prima attestazione del Castello Normanno risale al 7 maggio del 1093. La sua nascita segue l’avvento dei normanni nel 1072 d.c., conquistatori del borgo di Stilo. Essi infatti prescelgono il borgo, per la sua posizione strategica a dominio dell’intera Vallata dello Stilaro, come regio demanio, vale a dire città sotto il diretto controllo del re, ruolo mantenuto anche nelle dominazioni sveve, angioine e aragonesi.  Eretto da Ruggero il Normanno nella seconda metà del XI secolo, per meglio dominare la sua città irrequieta, l’affascinante castello medievale, domina incontrastato il territorio circostante. La zona centrale del Castello era una chiesa-cappella con un altare principale e 4 altari adiacenti ai muri del locale. Di questa area, sopravvivono solo alcuni tratti dei muri portanti, ma non è stata ancora stabilita la datazione di questi ultimi. Il Castello era cinto da varie opere di difesa che lo rendevano assolutamente inespugnabile. Nel 2015 è stata realizzata una piccola monorotaia, al fine di favorire l’accesso a questo luogo mozzafiato.

 

 

 

Progetto cura di; Leonardo Condemi e Noemi Macrì (Servizio Civile Universale Brancaleone;  Torri Costiere e Montanare, le sentinelle dimenticate della Calabria).

 

Domenica 21 Agosto; alla scoperta della Valle degli Armeni

Un’escursione breve ma intensa, che ci porterà alla scoperta della famosa degli armeni, ma anche del mondo bizantino, con i suoi monumenti e resti archeologici di superficie. Sarà un viaggio emozionante, ricco di contrasti paesaggistici e culturali, in un entroterra intriso di profumi e spiritualità.

Prima tappa del pomeriggio sarà il Monumento Bizantino di Santa Maria di ridetti (Staiti) con immerso in una silente vallata, ci farà percorrere la storia dal periodo ellenico sino all’età moderna. Oggi l’abazia si presenta in stato di rudere ben conservato, con ancora integre le evidenze architettoniche di questo edificio tra i più unici del territorio dell’area Grecanica.

Ci si sposterà sempre in Auto verso Rocca Armenia di Bruzzano Zeffirio, qui un complesso fortilizio e di una città cinta da mura, ci condurrà nel medioevo, alla scoperta del perchè e del come gli armeni abbiano influenzato questo territorio, crocevia di popolazioni, ma anche baluardo della cultura antica di tutta la Calabria.

Una breve visita ai resti del castello e ad una grande caverna, ci porterà alla scoperta dei panorami di tutta la vallata che si affaccia sul mar ionio, ma una visita all’arco trionfale dei Principi Carafa coronerà questa escursione con scorci su un passato glorioso.
Gran finale con la degustazione di vini locali, per brindare all’estate al calar della sera…

 

–PROGRAMMA–

Ore 17:00 Raduno e registrazioni partecipanti (Piazza Chiesa Parrocchiale Maria S.S. Annunziata (frazione Paese Nuovo) LINK POSIZIONE GOOGLE MAPS
Ore 17:15 Partenza con le proprie auto per Santa Maria di Tridetti (15 minuti in auto)
Ore 17:30 arrivo a Santa Maria di Tridetti -Staiti ( parcheggio automobili)- visita al complesso storico monumentale
Ore 18:30 Partenza per Bruzzano Vetere – Rocca degli Armeni (Parcheggio automobili) passeggiata immersiva fra i ruderi del centro storico antico, castello, arco dei principi.
Ore 19:30 – Brindisi al tramonto
Ore 20:00 Fine e Saluti e partenza per il rientro alle auto.

 

–SCHEDA TECNICA–

ESCURSIONE: T (Turistica)
LIVELLO DI DIFFICOLTA’: Facile
PRESENZA D’ACQUA: NO (Bruzzano Vetere)
–EQUIPAGGIAMENTO CONSIGLIATO–

Scarpe comode o chiuse (meglio da ginnastica), Cappellino, occhiali da sole, scorta d’acqua (almeno 1,5lt), crema o spry anti-zanzare (facoltativo)

 

–COME PARTECIPARE–

Prenotazione obbligatoria telefonando al numero 347-0844564 fornendo il proprio nome e cognome (entro e non oltre il 20 Agosto 2022) anche WHATSAPP!

–QUOTA DI PARTECIPAZIONE–

La partecipazione ha un costo simbolico di 10€ (quale contributo volontario per il sostegno delle attività della Pro Loco di Brancaleone) da versare sul luogo dell’appuntamento.

–ISCRIZIONI LIMITATE–

PER UN MINIMO DI 10 PERSONE ED UN MASSIMO DI 30 PERSONE!
*I minori sotto i 18 anni possono partecipare se accompagnati e sotto tutela di un adulto

–NOTE IMPORTANTI–

*Ogni partecipante è tenuto ad equipaggiarsi di mascherine monouso marchio CE, disinfettante/gel mani, a tenere le distanze previste dalle regole anti-contagio (almeno 1,5mt),

*Trattandosi di attività all’aperto, ogni partecipante è pregato di attenersi alle regole anti-covid.

*L’organizzazione si esime sin da ora da ogni responsabilità civile o penale che possa derivare da infortuni durante lo svolgimento dell’escursione, ognuno partecipa volontariamente ASSUMENDOSI LA PROPRIA RESPONSABILITA’.

 

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