15 Dicembre, alla scoperta del magico bosco di Rùdina – Ferruzzano (RC)

Domenica 15 Dicembre  Kalabria Experience vi porterà alla scoperta del magico bosco di Rùdina (S.I.C.) a Ferruzzano (RC). Un’escursione naturalistica e culturale affascinante fatta di scenari fiabeschi immersi nel silenzio della sua rara vegetazione, tra palmenti di pietra e panorami mozzafiato, alla scoperta della storia e dei popoli che hanno caratterizzato questo territorio.

Il bosco è posto all’interno del territorio di Ferruzzano e costituisce un vero e proprio “unicum” per i botanici in quanto è uno degli ultimi esempi di macchia mediterranea in cui, grazie a particolari condizioni microclimatiche, la biodiversità vegetale e animale che sono rimaste quasi intatte nei secoli nonostante l’azione plurimillenaria dell’uomo.

Il suo interesse naturalistico si basa sul fatto che esso conserva ancora un livello di naturalità molto elevato, testimoniato dalla notevole articolazione tipologica, ed inoltre rappresenta un ultimo esempio di vegetazione forestale mediterranea di bassa quota presente sul versante jonico dell’Aspromonte. L’interesse storico del bosco di Rùdina è legato alla presenza di numerosi palmenti scavati nell’arenaria, manufatti di paleoviticoltura testimonianti una lunga stratificazione di civiltà diverse, da quella ellenica a quella Bizantina.

PROGRAMMA:

Ore 08:45 Raduno a Ferruzzano Marina – Bar Il ritrovo Via Giacomo Matteotti – (SS106)  QUI COORDINATE GPS
Ore 09:00 Partenza per il Borgo di Ferruzzano e parcheggio automobili.
Ore 09:20 Arrivo in prossimità del Bosco e partenza escursione
Ore 13:30 Pausa degustazione di prodotti tipici dell’Azienda Panzera presso l’area pic-nic bosco di Rùdina (salumi, formaggi, vino)
Ore 14:30 Fine e saluti

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Scarponcini da trekking, k-way, impermeabile, cappellino, occhiali da sole, indumenti a strati e comunque adatti al periodo climatico, borraccia d’acqua (1/5 lt), snack o spuntino, sacchetto per i propri rifiuti, indumenti di ricambio (facoltativi), macchina fotografica o smartphone.

 SCHEDA TECNICA:

Escursione di tipo: E (Escursionistico)
Difficoltà: Media
Percorso: ad anello 7KM (A/R)
Tempo di percorrenza: 5h (soste incluse)
Degustazione tipica: Area Pic-Nic (Azienda Panzera)
Quota di partecipazione: 25€ (include guida e degustazione)

ADESIONI :

Prenotazione obbligatoria entro e non oltre il 13 Dicembre tramite Whatsapp al numero 347 0844564 fornendo i propri dati anagrafici (nome e cognome)

 

*In caso di condizioni meteo avverse, l’organizzazione si riserva di avvertire tutti gli iscritti entro il sabato precedente l’escursione

*Non è prevista alcuna formula assicurativa infortuni, salvo essere già in possesso, pertanto gli organizzatori si ritengono esonerati da qualsiasi responsabilità civile o penale che possa derivare dall’escursione.

 

AgroArcheoTrekking “Piani di Campòlico-Brancaleone Vetus”

Domenica 29 Dicembre  AgroArcheoTrekking nell’entroterra di Brancaleone, dove alle spalle del vecchio borgo, alla quota compresa tra i 300/450mt s.l.m. esiste una località conosciuta con il suo antico toponimo di “Piani di Campolico”. Si tratta del “polmone verde” di Brancaleone confinante con la vicina Staiti, inserito nel circuito nazionale degli itinerari da riviste prestigiose come “Corriere della Sera”. Questa escursione promette di far vivere grandi emozioni, soprattutto di grande impatto paesaggistico e naturalistico per la sua biodiversità. Per tutti i partecipanti, un gadget in omaggio!

DESCRIZIONE ITINERARIO

Questo territorio è caratterizzato da ampie praterie e distese, un ambiente unico da cui si godono panorami incredibili. Oltre alla grande biodiversità presente contraddistinta da vegetazione di macchia mediterranea, negli ultimi anni sono stati rilevati una serie di Palmenti rupestri riferibili al periodo Greco-Romano e Bizantino. In questo angolo di meraviglia insistono ancora antichi casolari sparsi fra le campagne, adibiti a vite o a uliveto, il tutto incastonato tra ruscelli e un fitto bosco caratterizzato da specie arboree come: Elci, Castagni, Roverelle, Querce, Corbezzoli, Ginestre, Peri selvatici e molte altre specie di sottobosco come il pungitopo, funghi di varie specie e tante altre varietà di erbe commestibili e officinali.

Il territorio è collegato da diverse mulattiere che costeggiano tutto l’altopiano. Ancora oggi questo territorio ha una forte vocazione pastorizia, sono infatti presenti alcune piccole aziende agricole che producono e vendono prodotti caseari.

Alle ore 09:00 ci raduneremo a Brancaleone marina (in Piazza Stazione), dopo la registrazione prenderemo le auto e ci trasferiremo verso la località Cardùsi. Seguiremo un breve sterrato fino a località “Cardùsi”, da qui partirà l’itinerario a piedi nell’area dai “Piani di Campolico”. Il percorso inizia da una piccola radura che utilizzeremo per la sosta dei veicoli poco distante dall’antica Brancaleone. Si proseguirà attraverso tracciati che attraversano ampi spazi di praterie e antiche masserie dove si osserveranno gli animali al pascolo caratteristici della zona. Sosteremo per il pranzo a sacco a metà percorso e si proseguirà verso il punto di partenza alle ore 14:30 presso l’area attrezzata del casello di Cardùsi gustando un buon caffè.

 SCHEDA TECNICA


Escursione di tipo: E – Escursionistica (facile )
Percorso: a padella
Distanza totale: 8km
Caratteristiche percorso: Strade mulattiere, sterrati.
Dislivelli: 258mt in salita
Adatta ai bambini: SI (se accompagnati da un adulto)
Min:10 – Max 25 partecipanti

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA


– Zainetto
– Scarponcini da trekking (vietate calzature aperte)
– Acqua 1,5 L
– Fotocamera
– Abbigliamento a strati adatto al periodo invernale
– Cappellino e scaldacollo
– Pranzo a sacco
– Scarpe di ricambio

 

PER INFO E PRENOTAZIONI

Tramite WhatsApp al Num. 3470844564 (indicando nome e cognome del singolo partecipante)

ISCRIZIONI A NUMERO LIMITATO APERTE FINO AL 27 DICEMBRE (Min 10 Max 25 partecipanti)

 

AgroArcheoTrekking è un 𝐏𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 finanziato 𝐝𝐚𝐥 Ministero del Turismo 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐃𝐄𝐒𝐓𝐀𝐆𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐈𝐙𝐙𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐎𝐅𝐅𝐄𝐑𝐓𝐀 𝐓𝐔𝐑𝐈𝐒𝐓𝐈𝐂𝐀 𝐍𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄 𝐢𝐧 𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐏𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐓𝐮𝐫𝐢𝐬𝐦𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟑-𝟐𝟎𝟐𝟕 con protagoniste le Pro Loco Italiane

 

 

EVENTO IN COLLABORAZIONE CON:

Kalabria Experience, Pro Loco di Brancaleone APS e Calabria Condivisa APS

 

 

Domenica 17 Novembre alla scoperta della Rocca di Varva

Domenica 17 Novembre Kalabria Experience vi porta alla scoperta della Rocca di Varva (San Pantaleone) comune di San Lorenzo (RC). Si tratta di una particolare conformazione rocciosa dalle sembianze umane, immersa fra le campagne caratterizzate da colture di ulivi e vigne, dove lo sfondo del mare fa da specchio alla bellezza delle colline circostanti.

L’itinerario è particolarmente suggestivo:

Giungendo al borgo di San Pantaleone, lasceremo le auto all’inizio del centro abitato, lungo la strada che porta al piccolo Santuario della Madonna della Cappella, dove avremo modo di visitare questo luogo, ricco di storia e immerso nella pace, che custodisce un’antica effigie della “Madonna col Bambino” del XI secolo. Terminata la visita percorreremo la stradina che costeggia il piccolo cimitero e che, in leggera salita, ci porterà all’imbocco del sentiero che raggiunge la Rocca di Varva. Sosteremo brevemente ai piedi della grande roccia per conoscere le sue peculiarità con la nostra guida e geologa Serena Palermiti. Riprenderemo il cammino su un sentiero, recentemente sistemato ed allestito con cartellonistica, grazie ad un progetto di sistema finanziato con fondi regionali (percorsi ecosostenibili e di geoturismo esperienziale nel bacino della Fiumara Amendolea) tra la bellezza della campagna e meravigliosi scorci paesaggistici sulla vallata dell’Amendolea arriveremo al borgo di San Pantaleone dove faremo pausa con una degustazione presso Terra Madre Home Restaurant a base di gastronomia tipica del luogo a km zero. Termineremo la nostra esperienza con l’affaccio alla piazzetta del paese che guarda verso la Fiumara Tuccio.  Ritorno alle macchine vicine al punto di arrivo e rientro.

PROGRAMMA:

Ore 09:00 Raduno e registrazione presso Bar Shelby Melito di Porto Salvo (imboccando il bivio verso Bagaladi, San Lorenzo, Roccaforte del Greco, Chorio)
QUI https://maps.app.goo.gl/PiQXMEhjEEUwPkhF6
Ore 9:30 Partenza (con le proprie auto) per San Pantaleone
Ore 10:00 Inizio escursione
Ore 13:30 Pranzo presso Terra Madre Home Restaurant e Asd
Ore 15:30 Arrivo al punto di partenza e saluti

 

SCHEDA TECNICA:

Percorso ad anello
Difficoltà: E (Escursionistica)
Tipologia sottofondo: 40% asfalto, 60% sterrato.
Lunghezza: 5.7 km
Durata: 2.30 h (a piedi, senza soste)
Dislivello: 154 metri (quota max. 621m – quota min. 467m s.l.m.)
Presenza d’acqua: all’inizio del percorso e alla fine (San Pantaleone)

 

ADESIONE AL PROGRAMMA:

Inviare un messaggio whatsapp al numero 3470844564 con nome e cognome del partecipante.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

15€ che comprende guida professionista e 15€ quota per la degustazione tipica (da versare direttamente presso il punto di incontro)
*Per allergie o intolleranza alimentari particolari, si prega di comunicare in fase di iscrizione.

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Scarponcini da trekking, abbigliamento a cipolla e comunque adatto al periodo climatico, bastoncini da trekking (facoltativi), K-way, cappellino, scorta d’acqua (almeno 1,5lt), smartphone e macchina fotografica (facoltativi)

 

*L’escursione si effettuerà con un numero minimo di 12 partecipanti ed un massimo di 25.

*Il partecipante, si assume la sua responsabilità avendo preso visione del programma, esonerando l’organizzazione da ogni tipo di responsabilità, civile o penale che possa insorgere durante la giornata.

*I bambini possono partecipare se seguiti e sotto la responsabilità di un adulto

*In caso di condizioni meteo avverse, l’escursione sarà rinviata e comunque comunicata dall’organizzazione entro il sabato.

 

Domenica 3 Novembre; l’anello di Pentedattilo (RC)

Domenica 3 novembre Kalabria Experience vi porterà a scoprire Pentedattilo, con un trekking attraverso l’anelo di monte calvario su cui sorge il borgo.

Sarà un viaggio emozionante che ci permetterà di entrare in contatto con le suggestioni ed i panorami che suscita il borgo, dove storia, natura e leggenda si mescolano in un contesto davvero particolare. Faremo questo viaggio in compagnia e grazie alla collaborazione della Guida AIGAE Domenico Guarna che ci condurrà attraverso secoli e secoli di storia.

PROGRAMMA

Ore 09.30 Raduno e registrazione partecipanti al parcheggio di Pentedattilo (https://goo.gl/maps/MKEX2kZ5TkNhPAYp6)

Ore 10.00 inizio trekking Ore 13:00 Pranzo a sacco

Ore 14.00 Fine e saluti (rientro alle auto)

 

SCHEDA TECNICA:

Livello: T (Turistico)
Difficoltà: Facile
Adatto ai bambini: SI (se accompagnati da un adulto)

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:
Scarponcini da trekkig, abbigliamento a strati o comunque adatti al periodo climatico, k-way, bastoncini da trekking (facoltativi) cappellino, acqua (almeno 1,5lt), pranzo o spuntino per il pranzo, macchina fotografica.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:
15€ (da versare al momento dell’incontro)

 

Iscrizioni a numero chiuso: fino ad un massimo di 20 partecipanti

 

PRENOTAZIONE:
Obbligatoria entro e non oltre il 31 Ottobre tramite WhatsApp al numero: 3470844564, fornendo il proprio Nome e Cognome

 

Domenica 13 Ottobre; Uniti per la Solidarietà 2024 in memoria di Elita

Torna anche quest’anno l’appuntamento per la solidarietà. Uniti per la Solidarietà in Memoria di Elita ha lo scopo di ritrovarci tutti insieme per condividere una giornata nella natura e nel segno della solidarietà e collaborazione al fine di raccogliere fondi per chi soffre. L’iniziativa di quest’anno farà opera di beneficenza a due entità territoriali molto importanti “l’Hospice Fondazione Via delle Stelle” di Reggio Calabria struttura socio-sanitaria residenziale per malati terminali e l’Associazione “La Danza della Vita Odv” di Palmi (RC) che è un’associazione di volontari che sostengono umanamente e psicologicamente le persone ammalate di cancro e i loro familiari per una migliore qualità della vita che fornisce parrucche per gli ammalati oncologici in tutto il territorio.

L’escursione “L’anello di Gambarie”, sarà di livello T, di circa 9,5 Km con dislivelli +340 m e -340 m, della durata preventivabile col metodo CAI di circa 2 ore e mezza effettive (escluse le soste), sarà condotta dall’accompagnatore Escursionistico FIE – Federazione Italiana Escursionismo dell’A.S.D. SudTrek Saverio Gerardis, che si avvarrà della collaborazione degli AE e delle Guide delle varie Associazioni coinvolte.

Il raduno è previsto alle 9:00 presso il Rifugio CAI “Riccardo Virdia”   RIFERIMENTO GOOGLE MAPS in Via Risorgimento, 2 a Gambarie, frazione di Santo Stefano in Aspromonte (RC).

DESCRIZIONE

Partendo dal Rifugio “Riccardo Virdia” (1260 m s.l.m.), intitolato alla memoria dell’eroico vicepresidente del Club Alpino Italiano Sezione Aspromonte di Reggio Calabria, che nel 1967 donò la sua vita nel tentativo di salvare due giovani sciatori, ci si incamminerà lungo la strada asfaltata verso il Belvedere di Gambarie, il primo punto panoramico della giornata, da cui sarà possibile ammirare contemporaneamente l’Etna, lo Stretto di Messina e tutte le Isole Eolie: Vulcano, Lipari, Salina, Panarea, Stromboli e persino Alicudi, Filicudi e Basiluzzo se le condizioni atmosferiche saranno particolarmente favorevoli. Dal Belvedere ci si dirigerà alla volta della riserva forestale Basilicò, dove sarà possibile raccogliere e gustare qualche castagna appena caduta. Si arriverà così alla fontana dell’area pic-nic della Fragolara e poi all’area pic-nic di Tre Aie (1330 m s.l.m.), si seguirà, così, il sentiero che insiste nella faggeta ai piedi di Monte Basilicò e si attraverserà il Bosco delle Fate incontrando il ruscello Troia, la sorgente della Fiumara Gallico, e ci si fermerà presso la sua cascata principale per qualche foto. Si passerà, così, sull’altra sponda della Valle Scura ai piedi di Monte Scirocco e si giungerà nel Bosco degli Artisti (1420 m s.l.m.). Si giungerà, così, all’arrivo dello skilift Mare-Neve, il secondo punto panoramico della giornata, molto più bello del primo grazie alla maggiore quota di altezza. Si taglierà la pista da sci Sud e si percorrerà un sentiero che conduce al vecchio skilift Scoiattolo, ormai in disuso, si supererà anche la pista Nord e si potranno ammirare le recenti opere in legno realizzate nel Bosco della Chanson D’Aspromonte e nel Bosco di Mezzo. Si proseguirà con un breve giro nella pineta del Bosco dei Terreni Rossi per poi immettersi nel Fantabosco e ridiscendere per un breve tratto il torrente Fiumarella, uno degli affluenti della Fiumara Catona. Infine giunti nel Piazzale ANAS (1315 m s.l.m.) si tornerà attraverso Via Monte Scirocco al Rifugio “Riccardo Virdia”.

La quota di partecipazione di € 10,00 sarà interamente devoluta all’ Hospice Fondazione Via delle Stelle di Reggio Calabria e all’associazione La Danza della Vita Odv di Palmi.

COME ADERITRE ALL’INIZIATIVA: 

Al num. 3470844564 (via whatsapp) fornendo i dati dei partecipanti (nome e cognome)

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Si consiglia un abbigliamento “a strati” idoneo al trekking [indispensabili: scarponi (obbligatori) e pantaloni lunghi da trekking, T-shirt traspirante, giacca a vento, poncho impermeabile, occhiali da sole, copricapo, crema solare, burro di cacao per le labbra, torcia frontale e bastone da montagna]; pranzo al sacco e almeno 1 litro d’acqua.

NOTE IMPORTANTI:

    • Non è previsto un orario preciso per il termine dell’escursione, ma sicuramente verrà occupato l’intero arco della giornata per godere appieno della bellezza dei luoghi dedicando ampio spazio ad attività ludico-ricreative come la fotografia.

      – L’escursione sarà annullata in caso di condizioni meteo particolarmente avverse. – L’accompagnatore escursionistico, a sua discrezione, potrà decidere di variare il percorso o di annullare l’escursione, anche in corso, se dovesse risultare compromessa la sicurezza del gruppo o di singoli partecipanti o per qualsiasi altro motivo ritenuto valido dallo stesso.

  • Vista l’Ordinanza del Commissario ad acta della Regione Calabria n. 1 del 19.05.2023 sulle Misure di contenimento della Peste Suina Africana, si raccomanda ai partecipanti di rispettare le misure di cui all’ Allegato 2 dell’Ordinanza del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana n. 5/2023, per evitare di propagare involontariamente l’epidemia.

 

La tomba rupestre “a putridarium” di Ferruzzano (RC)

In una visita con un gruppo di appassionati ricercatori, ci siamo recati tra i comuni di Ferruzzano e Bruzzano dove erranti tra le argille si rinvengono dei grossi massi di arenaria. Un blocco di arenaria presenta una porticina con evidenti interventi umani, compresi quasi subito che si trattava di una tomba a seduta detta “a putridarium”.

Insolita come del resto quasi tutta l’archeologia di queste aree incognite. La località dove è stata ricavata la tomba, presenta un doppio toponimo, quello di “Judarìo” e quello meno conosciuto ma riportato sulle carte antiche di “Crimi” o da alcuni detto “Crini”.

Le fonti antiche descrivono queste zone come ricche di conventi e luoghi di culto. Purtroppo non è facile ritrovare dalle scarne notizie e dalle trasformazioni del territorio le località o i resti di conventi o chiese. Servono a poco anche i toponimi, in quanto negli anni o cambiano in maniera radicale o vengono posizionati altrove, causando nel ricercatore dubbi ed incertezze. La tomba a grotticella ritrovata in quello che attualmente si può descrivere come luogo franoso in un contesto disadorno, non aiuta di certo a fornire elementi di leggibilità del sito.

Ricognizione

Nei giorni seguenti ho effettuato diverse visite controllando il territorio che si presenta di natura argillosa di origine pliocenica, con diverse fasi di movimenti franosi nelle aree a maggior degrado si vanno formando dei mammilloni di argille policrome. San Crimi o Judario, è sito poco al disotto della strada per Ferruzzano. Si presenta come un’ampia vallata che declina verso il mare, lambendo le località costiere di Marinella e Pietra Cuzzafri o Cuzzufri (lo scoglio) La distanza tra la località d’interesse ed il mare è meno di tre chilometri, mentre è posta a metà strada tra Bruzzano e Ferruzzano, poco discosta dall’attuale chiesa – santuario della “Madonna della Catena”.

Dalla strada per Ferruzzano, superando di 150 m la chiesa Madonna della Catena, si trova sulla destra, una pista in terra battuta che passa proprio sopra in quello che si legge, come un’antica struttura muraria, dove a nord, quasi inglobata dalla struttura, emerge una formazione rocciosa d’arenaria, dove è stata scavata la tomba.

I massi d’arenaria staccatesi dalla formazione dove poggia il vecchio paese di Ferruzzano, sono erranti, in scivolamento verso sud-ovest. Non distante dalla roccia, dove si trova la tomba, si rinvengono altri massi della stessa natura.

Tutti i massi, compreso la tomba, presentano tagli ottenuti col metodo della “Ghalia” (da pronunciarsi Chalia come per Chorio- o Xalia), vale a dire un sistema atavico in uso ancora oggi che prevede lo scavo di fori circolari secondo una linea di probabile frattura dei massi. Per ogni tipo di masso si attua un foro diverso. Per i graniti è sufficiente una fitta rete di fori profondi pochi cm distanziati tra loro tra 15 ai 30 cm.  Per le arenarie, i fori sono più grandi e profondi, distanziati tra loro dai 40 cm ai 70 cm.  Il taglio delle rocce serviva per ottenere macine per mulini e mole per arrotini. Purtroppo è evidente su un masso vicino che altre tombe sono state distrutte.

La stessa tomba presenta i fori per il taglio sia sulla parte sommitale che nella parte esposta ad est. Solo la buona sorte ha conservato almeno questa testimonianza.

Da una ricognizione effettuata nella vallata Orlando Sculli e Luigi Saccà hanno recuperato molti frammenti ceramici di diverse epoche. Molti sono i tegoloni sia di produzione greca arcaica che successiva, altri di epoca romana ed altri tardo antichi. Un frammento di un’anfora del tipo K L II (uguale a quelli dello scavo della sinagoga di Bova Marina in località San Pasquale). Altri dello stesso periodo di produzione nord africana. Forse serve ricordar che il toponimo principale della località è Judario e questo potrebbe supportare la presenza di una comunità ebraica tra il V ed il VII sec. d. C. Le altre ceramiche tra l’altro le più abbondanti sono tutte medievali, alcune grossolane sono da cucina, altre presentano decorazioni a volte di un certo livello sia cromatico che figurativo. Sono queste invetriate o figuline con decorazioni a strisce policrome.  Un solo frammento presenta tracce di colore rosso come spesso nelle anfore bizantine.

La grotticella

La porta d’ingresso si presenta di forma rettangolare. In alto sono evidenti degli incavi per incastrare una porticina, entro questi rimangono segni impasto di sabbia e calce, come se almeno uno stipite fosse stato murato. L’interno è scavato a forma di forno con cielo più alto rispetto alla circonferenza del cerchio che compone lo scavo della tomba dove gli alloggiamenti per i feretri sono a forma di sedia con uno scavo nella seduta atto a raccogliere i liquidi della decomposizione. Tutte le tre sedute presenti all’interno della tomba convogliano il putrido verso una canaletta che fuoriesce dalla porticina. La capacità delle sedute è limitata ad un corpo femminile. Già all’ingresso sul montante interno della porticina si fa notare chiaramente il graffito-bassorilievo di un’ala che corre su tutta la superficie della cupola e scende verso le sepolture come l’atto di proteggere, come una chioccia fa con i suoi pulcini.

E’ da evidenziare che un graffito a forma di casetta con tetto a doppio spiovente sormonta la porticina della tomba. L’ipotesi suffragata dai dati frammentari, ed il tipo di sepoltura, riporta alla mente la presenza di suore francescane; più tardi dette Clarisse da Santa Chiara. Queste nella maniera più umile, com’era il loro stile di vita, hanno voluto rappresentare il ricordo della loro provenienza. La Porziuncola è la chiesa che Francesco restaurò e fece il centro della sua preghiera. Nella stessa detta anche Santa Maria degli Angeli; Chiara accettò la fede e istituì il suo gruppo di suore che all’inizio erano seguaci del modo di vivere Francescano. La Porziuncola all’ingresso, sulla parte destra della porta, presenta un affresco con una figura d’angelo. Qui nella tomba, l’angelo protegge le sepolte. La pratica della sepoltura a putridarium per le clarisse è nota soprattutto per Ischia dove si trova una tomba con diverse sepolture a seduta. In Calabria l’uso delle sepolture a seduta con putridarium è conosciuto per Gerace e Bova dove si sta ancora lavorando all’interno della cattedrale. Una notizia riferitami a voce, vuole che anche il castello di Potamìa nel comune di San Luca ospiti sepolture simili, che siano state saccheggiate nel passato.

Il Toponimo San Crimi o San Crini.

La tomba si trova accanto alla contrada di “Trovatura” (ed anche questo toponimo andrebbe indagato, infatti nel dialetto locale è legato a ritrovamenti archeologici.). Si diceva per Paolo Orsi che dovunque andasse” faceva le trovature”. Il toponimo ricorrente è di Judario ma molti suddividono il toponimo in San Crimi o San Crini. Nella lingua slava ed armena troviamo l’equivalente di San Klmni con le tre prime lettere congiunte da un trattino, questo secondo una nota di P.G. Kalemkiarian potrebbe essere una forma di genitivo deformato di Klemes ovvero San Clemente [6]. Nella lingua locale è plausibile che tale nome possa aver subito la trasformazione che oggi conosciamo. Non escludiamo altre forme dal greco come lo stesso nome per Clemente. Il nome armeno, se accertato, ancora porterebbe una prova sulla presenza degli armeni in Calabria, le fonti antiche forniscono molti elementi d’indagine. Noi stessi abbiamo nel recente passato indagato il territorio tra Brancaleone Superiore e Bruzzano dove insiste il toponimo di “Rocca degli Armeni” e la presenza di una chiesa rupestre con pavone inciso ai piedi della croce.

Gli armeni sono arrivati probabilmente come forza militare prima del nono secolo. Molte fonti rilette danno per scontato che gli armeni raggiunsero la nostra terra per difenderla dalle avanzate arabe.

Conclusioni

La lettura critica delle fonti antiche, ma soprattutto la ricerca sul territorio, sta fornendo risultati esaltanti al fine della conoscenza della nostra storia delle nostre radici. La segnalazione di Sculli di un manufatto atipico sul territorio di Ferruzzano, ha innescato un nuovo interesse culturale per l’intera area che è Calabro- Greca, ma anche è stato territorio dove molte culture si sono incontrate. La toponomastica sopravvissuta al cambiamento linguistico riserva ancora molte sorprese. La fiumara “La verde” nel dialetto locale è detta dagli anziani “da virdi “ a “virdi o lavirdi”. Il toponimo Alaverdi è il nome di una città armena al confine con la Georgia. Altri toponimi ricordano appartenenze linguistiche ormai dimenticate. Le sepolture a seduta, sono conosciute (e molto sconosciute) anche per altri luoghi della Calabria.

La documentazione anche se incompleta e frammentaria, con la tipologia di sepoltura di San Crimi, mette una tessera al grande mosaico dell’archeologia locale. L’attribuzione ad un monastero femminile dei minori francescani della tomba, è suffragato dalla capacità di contenimento delle sedute. Nei fatti le sedute sono atte a contenere dei corpi minuti come quelli femminili. Si sa che per lo stesso periodo, le clarisse erano presenti, nella Croazia nella Romania e nel nord Africa, dove le umili francescane portavano l’amore per il creato secondo gli insegnamenti di Francesco. Che cosa o chi abbia fermato all’ultimo istante gli scalpellini, dall’azione distruttiva della tomba? Qualcosa è successo, se quegli uomini hanno smesso la loro opera di distruzione di una testimonianza che un giorno potrebbe rivelarsi indicativa. Una datazione per la tomba potrebbe esser quella suggerita dai documenti sopraccitati cioè 1200 poiché già nel 1280 il sito era considerato antico, sempre che non esistesse un altro monastero più antico che le clarisse occuparono. Sta di fatto che una struttura è ancora evidente a partire dalla tomba con direzione est, sono visibili chiaramente dei grossi muri semi interrati dove un altro muro moderno taglia il disegno di quello antico. La Ghalia (suono gutturale) è il cuore di legno marcito per disgregazione causate da agenti fungini. Viene essiccata a volte infornata per renderla asciutta.  Posta nei fori effettuati per il taglio delle rocce, è pressata con l’ausilio di cunei e successivamente bagnata. L’acqua riporta la ghalia al suo volume iniziale causando una pressione lungo la linea dei fori considerevole. I cunei calati con forza oltre che a mantenere l’umidita del legno, sono anch’essi causa di ulteriore pressione. Dopo alcuni giorni, gli scalpellini, determinano il punto adatto e con un colpo di mazza ben assestato, la roccia si stacca con un taglio netto. Inutile dire che le fonti per quanto le abbiamo cercate, non ne abbiamo trovate. Le poche e frammentarie non sono molto d’aiuto, poiché spesso in contraddizione tra loro. E’ però necessario utilizzare come linea guida quanto scritto da Domenico Minuto nel suo Catalogo, il quale fornisce una lettura critica e “visitazione” dei luoghi menzionati. L’unica nota che si avvicina alla realtà del sito rupestre, è, però controversa in quanto colloca altrove quanto la certezza archeologica afferma. Sia l’Ughelli che altri autori menzionano un monastero femminile per il territorio, collegandolo sia ai Santi Anargiri Cosma e Damiano sia Santa Venere. L’anno citato è tra il 1279 ed il 1280. Una nota riporta il monastero ormai fatiscente da abbandonare dove vivono frati minori francescani, riportata dal vescovo di Gerace O. Pasqua nel 1574 al 1591. Nella nota di Pasqua si parla di un monastero femminile dei francescani minori. Altre note si riferiscono alla presenza di monasteri femminili che già nel 1282 erano antichi

 Di  Sebastiano Stranges

 

Bibliografia:

  • Domenico Minuto-Catalogo dei monasteri e luoghi di culto tre Reggio e Locri-Thesaurus ecclesiarum Italiane-ed. storia e Letteratura Roma 1977.
  • Ferdinando Ughelli- Italia Sacra sive de Episcopis Italiane et Insularum vol.IX –Romae typis Vitalis Mascardi -1662
  • Minuto –ogc.pag 275
  • Antonio Oppedisano-Cronistoria della Diocesi di Gerace- Gerace superiore-1934
  • L.B. Zekiyan-Le Colonie Armene del Medio Evo In Italia e le Relazioni Culturali Italo-Armene (Materiale per la storia degli armeni in Italia) Estratto Atti Simposio Internazionale di Arte Armena 1975 Venezia San Lazzaro 1978.
  • Sebastiano Stranges –Armeni in Calabria-Due toponimi un castello ed una chiesa-Calabria Sconosciuta Anno XIX-Gennaio Marzo 1996

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