Oggi vi vogliamo raccontare di un tesoro davvero poco conosciuto della nostra Calabria, ma molto affascinante e misterioso, infatti, un semplice masso con sopra alcuni segni ormai consumati dal tempo, nasconde segreti incredibili. Stiamo parlando della Stele di Mitra, scoperta da Sebastiano Stranges e dal compianto Luigi Saccà, un monumento megalitico situato nel comune di Melito di Porto Salvo che si ritiene risalga al periodo neolitico. È una grande lastra di pietra rettangolare di circa 3 metri di altezza e 2 metri di larghezza, su cui sono scolpiti una serie di simboli presenti nel culto di Mitra, tra cui il Dio che uccide un toro, un serpente e un cane.

Ma perché proprio questi animali?

Il mito racconta che Mitra affronta un giorno il Dio Sole e lo sconfigge. Il Sole allora stringe con lui un patto di alleanza donandogli la corona raggiata. In un’altra sua eroica impresa, Mitra cattura il Toro e lo conduce in una caverna. Ma il Toro fugge e il Sole, memore del patto, gli invia un corvo quale suo messaggero con il consiglio di ucciderlo. Grazie all’aiuto di un cane, Mitra, con in capo un berretto frigio, raggiunge il Toro, lo afferra per le froge e gli pianta un coltello nel fianco uccidendolo (tauroctonia). Allora dal corpo del toro nascono tutte le piante benefiche per l’uomo e in particolare dal midollo nasce il grano e dal sangue la vite.

Ma Ahriman, che nel culto mitriatico rappresenterebbe il Dio del Male, invia un serpente e uno scorpione per contrastare questa profusione di vita. Lo scorpione cerca di ferire i testicoli del toro mentre il serpente ne beve il sangue, ma invano. Alla fine il Toro ascende alla Luna dando così origine a tutte le specie animali. Così, Mitra e il Sole suggellano la vittoria con un pasto che rimarrà nel culto sotto il nome di agape. Purtroppo la pietra è da millenni esposta alle intemperie e probabilmente il corvo e lo scorpione sono scomparsi come anche il sole e luna presenti di solito nella rappresentazione del dio. Sebastiano Stranges ci ha tenuto a comunicarci che in alto a sinistra per chi osserva, anche se ormai poco visibile, è presente il demone del male che osserva la scena.

 

MITRAISMO CULTO MISTERICO PERSIANO E ANATOLICO DEL 14 SEC. a. C.

È tutto basato sulla precessione degli equinozi che è il risultato dello spostamento dell’asse attorno al quale la Terra compie la sua rotazione, perpendicolare all’eclittica, come accade a una trottola, ritornando nella posizione originale ogni 25772 anni. Nel corso di circa duemila anni la costellazione in cui il sole si trova nell’equinozio di primavera cambia entrando in un’altra “era astrologica” che prende il nome dalla nuova costellazione, con un moto retrogrado rispetto alla successione dello zodiaco come lo conosciamo (Toro, Ariete, Pesci, Acquario, ecc.). Questo movimento processionale, che nella cosmologia geocentrica degli antichi veniva da questi attribuito alle stelle, richiedeva una divinità sovra-cosmica responsabile di esso e uccidendo il Toro celeste, Mitra ribadisce il suo potere sull’intero cosmo e consente al segno successivo, l’Ariete, di diventare “Casa del Sole” all’equinozio di primavera, evento astronomico che accadde due millenni prima dell’avvento di Cristo (la nascita di Gesù è l’evento che rappresenta il passaggio dall’età dell’Ariete a quella dei Pesci).

La morte del toro genera la vita e la fecondità dell’universo, il quale essendo pure il segno di Venere, mostra come l’astro con la sua energia, rigenera la natura. Lo storico delle religioni David Ulansey osservò che tutti i personaggi che compaiono nel mito corrispondono a costellazioni: la tauroctonia la si ritrova raffigurata nel cielo lungo l’equatore celeste al momento in cui gli equinozi erano in Toro (costellazione equinoziale di primavera) e Scorpione (costellazione equinoziale d’autunno).

 

 

In successione si trovano il Toro, il Cane Minore, l’Idra (serpente) la Coppa (entra nel mito mitriaco successivamente nella regione Reno-Danubiana, poiché originariamente si hanno solo figure animali), il Corvo, lo Scorpione. Chiaro che i formatori del mito hanno fatto collimare la struttura celeste con la tauroctonia. Sopra il Toro c’è la costellazione del Perseo, che pienamente si adatta a Mitra, col berretto frigio, e l’atteggiamento vincente sul Toro.

 

Foto: Sebastiano Stranges, Gian Franco Iaria

Testi: Associazione Mistery Hunters