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7 Maggio- Progetto Pòleis alla scoperta di Gallicianò e Castello dell’Amendolea

Domenica 7 Maggio, il Progetto #Poleis, promosso da Kalabria Experience approderà nel borgo dei Greci di Calabria; #Gallicianò, borgo “emblema” dell’area grecanica, dove non è raro ascoltare ancora i suoi abitanti parlare il greco di Calabria. La Giornata si avvarrà della collaborazione dell’Associazione Il Giardino di Morgana, che ci porterà a scoprire il borgo e le sue meraviglie, per poi condurci nel magico castello dei Ruffo dell’ #Amendolea.

Gallicianò offrirà l’occasione per conoscere ed ammirare, tutte le bellezze storiche ed architettoniche del borgo, con la visita alla Chiesa di San Giovanni (Patrono del Paese), la Via dei Frantoi, il Museo Etnografico, la Fonte degli Innamorati, la Chiesa di Santa Maria di Grecia, e gustare insieme le tipicità gastronomiche del borgo.

Nel Pomeriggio ci si trasferirà a valle, verso il Castello dell’Amendolea che domina dal punto più strategico della vallata, la grande Fiumara Amendolea. Qui entreremo nella storia del Castello, nel suo complesso fortificato dove ancora insistono i ruderi dell’antico borgo con la sua chiesetta dell’Annunziata nel cuore del borgo ormai fantasma.

UN ITINERARIO TURISTICO:

Un’escursione turistica adatta a tutti, che permetterà di cogliere la bellezza di questi luoghi ancora ammantata di misteri ma anche di tanta storia, che dal mattino al pomeriggio, con i colori che cambiano, permettono di regalare scenari incantevoli.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:00 raduno e registrazione partecipanti presso fontana Amendolea in prossimità del ponte che attraversa la fiumara (vedi mappa https://goo.gl/maps/bEkL2euiQ3u6Av2i8)
Ore 09:20 Spostamento in auto verso Gallicianò
Ore 09:45 Arrivo a Gallicianò e visita nel borgo, con tappe: alla Chiesa San Giovanni, la via dei Frantoi, il Museo Etnografico, la Fontana degli Innamorati, e la Chiesa S. Maria di Grecia.
Ore 12:30 Pranzo presso Agriturismo Gallicianò
Ore 15:00 Partenza da Gallicianò verso il castello dell’Amendolea
Ore 15:45 Arrivo al Castello dell’Amendolea – passeggiata nel complesso fortificato
Ore 17:00 Fine esperienza e saluti

 

SCHEDA TECNICA ITINERARIO TURISTICO:

Escursione di tipo: T (Turistico)
Difficoltà: Facile
Adatto ai Bambini: SI (se accompagnati da un adulto) 

 

CONSIGLIABILE:

Indumenti a strati e adatti al periodo, scarpe comode (snikers), k-way, cappellino, occhiali da sole, crema solare, zainetto leggero, borraccia d’Acqua almeno 1.5lt.

 

COME PARTECIPARE?

Entro e non oltre il 4 Maggio, telefonando o mandando un messaggio WhatsApp al Numero 3470844564  (fornendo il proprio nome e cognome)

 

ESCURSIONE A NUMERO LIMITATO

Max 30 partecipanti.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

12€ (quale contributo volontario a sostegno del progetto) + 18€ Pranzo (1 Antipasto casereccio, 1 Primo; Maccheroni al ragù, frutta di stagione, acqua e vino.

 

N.B.
L’escursione non prevede alcuna polizza assicurativa per eventuali infortuni. Ognuno partecipa volontariamente esonerando da ogni responsabilità civile o penale l’organizzazione.

 

amendolea

Amendolea; bagliori d’argento di una storia millenaria

Uno scrigno lucente in cui ogni ciottolo è pietra preziosa che risplende dal passato, incastonata in una valle antica; un affresco luminoso in ogni stagione dell’anno, anche in attesa del sole e illuminato dalla luna; un narratore silenzioso di Storie di popoli e culture al cospetto delle maestose montagne dell’Aspromonte. Un lungo e sinuoso filamento d’argento di giorno e un affascinante cratere lunare di notte: così la vallata dell’Amendolea si mostra in tutto il suo incanto e, nel cuore dell’area grecanica che la custodisce, narra millenni di storia. C’è una magia palpabile in questo luogo saldato tra cielo e terra.

AMENDOLEA

Frazione del comune di Condofuri, Amendolea (Amiddalia – Amigdala in greco di Calabria mandorleto) deve con ogni probabilità il suo nome ai mandorli in fiore che un tempo copiosi popolavano gli argini. La fiumara, il corso d’acqua più importante della provincia di Reggio Calabria, lungo 36 chilometri, un tempo navigabile secondo la penna antica e autorevole di Strabone, ha lasciato tracce vive in quello scroscio leggero e armonioso delle acque e in quel flusso trasparente che scorre delicatamente sopra le pietre a mormorare, a sussurrare instancabilmente che la storia da lì è passata lasciando segni. Oggi quel che sopravvive di questo torrente è traccia suggestiva, capace di ispirare rievocazioni intense di quanto maestosa essa sia stata al tempo dei Greci.

E’ ancora controversa se fosse questa o la fiumara di Palizzi a dividere le due gloriose colonie Magno greche di Rhegion e Lokroi Epizephirioi.

Dall’Aspromonte fino al mar Ionio, la fiumara dell’Amendolea approda al mare dopo aver bagnato Roccaforte del Greco, Roghudi e Condofuri, mentre Bova resta a dominare la valle ellenofona. Attraversa gole e dirupi, delinea curve e pendii, fluttua nelle cascate di Maesano e nel lago Olinda, in prossimità della contrada Santa Triada di Roccaforte del Greco, fino alla sua massima espansione in larghezza (pari a 500 metri) quando incontra il torrente Colella. Accoglie le acque del Menta nel suo incedere a valle e, giuntovi, accoglie la fiumara di Condofuri segnando nella montagna la Rocca del Lupo.

A dominare la vallata, il suo borgo di cui vi è traccia documentata dal 1099. Raggiunto a piedi dopo una salita ripida e addolcita da una flora variegata e pregna di tradizioni e memorie e dalla storia delle ere geologiche impresse sulle rocce, esso si presenta con un piazzale dal quale è possibile guardare ai ruderi dell’abside della chiesa di Santa Caterina, al campanile della chiesa di San Sebastiano, ai resti delle abitazioni private e a quelli della chiesa dell’Annunziata, orientata ad est, secondo la tradizione religiosa orientale.

Domina la vallata anche il Castello di epoca normanna che attraversò secoli e casate fino a giungere ai Ruffo di Bagnara, che la abitarono per ultimi quasi fino al 1800. Di esso restano rovine parlanti, come le avrebbe definite il giornalista e scrittore viaggiatore triestino Paolo Rumiz (qualora si fosse recato nel reggino anche lì oltre che ad Africo e Ferruzzano nei suoi viaggi tra le Dimore nel Vento); rovine che incorniciano il cielo e conducono ai resti di una cappella costruita in età normanna che nel suo secondo livello rivela la presenza di una chiesetta a pianta absidale, bizantina e pertanto orientata a sud.

Sui muri nessuna traccia degli affreschi, che pure ci saranno stati ad adornarla, e lì anche i resti di una piccola cisterna, anch’essa molto antica. Un grande camino fu costruito tra il XIII e il XV secolo. I suoi resti, con le altre rovine, sono sopravvissuti ai sismi del 1783 e del 1908.

Da vedere anche la chiesa nuova dell’Annunziata, con la Madonna con Bambino in marmo bianco della scuola del Montorsoli.

Il paesaggio, i colori e anche i sapori tra i bergamotti la cui essenza naturale è commercializzata nel mondo tramite il consorzio Bioassoberg, con sede a Melito Porto Salvo e di cui fa parte anche Ugo Sergi che, con la sua passione e la sua determinazione, valorizza la molteplicità dei prodotti derivanti dall’essenza naturale del nostro oro verde.

Non è solo la storia di questi luoghi a dover essere riscoperta e tramandata, a dover arricchire la nostra conoscenza e sanare la nostra smemoratezza; è anche la nostra economia a doversi interrogare sulla capacità di generare sviluppo, negato in loco e conquistato solo lontano, pur avendo a chilometro zero risorse di primo ordine come il bergamotto e talenti capaci di rispettarne l’essenza e di trarre un profitto etico, in armonia con la natura e l’ambiente.

By Anna Foti

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