Il turismo religioso in Italia ed Europa è una vacanza evoluta che non presenta solo profili ludici o culturali, ma vuole cercare emozioni particolari visitando i luoghi religiosi. In Italia, ma anche nel resto d’Europa, questa nuova frontiera del turismo è in forte espansione, in controtendenza all’attuale crisi, e mette a disposizione dei fedeli interessanti offerte per raggiungere le destinazioni più prestigiose.

Perfino le agenzie di viaggio si stanno specializzando per poter al meglio soddisfare ogni tipologia di richiesta, sia per singole persone, sia per gruppi organizzati fornendo adeguate offerte.

Il turismo religioso sta vivendo un momento particolarmente fortunato legato alla possibilità di esplorare territori carichi di fascino e simbologie. Un viaggio religioso è un percorso fatto in modo consapevole; si parte con l’intento della scoperta e dell’arricchimento culturale oltre che religioso. Sono viaggi che escludono le corse frenetiche con itinerari sovraffollati, ma che danno la priorità al piacere della scoperta.

Anche la Calabria, con la sua ricca offerta di siti di interesse, offre una ricca offerta spirituale, che unisce non solo il piacere di scoprire e riscoprire il culto e la devozione ai Santi, ma anche un modo per viaggiare, conoscere luoghi, borghi e territori dal fascino unico ed immutato.

In questo itinerario ne abbiamo selezionato, dieci fra i santuari e i siti di interesse spirituale, che non è una classifica, ma è un itinerario che si pone l’obbiettivo di far conoscere l’essenza stessa di una Calabria mistica e spirituale, che offre, e sa offrire valide alternative turistiche, in grado di competere con i maggiori Santuari.

 

1) Reggio Calabria – Madonna della Consolazione

La festa di Santa Maria Madre della Consolazione, o più comunemente chiamata festa della Madonna della Consolazione, è il principale evento religioso e civile della città di Reggio Calabria. E’ celebrata in onore della compatrona della città. La festa prende avvio la mattina del secondo sabato del mese di settembre con la processione della sacra Effigie, che dalla Basilica dell’ Eremo viene portata alla Basilica Cattedrale. Una seconda processione, che segue un percorso nel centro storico cittadino, avviene il martedì immediatamente successivo. La sacra effige della Madonna, collocata su una pesante vara, viene trasportata in processione dalla collina dell’ Eremo fino al Duomo, dai famosi “portatori”, che a spalla conducono il quadro attraverso un percorso cittadino che si snoda fra ali di folla in preghiera e giubilo.

2) San Luca (RC) Santuario della Madonna di Polsi

Il Santuario Madonna di Polsi (noto anche come santuario della Madonna della Montagna, è un santuario situato presso la frazione di Polsi del comune di San Luca e fa parte della Diocesi di Locri-Gerace. Sulla Madonna si raccontano molte leggende. Una di queste vuole che nel XI secolo alcuni monaci si siano spinti nel cuore dell’Aspromonte, ai piedi di Montalto, dove fondarono una piccola colonia e chiesa. Secondo un’altra versione tradizionale, molto diffusa, nell’XI secolo un pastore di nome “Italiano”, intento a cercare una giumenta smarrita in località Nardello, scorse l’animale che disotterrava una croce di ferro, qui gli sarebbe apparsa la Vergine col Bambino, chiedendogli che fosse costruita in quel luogo una chiesa a lei dedicata. Tutt’oggi all’interno del santuario vengono conservate una statua in tufo di provenienza Messinese, il cui peso sfiora gli 8 quintali, e la Santa Croce, ritrovata dal pastorello “Italiano”. La festa ogni anno si tiene il 3 Settembre, ed ogni 25 anni avviene uno dei momenti più solenni ed attesi dai fedeli, che giungono da tutto ul sud Italia, l’incoronazione della madonna. Altra solennità importante è il giorno dell’Esaltazione della croce il 14 settembre.

 

3) Riace (RC) Santuario dei Santi Cosma e Damiano

La festa dei Santi Cosma e Damiano di Riace è una festa che si svolge dal 25 al 27 settembre ogni anno a Riace (RC) in onore dei santi Cosma e Damiano. La festa avrebbe avuto origine nel 1669 quando a Roma giunsero le reliquie dei due santi, i quali divennero i Patroni della città nel 1734. La festa dei Santi Medici attrae ogni anno una grande affluenza di fedeli e le comunità Rom e Sinti devoti dei santi medici considerati loro protettori le cui radici sono molto antiche e profonde. Arrivano da tutta la Calabria per onorare, anche, il Beato Zeferino Giménez Malla, detto “El Pelé” (1861-1936). Ciò che caratterizza questa festa e la procesisone dalla Chiesa del Paese sino al Santuario, è la processione che è seguita da balli tradizionali come la tarantella suonata con strumenti tipici della tradizione, accompagnata dai balli e soprattutto abiti tradizionali che le comunità Rom o Sinti vestono fanno indossare anche ai bambini in segno di devozione o per grazia ricevuta.

 

4) Paola (VV) Santuario di San Francesco

E’ stato un religioso italiano, proclamato santo da papa Leone X l’1 gennaio 1519. Eremita, ha fondato l’Ordine dei Minimi. Francesco nacque a Paola, in Calabria Citeriore, Regno di Napoli (oggi in provincia di Cosenza). Il 27 maggio 1416 da Giacomo Martolilla, e Vienna da Fuscaldo. La famiglia di Giacomo proveniva da Cosenza, e ancora prima originaria da Messina. Il nome viene dato al bambino in onore a san Francesco d’Assisi, per l’intercessione del quale i due coniugi chiesero la grazia di un figlio, pur trovandosi già in età avanzata. Alcuni anni dopo nacque la figlia Brigida. Fin da piccolo , Francesco fu particolarmente attratto dalla pratica religiosa, denotando umiltà e docilità all’obbedienza. All’età di tredici anni narrò la visione di un frate che gli ricordava il voto fatto dai genitori. Poi trascorse un anno in convento adempiendo alla promessa dei genitori

5) Palmi (RC) San Fantino di Taureana

Il complesso archeologico di San Fantino è un’area ubicata a Taureana frazione di Palmi e prospetta sulla piazza di San Fantino. Composta da una chiesa ottocentesca, dai resti precedenti chiese paleocristiane e medievali e dalla “cripta di San Fantino”, luogo cristiano piu’ antico della Calabria che conservava un tempo le sfoglie del santo. Nel 1952 , nella chiesa di San Fantino già in stato di abbandono per la costruzione nel nuovo luogo di culto in un’altra zona di Taureana, vennero effettuati degli scavi che portano alla luce, in maniera del tutto fortuita, la cripta di San Fantino, nella quale probabilmente era sepolto il santo titolare. Negli scavi del 1993 emersero anche le pavimentazioni anche della chiesa ricostruita nel 1552 dal conte Pietro Antonio Spinelli feudatario di Seminara e Palmi. Di questa chiesa sono state rinvenute le mura interne allineate sull’asse est-ovest con ingresso a nord.

6) Melicuccà (RC) Grotta di Sant’Elia

Secondo la “vita” fonte principale per la sua biografia, scritta da un anonimo monaco e raccolta in unico manoscritto , scritto nel 1308 nel monastero di s. Salvatore in lingua Phari a Messina, Elia nacque a Reggio Calabria da famiglia agiata fra l’860 e l’865. Da bambino in un grave incidente perse una mano e perciò ebbe dai contemporanei il soprannome di (moncherino). Appena diciottenne decise di farsi monaco intraprendendo cosi un lungo cammino spirituale che lo portera’ alla santità. La prima tappa di questo percorso e’ il ritiro a vita eremitica nella chiesa di s. Aussenzio nelle pendici di un monte presso Taormina . Succesivamente Elia, condusse un pellegrinaggio per visitare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma, dove ebbe la possibilità di conoscere l’esperto Ignazio che lo educo’ alla vita monastica. Finito questo periodo di apprendistato Elia rientra nella sua Reghion per unirsi ad uno anziano monaco allora famoso, Arsenio, che viveva al tempo nel monastero di Santa Lucia, è qui che riceve l’abito monacale. Fonte: FAI Fondo Ambiente Italiano

7) Paravati (VV) Natuzza Evolo – Santuario Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime

Natuzza Evolo, è stata una mistica, nacque a Paravati, frazione del comune di Mileto. Il padre, Fortunato, qualche mese prima che lei nascesse, nella speranza di poter contribuire economicamente al sostegno familiare emigrò in Argentina, da dove non sarebbe tornato mai più, formando una nuova famiglia. La madre, Maria Angela Valente, rimasta sola con numerosi figli da accudire, si adattò ai lavori più umili per sfamare la famiglia. La bambina non ricevette una particolare formazione religiosa, anche perché la condotta di sua madre era abbastanza chiacchierata in paese. A 14 anni, per aiutare la famiglia ando’ a lavorare come domestica in casa dell’avvocato Silvio Colloca, guadagnandosi subito la fiducia della famiglia . Ma dopo poco tempo Natuzza fu al centro di presunti fenomeni paranormali, quali la visione di persone che erano gia’ defunte. Nel 1941 Natuzza si licenziò da quel lavoro, andò a vivere presso la nonna paterna e pensò di farsi suora, ma questa idea gli fu sconsigliata, proprio perché era protagonista di questi fenomeni “inquietanti”.

Fonte: giornaledicalabria.it

 

8) Cerchiara di Calabria (CS) Santuario della Madonna delle armi

Il santuario di Santa Maria delle Armi, è un complesso monumentale, di origine medievale, della Calabria. Si trova nel territorio di Cerchiara di Calabria alle pendici del monte Sellaro . Il titolo Madonna delle Armi deriva dal greco (Ton armon) ossia “delle grotte, degli anfratti”, con riferimento ad alcune grotte del monte Sellaro. L’odierno santuario sorge su un antico sito monastico bizantino, alle pendici del monte Sellaro, anche noto come monte santo. Già prima nel X secolo si ha notizia nella vita si san Saba di un monachus ascetarii Armon ( un monaco proveniente dall’ascetario delle armi) e, poco distante dell’esistenza del celebre monastero bizantino di sant’Andrea, guidato dagli abati (egumeni) Pacomio e e san Gregorio da Cerchiara. Nel 1192 una ricca donazione in greco di un facoltoso cherchiarese, Gervasio Cabita, menziona, tra gli altri benefici, il monastero femminile di Santa Maria delle Armi e la sua chiesa.

 

9) Serra San Bruno (VV) La Certosa di San Bruno

Bruno era nato a Colonia, in Germania, intorno al 1030. Studiò lettere a Reims e teologia nella sua città natale. Divenuto maestro alla scuola della Cattedrale di Reims, da lui diretta, ebbe fra i suoi allievi, il monaco benedettino Ottone di Châtillon, che nel 1088 diverrà papa con il nome di Urbano II. Fu costretto ad abbandonare la sua terra e la scuola a causa di forti dissidi con il vescovo Manasse di Gournay (1067 – 1082). Il vescovo Ugo di Grenoble che lo aiuterà donandogli un terreno, secondo la tradizione, vide in sogno sette stelle che indirizzavano sette pellegrini in un luogo solitario, nel cuore della Chartreuse, e fu proprio assieme a sei compagni che, nel 1084, Bruno eresse la casa madre: la Grande Chartreuse, dove si dedicherà alla vita contemplativa. Alcuni anni dopo, papa Urbano II lo scelse come consigliere privato e lo convocò a Roma, dove risiedette per alcuni anni. Rifiutata la nomina arcivescovile di Reggio Calabria, Bruno si stabilirà nella località detta La Torre (oggi Serra San Bruno), sulle terre del conte Ruggero d’Altavilla, dove eresse nel 1094 l’Eremo di Santa Maria, mentre a poco meno di 2 km più a valle, fondò per i conversi il Monastero di Santo Stefano. Bruno morì nella certosa calabrese il 6 ottobre 1101.

10) S. Domenica di Placanica (RC) – Santuario della Madonna dello scoglio

La storia di questo Santuario, è legata a doppio filo con quella di Fratel Cosimo, infatti, l’uomo ha più volte ricevuto la visita della Santissima Vergine, la prima volta fu nel maggio del 1968, poco dopo l’imbrunire, mentre Cosimo Fragomeni era intento nel portare agli animali del fieno. In quell’occasione la Madonna gli Chiese di costruire sul luogo della sua apparizione una Cappella, per permettere alle genti di pregare. Altre apparizioni si susseguirono, insieme ad eventi miracolosi, dopo la costruzione della Cappella, Fratel Cosimo chiese ad un pittore di Caulonia di nome Ilario Tarsitani, di dipingere un’immagine della Madonna, secondo la sua visione. In seguito Fratel Cosimo ebbe un’altra visione, da un punto del terreno sgorgava dell’acqua miracolosa, ebbene nell’Ottobre del 2001 durante la Messa, sentì lo scroscio di acqua come quella di una cascata. Cosimo divenne terziario francescano il 17 gennaio 1987 e per circa 10 anni di fila ha ricevuto le visite della Vergine, lui si è sempre appuntato le sue parole e si premurò di consegnarle al parroco.

11) Seminara (RC) Monastero dei Santi Elia e Filarete

Il Monastero dei Santi Elia il Giovane e Filarete l’Ortolano a Seminara, uno dei più interessanti Monasteri Ortodossi presenti nel Sud Italia, che richiamò l’attenzione in passato di regnanti e papi. Secondo la tradizione, Sant’Elia il Giovane ebbe una visione in Antiochia di Siria in cui gli venne indicato dove edificare “l’ascetica palestra”: si trattava dell’antica Vallis Salinarium (Valle delle Saline), l’attuale Piana di Gioia Tauro, in un luogo a due chilometri a nord-est di Seminara. Gli storici datano nell’anno 884 la costruzione del cenobio, inizialmente concepito come asceterio. Presto accorsero i primi discepoli, fra i quali il monaco Saba, e divenne meta di pellegrinaggio. Il monastero imperiale di S. Elia fu assegnato da Roberto il Guiscardo nel 1062 all’abbazia benedettina di S. Maria, nella valle di Nicastro, nel luogo detto di San’Eufemia. Nel periodo normanno il monastero, continuò ad essere un importante luogo di culto, meta di tantissimi pellegrini desiderosi di venerare le miracolose reliquie dei santi protettori del cenobio. Il nome Filarete secondo la tradizione latina significa “pescatore”, mentre secondo quella greca significa “amante della virtù”. Morì nel 1070 e fu seppellito nel cenobio di Seminara che nel 1133 venne dedicato dai latini anche a lui, oltre al fondatore Elia. A Seminara, nella Basilica della Madonna dei Poveri fu custodito un avambraccio del santo in un reliquiario d’argento proveniente dal monastero, e anche il cranio fu rinchiuso in un reliquiario d’argento, probabile lavoro di scuola messinese del 1717.

Fonte; Alfonso Morelli team Mistery Hunters

 

12) Bivongi (RC) San Giovanni Theristis

Il Monastero di San Giovanni Theristis, a Bivongi è l’unico in Italia fondato dai monaci del monte Athos (in Grecia. Il monastero venne intitolato a San Giovanni Theristis perché si racconta che nell’XI° secolo, in questo territorio, sia vissuto San Giovanni, un giovane monaco nato a Palermo, al quale si attribuiscono molti miracoli tra i quali quello dell’improvvisa mietitura del grano a Maroni. Da qui l’appellativo di Theristis, che appunto significa mietitore. Con la costituzione dell’Ordine Basiliano d’Italia nel 1579 l’edificio divenne uno dei maggiori cenobi della congregazione religiosa greco-ortodossa “uniate”. Nel XVII° secolo, a causa delle scorrerie di alcuni briganti, i monaci abbandonarono il monastero e si trasferirono a Stilo nel convento di S. Giovanni Theristis fuori le mura dove vennero traslate le reliquie del “Mietitore” e dei Santi Nicola e Ambrogio. All’inizio del XIX° secolo, in seguito alle leggi napoleoniche, la basilica divenne proprietà del comune di Bivongi e dal 1994 i monaci greco-ortodossi del monte Athos vivono stabilmente nel monastero. Il piccolo monastero con alcune celle , rimane a sinistra del grande portale granitico attraverso il quale si accede al cortile e quindi alla basilica. In fondo al cortile rimangono i ruderi del vecchio monastero. Attualmente ci vive una comunità di monaci ortodossi rumeni.

Fonti: https://borghidellariviera.wordpress.com/il-monastero-bizantino-di-s-giovanni-theristis/

13) Crotone – Santuario della Madonna di Capocolonna

La tradizione di questo Santuario vuole che l’immagine della Vergine sia stata portata a Crotone da S. Dionigi Aeropagita, primo Vescovo di Crotone, e che sia stata dipinta da S. Luca. La sacra l’immagine su tela è probabilmente opera bizantina, nel corso dei secoli ha subito vari restauri ad opera di artisti diversi. La tradizione narra che, nel 1519, i turchi assediarono la città di Crotone mettendo a ferro e fuoco tutto. Nella loro opera di distruzione, essi non risparmiarono gli edifici sacri: distrussero tutto ma, quando provarono ad incendiare la tela della Vergine non vi riuscirono. Intimoriti dall’accaduto, i turchi buttarono il quadro in mare; ma presto, questo riapprodò dolcemente a riva dove venne trovato e portato in salvo da un pescatore. Da allora la sacra icona è conservata presso la cappella ottocentesca del Santuario di Santa Maria di Capocolonna e onorata con una grande festa che si tiene la terza domenica di maggio. L’opera su tela è certamente di stile bizantino. Nel V secolo a.C., dove oggi sorge il Santuario, emergeva un tempio pagano – in stile dorico- dedicato alla Dea Hera Lacinia, che conteneva immensi tesori tra cui la Veste di Alcistene. Sul promontorio Lacinio ora sorge la chiesa dedicata alla Madonna di Capo Colonna: al culto pagano di Hera, la dea più importante dell’Olimpo, si è sostituito il culto cristiano della Madonna regina dei cieli.

14) Gimigliano (CZ) Santuario della Madonna di Porto

Le origini dello splendido e mistico santuario calabrese affonda le sue origini nella storia del giovane ladruncolo Pietro Gatto, e all’anno 1751. Il culto alla Madonna di Gimigliano risaliva tuttavia al 1626, quando il popolo di Gimigliano di proclamare la Vergine di Costantinopoli protettrice del paese per difendersi dalle catastrofi naturali.La Basilica permette infatti l’incontro dei pellegrini con il Signore nel bel mezzo della pace della natura, come vera “oasi” di silenzio, preghiera, incontro, in cui attingere alle sorgenti della Parola e della Comunione. Negli anni infatti il Santuario della Madonna di Porto è diventato uno dei centri più famosi della spiritualità mariana in Calabria, e il messaggio che la Madonna di Porto affida ai suoi pellegrini è piuttosto eloquente. Maria chiede a tutti i suoi figli, infatti, “la conversione come cambiamento di mentalità e comportamenti di vita”.

 

15) Torre di Ruggiero (CZ) Santuario della Madonna delle Grazie

Il Santuario della Madonna delle Grazie, sorge nel cuore delle serre calabresi e trae le sue origini al tempo dell’iconoclastia, quando i monaci basiliani in fuga dall’oriente fondarono in questo luogo una Dacia basilina. Il 17 aprile del 1677 due ragazze del luogo, Isabella Cristello e Antonia De Luca, andarono al Santuario per pregare e qui mentre erano raccolte Isabella guarì dal male che da tempo l’ affliggeva e contemporaneamente le due giovani assistevano alla visione celestiale della Vergine che chiedeva di essere in quel luogo riverita dai popoli vicini e lontani e da quel luogo, Lei avrebbe dispensato abbondanti le sue grazie e i suoi favori. Le grazie nei giorni seguenti si susseguirono senza numero e man mano che la notizia si divulgava, sempre più gente si recava in processione per assistere agli eventi prodigiosi. Distrutto dal terremoto che il 5 febbraio del 1783, 74 anni dopo la Madonna stessa tornò per destare la secolare devozione, apparendo alla contadina torrese, Pascale luna, chiedendo la ricostruzione del Santuario. Ma i mezzi necessari mancavano e così il popolo piano piano dimenticò la promessa della ricostruzione. Il pomeriggio del 10 aprile 1858, sabato in albis, mentre lavorava il terreno nei pressi del Santuario vide zampillare una polla d’acqua e ricordandosi che proprio in quel luogo la tradizione ricordava una fonte, si dissetò e si lavò gli arti doloranti guarendo all’istante. Commosso dal prodigio corse in paese e i torresi capirono che era l’ennesimo segno voluto dalla Madonna per ricostruire il suo Santuario. L’8 maggio dello stesso anno la cuiria vescovile di Squillace autorizzò la ricostruzione della Chiesa che in tempi brevissimi per quel perido fu ultimata e consacrata l’8 settembre 1858. La nuova statua della Madonna delle grazie fu un dono di Vittorio Emanuele II. La festa principale della Madonna si celebra l’8 settembre.
Fonti: FAI Fondo Ambiente Italiano

 

Sono innumerevoli i Santuari e luoghi mistici caratterizzano la nostra regione, in un percorso spirituale che affonda le proprie origini in tempi remoti.

Qui https://www.viaggispirituali.it/santuari-in-italia/santuari-della-calabria/ una lista completa dei luoghi della fede Calabresi che esprime tutto il carattere spirituale e religioso di una regione, da secoli considerata una “terra benedetta”, che diede natali e ospitalità a numerosi Santi, che oggi fanno parte del nostro bagaglio culturale, spirituale, religioso e artistico.

PROGETTO:

Itinerari culturali e sostenibilità sociale nel meridione d’Italia a cura di; Alessandra Sgrò e Antonino Guglielmini.

Copertina a cura di Leonardo Condemi

 

Si ringraziano le fonti e gli autori delle immagini.