Mese: Giugno 2017

Domenica 2 Luglio- Escursione sul sentiero naturalistico della “Scialata” a S. Giovanni di Gerace (Rc)

Domenica 2 Giugno Kalabria Experience è lieta di proporvi il fantastico percorso Naturalistico della Scialata (o del Torrente Levadio) che è un sentiero escursionistico montano che, conduce gli escursionisti fino alla sorgente di acqua oligominerale di Cannavarè, nei pressi dell’area pic-nic denominata “Scialata”.  Si tratta di uno dei percorsi naturali  più suggestivi tra quelli esistenti nella provincia di Reggio Calabria.

Numerose sono le meraviglie che la natura ci propone nell’ambito di questo percorso montano: si costeggia un torrente aspro, che snoda il suo tracciato tra gigantesche rocce granitiche e boschi secolari fittissimi, in una natura incontaminata ricca di flora, così bella da lasciare senza fiato!

Le bellissime cascate offrono agli amanti dell’avventura l’opportunità di trovare un piacevole refrigerio nelle fresche acque della fiumara, alberi secolari e cielo azzurro fanno da sfondo a quella che si può ben definire un’esperienza unica!

Anche in questa fantastica occasione @IGreggiocalabria ha indetto il tradizionale Foto-Contest a cui potrenno partecipare tutti coloro che condivideranno con noi questa fantastica avventura, l’hashtag da utilizzare su Instagram, Facebook e tutti i social network sarà: #ig_lascialata 

 

DESCRIZIONE GENERALE:

Il sentiero parte dal Casello della Forestale  GIANCE’ (AFOR) 650 metri

si prosegue, sulla sterrata in lieve discesa, con ampie vedute sulle valle sottostante, dopo circa 15 minuti si arriva alla fontana Fallari, si scende dolcemente e poco dopo si arriva al ponticello di Fallari.
Da questo punto in poi il Levadio offre dimostrazione di tutta la sua bellezza, inserendosi tra le sue suggestive cascate e ad angoli di bellezza indescrivibile.
Da questo punto tra suggestive cascate inizia il sentiero, ci si ferma per ammirare dal basso la cascata “Fallari”, ma per continuare è necessario deviare sul lato destro della cascata  per poter risalire, seguendo un viottolo tagliato nella roccia, da dove si ammira dall’alto la cascata.


Arrivati alla cascata “Marasà”  si prosegue salendo attraverso una  delle tante scalette di legno che si trovano sul sentiero per poi arrivare alla cascata “Schiavone”, una delle più belle  che si trovano  sul percorso, che diviene accidentato per via di  massi posti nel letto della fiumara, enormi e disposti in modo tale da formare un grazioso laghetto. L’occasione sarà anche per fare un bel bagno nelle freschissime acque!
Si lascia il letto della fiumara, superando uno dei tanti ponti che si trovano  sul sentiero e ci si immette in un viottolo in lieve salita, molto sdrucciolevole, sotto una fitta foresta di castagni.

Dopo circa dieci minuti senza nessuna difficoltà, incantevole e affascinante si presenta dall’alto lo “schioppo” di località Scogli, uno dei più belli e accattivanti dell’intero sentiero.

Da qui il sentiero si snoda tra una lussureggiante vegetazione di elci, che si alterna a formazioni di farnetto, roverella, ontani, castagni, faggi e con la presenza sporadica di aceri montani, allori e pioppi tremoli.


La  Scialata; si tratta di un’area attrezzata nei pressi per pic-nic, situata nelle verde montagne sangiovannesi nella località denominata “Cannavarè”, nel cuore di un fitto castagneto, è il posto ideale per trascorrere una tranquilla giornata di relax, allietata soltanto dal silenzio dei boschi circostanti e dal tranquillo fluire del Torrente.
Nei pressi della sorgente è situata, un’edicola con la statua della Madonna di Lourdes, mentre, a qualche metro della roccia, sgorga in gran quantità l’acqua oligominerale della “Scialata”

Si ritorna indietro dallo stesso sentiero percorso all’andata, occasione buona per scattare altre meravigliose foto con la luce pomeridiana filtrante dagli alberi.

Appuntamento ORE 09:00 Uscita Gioiosa Jonica (sia per chi proviene dalla SS106 e sia per chi proviene dall’autostrada ionio/tirreno)

Alle ORE 09:15 si partirà verso San Giovanni di Gerace per raggiungere il luogo da dove partiremo per l’escursione (circa 12km) fino al Casello AFOR Loc. Giancè (dove parcheggeremo) le nostre auto.

N.B. La località non è attrezzata per contenere un grande numero di automobili per cui invitiamo i partecipanti a condividere i propri mezzi

Dal casello AFOR Giancè partiremo per la nostra escursione fino ad immergerci dopo pochi minuti di cammino nella foresta.

SCHEDA TECNICA DI VIAGGIO:

DIFFICOLTA’: E/T (Escursionistico/Turistico)

TEMPO DI PERCORRENZA: 3h circa
KM PERCORSO: Complessivamente 8km A/R
TERRENO: Sentieri/strada sterrata/ passaggi attrezzati
DISLIVELLO: 650 s.l.m. – 850 s.l.m. (200MT)
ACQUA SUL PERCORSO: Si
ADATTA AI BAMBINI: Si (ma se accompagnati)
PRANZO: a sacco

 MAPPA:

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

E’ previsto un piccolo contributo simbolico di 5€ (da versare direttamente sul luogo d’incontro)

Ogni partecipante avrà diritto ad un buono sconto del 30% presso negozio di articoli sportivi e da trekk “PLANET FIRE CACCIA E PESCA” ad Ardore Marina (RC)

N.B. La quota non comprende assicurazione infortuni, la partecipazione esonera l’organizzazione da ogni responsabilità)

 

COME ATTREZZARSI?

Scarpe da trekking, k-way,indumenti di ricambio, costume, occhiali da sole, crema protezione solare, cappellino, barrette energetiche, e spuntino pranzo.

PER PARTECIPARE:

Basta telefonare al numero 347-0844564 e fornire i propri data “nome e cognome” (NO sms o messaggi WZ).

ATTENZIONE!

NUMERO MASSIMO DI ISCRIZIONI:  30 PARTECIPANTI

Buon viaggio….

Domenica 18 Giugno Escursione ad Africo Antico.

Domenica 18 Giugno Kalabria Experience vi propone un fantastico trekking ad Africo Antico in un affascinante viaggio nel cuore più antico d’Aspromonte, ambiente selvaggio e dalle suggestioni incredibili.

CENNI STORICI:

Africo antico, che sorge a 700mt s.l.m , è un borgo che a seguito dell’alluvione del 1952  ne ha provocato il lento e progressivo spopolamento. Si ritiene che il nome del paese derivi dal greco àprichos, άπριχος, o dal latino apricus. È stata avanzata l’ipotesi che nel luogo siano esistiti insediamenti in epoca precedente o contemporanea alla colonizzazione magnogreca; esistono comunque reperti archeologici di epoca bizantina. In epoca normanna, fra i secoli XI e XII, visse San Leo, il patrono del paese; secondo la tradizione, egli nacque a Bova e prima di diventare monaco studiò nel convento basiliano della SS. Annunziata di Africo.
Nel 1783 Africo venne seriamente danneggiata da un forte terremoto che causò sei morti e danni per ottantamila ducati.
Fra il 14 e il 18 ottobre del 1951 una violenta alluvione devastò Africo e Casalnuovo, causando tre vittime ad Africo e sei a Casalnuovo nonché ingenti danni materiali. Più di mille persone furono allocate in baracche di legno a Reggio di Calabria, in contrada Lazzaretto di Condera, dove in gran parte rimasero fino ai primi anni sessanta.
Un’escursione che avrà come scopo ripercorrere i passi del meridionalista, scrittore e filantropo Umberto Zanotti Bianco che qui ad Africo lasciò un impronta socio-culturale molto importante, con l’intenzione di rimediare alla miseria ed all’isolamento di Africo e contribuendo al processo di alfabetizzazione del popolo di Africo e non solo…

L’escursione è legata al Contest-Fotografico promosso da @Igreggiocalabria e @Igworldclub al quale potranno partecipare tutti coloro che condivideranno sul social network Instagram e facebook utilizzando l’hashtag:

#ig_africo, #kalabriaexperience, #antichisentieritour.

PROGRAMMA:

ORE 08:00 appuntamento presso Villetta Comunale di Bova Marina (di fronte al municipio)
ORE 08:30 Partenza con le proprie automobili sulla via per i Campi di Bova a  Villaggio Carrà dove lasceremo le automobili (26km).

km auto

Ore 09:30circa arrivo  previsto a “Villaggio Carrà” (parcheggio auto) da qui inizieremo il nostro cammino.

1^ TAPPA

Dopo circa 2,3km seguendo la strada sterrata che porta ad Africo vecchio, svolteremo per una mulattiera che costeggerà Monte della Guardia per arrivare in breve tempo alla Chiesetta di San Leo, una piccola struttura dalle semplici forme architettoniche ad un’unica navata con abside semicircolare e campanile sul fronte principale. Nel campanile sono conservate le due campane di bronzo probabilmente risalenti all’ epoca di costruzione della chiesa. La statua di marmo del Santo, risalente al 1635, di artigianato locale.

2^ TAPPA

Partendo dalla chiesetta di San Leo e ripercorrendo per pochi metri la stessa strada, svolteremo di fronte al vecchio cimitero per una stradina che ci porterà in breve tempo nel borgo di Africo. Qui faremo sosta e consumeremo il nostro pranzo nella piazzetta del paese dove sorge anche la chiesa di San Domenico (semi-diroccata). La nostra sosta ci consentirà di fare delle riflessioni su Umberto Zanotti Bianco ed il popolo di Africo in compagnia del Maestro Gianni Favasuli (chitarra e voce).

3^ TAPPA

Terminata la nostra sosta, proseguiremo sulla strada per il rientro passando dalla località detta “Campusa” dove visiteremo i ruderi delle scuole elementari, e ci dirigeremo verso il nostro punto di partenza chiudendo così il nostro anello

Alle ore 17:30circa terminerà la nostra escursione.

(IL PROGRAMMA POTRA’ SUBIRE DELLE VARIAZIONI e/o MODIFICHE VALUTATE DALL’ORGANIZZAZIONE E COMUNICATE AL GRUPPO TENENDO CONTO DELLE ESIGENZE TECNICHE) si prega pertanto di essere collaborativi .

MAPPA COMPLETA:

SCHEDA TECNICA:

Escursione di tipo: E (escursionistico)
Livello di difficoltà: Media
Condizioni del Terreno: sentieri/mulatiere/strada sterrata
Dislivello: 200mt circa
Durata totale: 6h 
Totale percorso: 8 km (A/R) ad anello
Acqua: Loc. Carrà, Porta del Parco.

COME PARTECIPARE?

– Iscrizioni entro il 16  Giugno chiamando il numero: 347-0844564 (dalle ore 15:00 alle ore 20:00) fornire i propri dati anagrafici (nome cognome)
– Massimo 30 partecipanti
– E’ prevista una piccola quota di partecipazione pari a 5€ (da versare a mano al punto di incontro a Bova Marina).
– Ad ogni partecipante verrà rilasciato un buono sconto del 30% da utilizzare per acquisti attrezzature e calzature da trekking AKU presso il punto vendita (sponsor) PLANET FIRE CACCIA E PESCA ad Ardore Marina (RC)
– E’ possibile offrire e dare passaggio ai partecipanti al fine di ridurre il numero di automobili fino a destinazione, avendo cura di dividere le spese carburante (che consigliamo di fare prima del proprio arrivo al punto di incontro a Bova Marina)

RICORDIAMO CHE: ognuno partecipa volontariamente, esonerando l’organizzazione da qualsiasi responsabilità civile o penale derivante).

COSA PORTARE?

SCARPE DA TREKKING, CAPPELLINO, CREMA SOLARE (PROT. 50)  K-WAY, BARRETTE ENERGETICHE,  SCORTA D’ACQUA POTABILE (almeno 2 lt), SPUNTINO PER IL PRANZO.

N.B.

– In caso di condizioni meteo avverse, l’escursione sarà rimandata a data da stabilire.
– Tutte le comunicazioni ufficiali verranno diffuse sulla pagina ufficiale di Facebook: “KALABRIA EXPERIENCE TOUR”.

BUONA ESPERIENZA….

Proteggersi dal sole in montagna

di TINA SIMONIELLO

La stagione delle passeggiate in montagna è arrivata. E dal sole è bene proteggersi, sulle cime e le colline proprio come al livello del mare. Un dato tra tutti per riflettere: in tutta l’Europa, la più alta incidenza di tumori della pelle, la cui prima causa è un’esposizione eccessiva, incontrollata e non protetta ai raggi del sole, viene registrata in Alto Adige, una regione completamente montuosa.

Il sole, principale fattore di rischio. Il principale fattore di rischio del melanoma è l’esposizione al sole, in particolare l’esposizione intermittente, sporadica e intensa che, impedesce alla cute di mettere in atto tutti i meccanismi fisiologici di fotoprotezione. Tra i non-melanomi, i più diffusi tumori della cute sono il carcinoma basocellulare e il carcinoma spinocellulare: in questi casi è più a rischio di ammalarsi chi si espone di più e più a lungo al sole e, come per il melanoma, chi ha pelle e occhi chiari.

I diversi tipi di radiazione solare. Il sole emette tre tipi di radiazioni: la luce (quella che vediamo), gli infrarossi (energia termica, in pratica i raggi che ci fanno sentire il calore) e gli ultravioletti A e B, (c’è anche la radiazione C, ma gli UVC vengono assorbiti dall’atmosfera prima di raggiungere la superficie terrestre e non hanno effetti sulla cute). La radiazione ultravioletta ha capacità mutagena, cioè è in grado di provocare mutazioni. Nonostante non sia ancora stato completamente chiarito il preciso meccanismo molecolare della relazione tra radiazione e sviluppo del melanoma, è chiara e certa la capacità degli ultravioletti di modificare il Dna e di trasformare in senso neoplastico le cellule dei tessuti esposti.

Se l’azione dei raggi ultravioletti è conosciuta, forse non è altrettanto noto che a maggiore altitudine corrisponde maggiore irradiazione. L’intensità aumenta infatti fino al 4% cento ogni 300 metri: mille metri e siamo a +12%. Che è come dire che a 3.000 metri la radiazione è quasi quattro volte più intensa che a 700 metri. Contrariamente quanto si crede, inoltre, le nuvole, che al mare sono rare ma in montagna tutt’altro, aiutano poco. Se è vero che la massima intensità di UV si raggiunge quando il cielo è sereno, anche con il cielo parzialmente coperto si possono avere alti livelli di radiazione, per effetto della diffusione e della riflessione della radiazione sulle nubi, e perché le nuvole come filtro funzionano poco, visto che lasciano passare l’80- 90% degli UV. In montagna l’aria è rarefatta, anche questo si sa. Ma c’è un’ulteriore considerazione da fare: l’ “aria sottile” assorbe meno le radiazioni, lasciandone quindi filtrare di più che non in pianura. Non solo: se al mare c’è il potere riflettente dell’acqua, che potenzia l’intensità dei raggi del sole del 9%, e della sabbia (del 24%), in montagna d’inverno c’è la neve (80-90%) ma d’estate ci sono le rocce: anche il suolo ha un potere riflettente.

Il sole è ovunque. “Il messaggio di prevenzione che deve passare è che il sole è dappertutto: al mare come in montagna, e anche in città. E che bisogna, ovunque, mettere in atto azioni di protezione – esordisce Vitaliano Silipo, dirigente medico presso la struttura complessa di Dermatologia oncologica, Istituto San Gallicano di Roma. “Per il melanoma siamo oggi intorno ai 14-15 casi ogni 100mila abitanti, in netto aumento rispetto solo a una decina di anni fa. Anche i carcinomi cutanei spinocellulari e basocellulari stanno aumentando e, stando alle proiezioni, nel 2030 ci sarà un incremento del 50% delle visite che riguardano queste patologie. Che hanno un’aggressività biologica inferiore al melanoma, ma una spiccata tendenza alla recidiva locale, se non adeguatamente trattate”. Come si diceva, a essere più rischiosa per la salute, in particolare per il melanoma, è l’esposizione al sole intensa e intermittente. “Che poi è la classica vacanza di 7-15 giorni. Mentre l’esposizione professionale, cronica (contadini, alcuni operai, sportivi agonistici) è più tipicamente associata ai carcinomi cutanei”, spiega Silipo.

Labbra da non dimenticare. Ora, passando alla prevenzione, come comportarsi in montagna? Più alto è il sole nel cielo più intensa è la radiazione UV, in montagna come in spiaggia. “Nelle ore centrali – riprende lo specialista – è buona regola ripararsi, stare al chiuso, in un rifugio o in un bosco. Ma sotto gli alberi, siccome all’ombra le radiazioni non si azzerano, meglio coprirsi con una maglietta a maniche lunghe”
Chi ama la montagna ha l’abitudine di uscire prima di casa di chi villeggia al mare, che spesso arriva in spiaggia nelle ore di massima insolazione. “Ma in entrambi i casi vanno osservate le stesse regole: portare con sé i solari, che devono essere adatti al proprio fototipo, e applicarli ogni 2-3 ore. E non superare le 4-5 ore al giorno consecutive di esposizione – tiene a precisare Silipo – senza dimenticare capello e occhiali con lenti filtranti e soprattutto senza dimenticare uno stick solare per le labbra, per i carcinomi cutanei soprattutto. I carcinomi squamocellulari delle labbra sono i più aggressivi”, avverte l’oncologo.

Per la vitamina D bastano 10 minuti. Ma con tutti questi accorgimenti, e con tutta tutta questa protezione, non si rischia di compromettere la produzione di vitamina D, che sintetizza la pelle quando ci esponiamo al sole, e che è necessaria per la fissazione del calcio nelle ossa? “Per raggiungere il fabbisogno quotidiano di vitamina D – conclude l’esperto – bastano 10 minuti di esposizione senza protezione”.

(Fonte: www.repubblica.it)

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