30 Giugno Beach Trekking sulla Costa dei Gelsomini (Brancaleone-Capo Spartivento)

Kalabria Experience, Pro Loco di Brancaleone e Caretta Calabria Conservation con il Patrocinio dell’Ente di Parchi Marini Regionale Costa dei Gelsomini e Ass. Calabria Condivisa ha organizzato per domenica 30 Giugno 2024 una fantastica esperienza, unica sul territorio regionale, sulle tracce delle tartarughe marine, nel tratto di spiaggia di maggior nidificazione (Brancaleone – Capo Spartivento), lo farà con questo straordinario beach trekking per tutti!

Vivremo in prima persona il delicato ed appassionante lavoro svolto dai volontari dell’Associazione Caretta Calabria Conservation scoprendo la flora tipica e la bellezza delle dune del tratto di costa attraversato.

Un crescendo di emozioni e paesaggi che solo la costa jonica sa regalare! Come tutti sappiamo l’Associazione Kalabria Experience da alcuni anni si occupa di valorizzare il territorio Calabrese e l’Aspromonte in generale, ma questa escursione punta a dare un forte significato al territorio che di patrimonio montano e marino ne è altrettanto ricco!

L’occasione sarà infatti quella di contribuire fattivamente, aiutando le associazioni che si occupano di promuovere e difendere il territorio, con le loro attività, ambientali e culturali ovvero Caretta Calabria Conservation e Pro Loco di Brancaleone APS il quale devoluto sarà interamente destinato alle loro attività ambientali, e culturali.

 DESCRIZIONE GENERALE:

Appuntamento presso lo storico Lido Liberty sul lungomare di  Brancaleone Marina  dove avverrà la registrazione dei partecipanti. Dopo aver organizzato le auto per il ritorno, partiremo immergendoci a piedi nudi completamente sulla spiaggia che km dopo km ci regalerà l’opportunità di conoscere la biodiversità marina lungo il nostro cammino.

Durante il tragitto ammireremo i paesaggi delle colline circostanti, che con la luce pomeridiana si coloreranno d’oro, in forte contrasto con l’azzurro del mare, e ci soffermeremo ad osservare le specie floreali della costa, con un occhio rivolto verso il lavoro dei volontari dell’Associazione Caretta Calabria Conservation, che ci illustreranno gli aspetti fondamentali della loro mission.

Giunti dunque a Galati, non passeranno inosservati i filari di agave che dividono la spiaggia dalla terra ferma, in un mix di suggestioni davvero forti!

 

PROGRAMMA:

Ore 17:29 Raduno e registrazione partecipanti a Brancaleone LIDO LIBERTY (LINK POSIZIONE GOOGLE).
Ore 17:40 partenza
Ore 20:30 circa, arrivo a Galati – fine escursione e trasferimento con le auto a Brancaleone marina

 

SCHEDA TECNICA:

Escursione di tipo: T/E (Turistica/Escursionistica)
Difficoltà: medio/facile
Adatta ai bambini: Si (purchè accompagnati dai propri genitori)
Lunghezza percorso: 5km
Presenza d’acqua: NO (rifornirsi alla partenza)
Iscrizioni a numero chiuso: min. 15 e max 30 partecipanti

Quota di partecipazione:

10 a persona (la quota che sarà devoluta all’Associazione Caretta Calabria Conservation e alla Pro Loco di Brancaleone per le sue finalità sociali e ambientali).

 

EQUIPAGGIAMENTO CONSIGLIATO:

Scarpe comode sandali chiusi (meglio da beach trekking) NO CIABATTE! Indumenti leggeri e adatti al periodo, cappellino, occhiali da sole, crema protezione solare, barrette energetiche (facoltativo), scorta d’acqua (almeno 1,5lt), zainetto per eventuale abbigliamento di ricambio, giacca a vento per la sera, sacchetto porta rifiuti e macchina fotografica.

 

COME PARTECIPARE:

Telefonare o inviare messaggio WhatsApp al numero 3470844564 entro e non oltre il 29 Giugno fornendo il proprio nome e cognome.

 

Ogni partecipante presa visione dell’itinerario descritto e delle attività in essere, accetta di aderire deliberatamente sollevando l’organizzazione da ogni responsabilità civile o penale che potrebbe derivare durante l’escursione.

 

 

 

Domenica 9 Giugno, escursione naturalistica alla Scialata di S. Giovanni di Gerace (RC)

Domenica 9 Giugno Kalabria Experience in collaborazione con Camminare Liberi e Calabria Condivisa è lieta di proporvi questa fantastica esperienza percorso Naturalistico della Scialata (Torrente Levadio).

Si tratta di uno dei percorsi naturali più suggestivi tra quelli esistenti nella provincia di Reggio Calabria. Numerose sono le meraviglie che la natura propone in questo percorso che snoda il suo tracciato tra gigantesche rocce granitiche e boschi secolari fittissimi, in una natura incontaminata ricca di flora, così bella da lasciare senza fiato!

Le bellissime cascate offrono agli amanti dell’avventura l’opportunità di trovare un piacevole refrigerio nelle fresche acque della fiumara, alberi secolari e cielo azzurro fanno da sfondo a quella che si può ben definire un’esperienza unica!

 

DESCRIZIONE:

Parcheggeremo le auto presso il Casello della Forestale Giancè, o in alternativa si potrà raggiungere l’inizio del percorso (se le condizioni della strada sterrata sono buone). Si prosegue, sulla sterrata in lieve discesa, con ampie vedute sulle vallate sottostanti.

Dopo circa 15 minuti si arriva alla fontana Fallari, si scende dolcemente e poco dopo si arriva al ponticello di Fallari e da questo punto in poi il torrente Levadio offre dimostrazione di tutta la sua bellezza, inserendosi tra le sue suggestive cascate e ad angoli di bellezza indescrivibile, tra suggestive cascate e vegetazione rigogliosa e fitta, attraverso un sentiero ben tracciato e caratterizzato da passaggi fatti di ponti e passerelle che renderanno più avventuroso il viaggio. Arrivati alla cascata “Marasà” si prosegue salendo attraverso una delle tante scalette di legno che si trovano sul sentiero per poi arrivare alla cascata “Schiavone”, una delle più belle che si trovano sul percorso, che diviene accidentato per via di massi posti nel letto della fiumara, enormi e disposti in modo tale da formare un grazioso laghetto. L’occasione sarà anche per fare un bel bagno nelle freschissime acque! Si lascia il letto della fiumara, superando uno dei tanti ponti che si trovano sul sentiero e ci si immette in un viottolo in lieve salita, molto sdrucciolevole, sotto una fitta foresta di castagni.

Dopo circa dieci minuti senza nessuna difficoltà, incantevole e affascinante si presenta dall’alto lo “schioppo” di località Scogli, uno dei più belli e accattivanti dell’intero sentiero. Da qui il sentiero si snoda tra una lussureggiante vegetazione di elci, che si alterna a formazioni di farnettoroverella, ontani, castagni, faggi e con la presenza sporadica di aceri montani, allori e pioppi tremoli. Nei pressi della sorgente è situata, un’edicola con la statua della Madonna di Lourdes, mentre a qualche metro della roccia, sgorga in gran quantità l’acqua oligominerale della “Scialata”, qui faremo la nostra pausa pranzo. Terminato il pranzo si rifà il percorso all’indietro per arrivare al punto di partenza.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:30 Ritrovo e registrazione partecipanti (EX STAZIONE FERROVIE DELLA CALABRIA – GIOIOSA IONICA) Viale delle Rimembranze
Ore 09:50 Partenza per San Giovanni di Gerace
Ore 10:30 Arrivo al casello Giancè e inizio trekking
Ore 13:30 Pausa Pranzo (loc. La Scialata)
Ore 14:30 Partenza per il rientro
Ore 16:30 Arrivo alle auto e saluti

 

SCHEDA TECNICA

Livello: E (escursionistico)
Difficoltà: Medio/Facile
Lunghezza percorso: 8km A/R
Dislivello: 220mt
Durata complessiva: 5h
Presenza d’acqua: SI alla fine del percorso
Fondo: Sentiero
Numero Limitato: MIN. 15 MAX 20 PARTECIPANTI

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

20€ (comprende, guida escursionistica e assicurazione infortuni)

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Scarpe da trekking, borraccia d’acqua (almeno 1,5lt), k-way, indumenti di ricambio, costume, bastoncini Trekk (facoltativo, )occhiali da sole, crema protezione solare, cappellino, barrette energetiche e spuntino pranzo.

 

COME PARTECIPARE?

Inviare un messaggio whatsapp al numero 3470844564 e fornire i propri dati “nome e cognome e Codice fiscale” (per la copertura assicurativa) entro e non oltre il 7 Giugno 20224.

Si ricorda che in caso di condizioni meteo avverse, l’escursione sarà rinviata e comunicata ai prenotati il sabato entro le ore 20:00

 

Domenica 19 Maggio, alla scoperta di Roghudi Vecchio

Domenica 19 Maggio Kalabria Experience vi porta alla scoperta di Roghudi Vecchio, un luogo che continua ad affascinare e attrarre numerosi visitatori.

Roghudi fu abbandonato negli anni ’70 a causa di un’alluvione, da quel momento il paese cominciò a trasferirsi verso la costa e subire di conseguenza una lenta agonia.

La nostra esperienza propone un itinerario che consentirà a tutti di ammirarne la vera essenza di questo borgo abbandonato, attraverso momenti di riflessione Proveremo ad affrontare i temi più importanti che legano gli episodi di abbandono urbano dei paesi e delle terre d’Aspromonte.

DESCRIZIONE:

  • L’appuntamento sarà a Bova Marina (presso lo Stadio Comunale), dopo le registrazioni si partirà alla volta di Roghudi via Campi di Bova (1.300mt) attraversando il suggestivo passo della Zita a 1.000mt di altitudine.
  • Prima di arrivare al borgo fantasma faremo sosta ad ammirare le splendide e misteriose “Caldaie del Latte e la Rocca del Drako” a cui sono legate delle antichissime leggende.
  • Una volta ripartiti altri 15min in auto e arriveremo a Roghudi, dove parcheggeremo in uno spazio apposito.
  • Proseguiremo a piedi e silenziosamente per le vie del Borgo abbandonato assaporando la vera essenza di questo luogo che ancora respira, ancora ci parla e ci racconta la vita dei suoi abitanti.
  • Un tuffo nel passato, in un passato recente che ancora è possibile ammirare attraverso l’uscio di qualche casa, abbandonata in fretta, dove le cose di tutti i giorni impolverate ed ancora al suo posto ci trascineranno in atmosfere d’altri tempi.
  • Il punto centrale del borgo è la sua chiesetta dedicata a San Nicola posta al centro del paese, dove un pergolato di vite ci accoglierà in un’atmosfera particolare e dove consumeremo il nostro pranzo.
  • Nel primissimo pomeriggio ripartiremo in auto per il rientro, rifacendo la stessa strada dell’andata.

 

SCHEDA TECNICA:

Escursione di tipo: T (Turistico)
Difficoltà: Facile
Dislivelli: nessuno
Lunghezza percorsi: brevi soste con lunghezze medie (50mt-200mt)
Condizioni percorso: Vicoli, stradine.

 

PROGRAMMA GENERALE:

Ore 09:00 Raduno e registrazione partecipanti a Bova Marina (Stadio Comunale) coodinate google https://maps.app.goo.gl/NWSTcpv4iu4Nw7D26
Ore 09:15 Partenza per Roghudi (in auto)
Ore 10:00 Sosta alle Caldaie del Latte e Rocca del Drago
Ore 12:00 Arrivo a Roghudi Vecchio e visita al borgo
Ore 13:30 Pausa pranzo (a sacco)
Ore 14:30 Partenza per il rientro
Ore 15:30 Arrivo a Bova Marina e saluti

(L’itinerario prevede circa 55Km complessivi A/R in auto, consigliamo di far rifornimento di carburante a sufficienza prima di partire)

 

PER PARTECIPARE:

Adesioni aperte per un massimo di 20 partecipanti inviando un messaggio whatsapp al numero: 3470844564 entro e non oltre Sabato 18 maggio comunicando i propri nominativi

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

10€ a testa
5€ per i minori sotto i 12 anni se accompagnati

 

EQUIPAGGIAMENTO CONSIGLIATO:

Scarpe da trekking, indumenti di ricambio, K-way o giacca a vento, abbigliamento da montagna (meglio se a strati), scorta d’Acqua, pranzo a sacco , barrette energetiche.

E’ SEVERAMENTE VIETATO:

Entrare dentro le abitazioni, portare via oggetti, utensili o qualunque cosa dalle case abbandonate, allontanarsi dal gruppo.

 

QUESTA ESPERIENZA NON PREVEDE FORMULE ASSICURATIVE CONTRO INFORTUNI, PERTANTO CHI PARTECIPA LO FA A TITOLO PERSONALE ESONERANDO L’ORGANIZZAZIONE DA OGNI EVENTUALE RESPONSABILITA’ CIVILE O PENALE.

 

Il giorno dell’Ascensione Usi, Riti, Credenze in Calabria

Qualche ora prima del canto del gallo, alla sola luce di “’a stiddha d’a matina” le contadine son partite di buonora, camminando lentamente, nella strada che oltrepassa il calvario. Chi ha un paniere incrociato al braccio, chi una falce o un bastone per “annettare” la via, intanto tra una chiacchiera e l’altra, hanno raggiunto una scarpata ripida e pietrosa, un po’ fuori paese, alla quale tornano abitualmente , ogni anno, prima del sorgere del sole del giorno solenne della Ascesa al cielo di Nostro Signore. Tanto cammino, per perpetuare un ancestrale rito, che hanno visto fare alle mamme e alle nonne, e che loro con dedizione continuano, un po’ per buon auspicio, un po’ per superstizione, ma soprattutto in ricordo di quando “cotrareddhe” impazienti aspettavano il giorno della Ascensione per andare al mattino presto dalla mano della mamma assieme alle altre comari e vicine di casa alla ricerca della “fortunella.”

U jornu d’a ‘scensiona” quaranta giorni dopo Pasqua, si ricorda la definitiva salita al cielo di Gesù Risorto e rappresenta simbolicamente l’Esaltazione di Gesù Cristo risorto.

La notte tra “‘a vijilia e ‘u jornu da Scenziona” è una delle tante notte magiche dell’immaginario popolare calabrese, nella quale si possono ottenere presagi, e le piante, come avviene per il 24 giugno, hanno proprietà magiche, benefiche e ben auguranti. Nel giorno dell’Ascensione, infatti, era tradizione recarsi prestissimo, prima dell’alba, per trovare e raccogliere i rametti verdeggianti di alcune piante grasse, comunemente dette “erba dell’ascensione”, “erbicella” “santa erva” oltre che “erba della fortuna”, o semplicemente “’a fortunella”. Solitamente si tratta di piante grasse appartenenti alla famiglia delle Sedum cepacee.

A Catanzaro, la credenza vuole che andasse raccolta in luoghi da dove non si vedeva il mare.

Le donne che portavano avanti questa tradizione tramandano oralmente anche delle formulette magiche e invocazioni da recitare per buon augurio al momento del ritrovamento:

– Bona trovata Santa Erba, quandu Jesu jia ppe terra.  Ti guardau e ti benedissa, ricordati sant’erva chi ti dissa?

Dopo il segno di croce, a ringraziamento del ritrovamento e a concessione di poterla raccogliere, qualcuno continua a recitare:

Eu ti scippu santa erva, quandu Jesu jìa ppe terra, ti guardau e ti benedissa,arricordati cchi ti dissa.

A questo punto “erbiceddha da fortuna” veniva raccolta accuratamente, cercando di sfilarla con tutta la radice, e facendo attenzione nella scelta e raccolta di rametti più lunghi e vividi. Successivamente, veniva riposta in setacci o panieri, per facilitarne il trasporto. I primi raggi del sole festivo esorcizzavano le forze del male che agivano di notte ed illuminavano l’altare della Chiesa invitando ad assistere alla prima messa domenicale. Il sole vivo ricordava, infatti, Gesù Risorto ed asceso al cielo in tutto il suo splendore. Non si era degni di vedere quella luce e perciò l’erba era considerata santa perché, attraverso di essa si poteva volgere lo sguardo a Dio. Prima di portarla in casa o di donarla si preparava a un mazzetto, poi una scrollatina a mezz’aria per liberare l’erba santa dal terriccio, dagli insetti o da altre impurità. C’era chi prima di portarla a casa era solito farla benedire in chiesa alla Messa solenne della Domenica di Ascensione. Poi una volta portata presso le abitazioni, era addobbata con un nastrino rosso o bianco. Legata a una cordicella, veniva appesa in un luogo per lo più in penombra della casa, solitamente al capezzale del letto, al quadro della sacra famiglia o proprio vicino al crocifisso.

Qualcuno disponeva in più punti della casa, anche dove c’erano anziani o bambini.

L’erba della Ascensione era una messaggera, si utilizzava principalmente per ottenere dei presagi. Il rametto della piantina veniva infatti posizionato in testa in giù, e se dopo un po’ di giorni tendeva a salire o fioriva era ben augurante altrimenti se fosse rimasto “a testasutta” o  appassito del tutto avrebbe preannunciato guai in vista, sfortuna, e situazioni avverse. Bisognava aspettare sette, venti, o quaranta giorni a seconda della credenza dei vari paesi, per osservare attraverso il posizionamento che nei giorni ha assunto la “fortunella” per interpretare il presagio.

Oltre all’erba dell’ascensione, nella stessa giornata c’era chi raccoglieva e preparava dei mazzetti con fiori di sambuco (‘u maju) e  di ginestra spinosa (a spina santa).

Una volta preparati i mazzetti con “‘u maju, a spina santa e anche l’erva da fhurtuna” venivano portati in chiesa per la benedizione e poi posizionati e appesi dietro la porta di casa per buon augurio e a protezione dell’abitazione. A Cropani, nella giornata dell’Ascensione, si perpetuava un atto di devozione molto originale. Dopo essersi confessati, ci si ritrovava in paese per la recita del Santo Rosario, rigorosamente con lo sguardo rivolto verso il mare:

Bruttu nemicu, pera de ccà /  ‘un venire nè mo’ e nè mai / mancu all’ura da morte mia / ca iu dicu centu voti

Jesù, Jesù, Jesù ( per cento volte).

 Chi bella jurnata ch’ è chissa /  sagghe ‘ncelu Gesù Cristu /  l’aduramu e lu salutamu  / la grazza ca volimu ci la cercamu  / ci la cercamu vulentieri / ppè li sui sacri misteri.

 E vui tutti celesti siti / tutti li sette l’apariti / tutti li sette l’ addumati / davanti l’Eternu Patre.

A Chiaravalle si tramanda un racconto che cerca di spiegare le doti divinatorie di questa piantina grassa:  Gesù, nel salire al cielo, benedisse questa erba perchè, contrariamente a tutte le altre che volgono la loro cima in basso, questa la rivolse in alto, verso il suo creatore. Da allora crebbe spontanea e rimase, quasi sempreverde, emettendo una miriade di fiorellini piccolissimi e bianchi, tendenti al giallino e vagamente profumati.  Potevano raccoglierla tutti, anche i bambini, ma chi voleva compiere questo atto di devozione doveva comunque essere delegato dal capo famiglia, o da una persona anziana. L’incaricato si levava all’alba e nell’uscire di casa, volgeva gli occhi al cielo dicendo: ”Sì fhice juornu piaciendu a Dio. A nuddhu salutu cchiù prima e’ Tia  Stiddha e’cielu  Curuna e’  Campu , Gloria a Patrhe fhjgghju e Spiritu Santu!”

Tale rito come tanti altri sono stati abbandonati e dimenticati, come i fuochi propiziatori della vigilia dell’Ascensione.

In occasione della festa della Ascesa al Cielo di Ns Signore, in alcuni centri della provincia di Reggio Calabria avveniva la distribuzione del latte prodotto in questa solennità, che un tempo era donato dagli allevatori pastori e “massari” ai poveri e, in genere, o a chiunque ne avesse fatto richiesta.

Tale gesto pare che trovasse la sua origine da una leggenda, in base a cui un pastore nel giorno dell’Ascensione avendo rifiutato di regalare del latte ad una donna povera, che lo aveva richiesto, quando si mise a lavorarlo si accorse che esso non “quagghjava”, come punizione divina per il suo rifiuto e vide così sfumare nel nulla tutta la produzione del latte di quel giorno.  Da quel momento in poi, per consentire una produzione regolare per l’intero anno, il latte che veniva prodotto il giorno dell’Ascensione, come gesto propiziatorio, non doveva più essere lavorato e neppure coagulato, bensì donato interamente ai poveri! Il latte diveniva così un alimento rituale per la festa dell’Ascensione, molto probabilmente perchè simbolo di purezza e veniva assunto come ingrediente basilare di diversi piatti tipici, come le minestre, le paste, (i tagliolini) ,che venivano cucinate nel latte, anzichè nell’acqua, sia in versione salata, che  dolce!

 

Di Andrea Bressi

L’antica abbazia della Madonna della Lìca a Pietrapennata- Palizzi (RC)

Il territorio di Palizzi custodisce innumerevoli gioielli dell’antichità e siti di interesse storico-naturalistico-culturale. Oggi vi portiamo alla scoperta dell’antico monastero di Santa Maria della Lica, che testimonia la forte spiritualità di questi luoghi, un tempo frequentati e pullulanti di popoli e genti ci lasciano in eredità testimonianze antiche e importanti per capire la ricchezza di un territorio che i tempi moderni hanno sprecato, distrutto, dimenticato.

Il santuario di tradizione bizantina, presenta segni murari dell’età normanna e giungono fino al XVII sec. Il suo nome deriva da quello della contrada in cui sorge e pare, anche per l’esistenza nella zona di un tempio dedicato ad Apollo Licio. Fino ai primi del 1800 ad Alica, il giorno 8 maggio di ogni anno, si teneva una fiera di bestiame in onore della Madonna. nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo a Pietrapennata frazione di Palizzi. Purtroppo oggi, l’abazia è in stato di rudere, si tratta di una chiesa e di un monastero incastonati in una vallata amena, e consiste in un complesso architettonico rimaneggiato più volte durante i secoli, con brani murari riferibili a diversi periodi storici, dal più antico, risalente presumibilmente al XII secolo, fino al XVII-XVIII secolo.

La chiesa era un edificio a navata unica, di circa 6×13mt (in un rapporto di uno a due tra larghezza e lunghezza) con abside orientata, e forse praticati in periodo successivo un Prothèsis e un Diaconicòn. Nel XVII secolo è stato addossato al muro meridionale il campanile, si tratta di una costruzione molto slanciata ed elegante, curata nei particolari com’è possibile apprezzare dal doppio ordine e dalla cornice di mattonelle policrome. Quest’ultimo particolare decorativo lo rende molto simile al campanile della chiesa di San Sebastiano dell’Amendolea. un campanile a doppio ordine con una cornice di mattonelle policrome, simile a quello della chiesa di S. Sebastiano di Amendolea e di S. Salvatore di Cataforio.

Tra il secolo XVII e quello successivo, venne costruito, esternamente alla chiesa e ruotato rispetto ad essa, verso nord-est, un altro ambiente che potrebbe riferirsi alla sacrestia, di cui parla Mons. Contestabile nel 1670 come opera da completarsi. Sul porticato addossato alla parete meridionale si notano pochi resti di cui una porzione di arcone che, per la sua struttura muraria, è attribuibile al XII secolo. A circa 9mt dal muro meridionale e ad una quota inferiore di circa 1,5mt, vi sono dei poderosi setti murari.

Molte sono le teorie sull’etimologia del termine Alica, alcune dettate dal grande archeologo e storico “Domenico Minuto” asseriscono che il termine “Alica è Alicia” si trovavano già nel XVII° secolo e sembrano avvalorare la certezza che in quell’epoca nella bovesìa il significato della parola volgare “lega o Liga” era meno nota dell’attuale termine greco “Alìthia” termine che ancora oggi è comune nell’area Ellenofona anche nelle varianti di Alìsia e Alìa che significa appunto “la verità”. Altra ipotesi avanzata è che potesse derivare dal Greco lukòs che significa “bosco” a sottolineare la natura remota del luogo.

Quando la chiesa fu fondata, presumibilmente nel XII secolo, presentava una pianta a navata unica e un’abside finale. Oggi è difficile identificare la collocazione originaria dell’abside sia a causa dell’alta vegetazione sia a causa di un ambiente quadrangolare, costruito presumibilmente tra il XVII e il XVIII secolo, che si è sovrapposto alla struttura che alcuni studiosi ritengono sia stata la sacrestia. Probabilmente prima ancora della costruzione della cosiddetta sacrestia era stato eretto il campanile.

Fino al 1887 questa chiesa ha conservato un bellissimo simulacro di marmo bianco d’alabastro a mezzobusto raffigurante la Madonna con Bambino del XV secolo e attribuita alla scuola del Gagini, che poi fu trasferita e si trova tutt’oggi, nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo di borgo di Pietrapennata. La statua a mezzobusto della madonna pare sia arrivata sin qui dalla Sicilia e sbarcata miracolosamente nella marina di Palizzi, all’alba della battaglia di Lepanto, quando i cristiani sbaragliarono definitivamente i Musulmana in occidente.

Grazie alle ricerche storiche, possiamo certamente dire che la chiesa della Lica in effetti non fosse altro che una grangia dello stesso Monastero di Sant’Ippolito che cambiò il titolo in occasione dell’evento storico di Lepanto e dell’arrivo di questa statua. Anche se alcune fonti storiche, riferiscono che il monaco che fondò il monastero, fosse partito dall’Abbazia di Santa Maria di Tridetti (Staiti). Sembra anche probabile che la chiesa rientri nella cosiddetta “via dei romiti”, un itinerario relativo al passaggio dei monaci dove sorgevano molti ricoveri in cui i religiosi in pellegrinaggio potevano meditare, pregare e anche soggiornare.

 

Di Carmine Verduci

Domenica 5 Maggio; Escursione sui sentieri dell’Alica – Pietrapennata (RC)

Domenica 5 Maggio Kalabria Experience in collaborazione con Camminare Liberi, e Ass. al Borgo di Pietrapennata vi porteranno a scoprire la bellezza di un luogo magico e suggestivo, alla scoperta dell’antica abbazia della Madonna dell’Alìca, in prossimità del borgo di Pietrapennata (Palizzi), un’antica abbazia immersa in un paesaggio incontaminato che riesce a regalare suggestioni e bellezza, in un itinerario storico e naturalistico caratterizzato dalla tipica vegetazione di macchia mediterranea di media montagna. Sarà un viaggio attraverso i secoli, che ci consentirà di conoscere la storia di questo luogo di forte spiritualità che ancora oggi non smette di attrarre moltissimi escursionisti da tutto il mondo.

PROGRAMMA:

08:30 Raduno e registrazione partecipanti Piazza dei Martiri (Palizzi Marina)
link appuntamento https://maps.app.goo.gl/abqNjV7FaNjchJ1i7
08:45 Partenza (in auto) verso Pietrapennata
09:15 Arrivo nel borgo di Pietrapennata parcheggio e inizio escursione
11:30 Arrivo previsto presso all’abbazia dell’Alìca
12:00 Partenza per il rientro nel borgo di Pietrapennata
13:00 Degustazione tipica (ospiti dell’associazione al borgo di Pietrapennata)
14:30 Visita borgo di Pietrapennata
16:30 Fine escursione (rientro)

ITINERARIO:

Il percorso partirà dal piccolo borgo di Pietrapennata (673mt s.l.m.) tra strette viuzze e suggestivi vicoli in direzione del cimitero. Da qui parte il sentiero che raggiunge nel cuore della vallata, i ruderi dell’antica abbazia della Madonna dell’Alica (XII sec) che ha custodito fino al 1887 la splendida scultura marmorea, di scuola Gaginesca della Madonna con Bambino (Alica o Lica) che oggi si trova custodita nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo al centro di Pietrapennata. Una volta fatto ritorno nel borgo di Pietrapennata effettueremo una degustazione ospiti dell’Associazione “Al Borgo di Pietrapennata” e subito dopo, effettueremo un giro turistico nel borgo per godere della sua storia, della sua bellezza, dei suoi scorci mozzafiato.

SCHEDA TECNICA:

Livello: E (escursionistico)
Difficoltà: media
Dislivelli: complessivamente circa 120 mt.
Lunghezza del percorso: 5,50 km A/R (sterrato/sentiero)
Fondo: Strada, sentieri, mulattiere
Tempi: ore 3,30 (soste incluse)
Acqua: assente (all’inizio e alla fine del percorso)
Iscrizioni a numero limitato: max 30 partecipanti

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Zainetto leggero, indumenti a strati (adatti al periodo climatico), cappellino da sole, scarponcini da trekking, Bastoncini da trekking (facoltativi), borraccia d’Acqua (almeno 1,5 lt), maglietta di ricambio, K-way o mantellina (da usare in caso di pioggia), giacca a vento, pranzo a sacco o spuntino di mezza giornata.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

15€ per persona (include, guida e assicurazione)
10€ costo degustazione *facoltativa (su prenotazione)

 

COME PARTECIPARE:

Prenotando inviando il proprio nominativo e codice fiscale (per l’assicurazione)
via WhatsApp al numero: 347-0844564 entro e non oltre il 3 Maggio 2024

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