Domenica 15 Maggio; prende vita il progetto “AdottiAmo Brancaleone Vetus”

Nell’ottica della promozione e valorizzazione del Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus (RC)  invitiamo tutte le Associazioni del territorio Calabrese ad aderire al progetto denominato “AdottiAmo Brancaleone Vetus”, evento proposto dalla Pro Loco di Brancaleone APS,  in collaborazione con Kalabria Experience l’Associazione Calabria Condivisa, attraverso la realizzazione di una visita del borgo abbandonato, al fine di instaurare rapporti di dialogo e cooperazione, scambio di idee progettuali in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del volontariato attivo e sulle politiche di rigenerazione urbana dei siti storici abbandonati. Negli ultimi anni infatti, il borgo di Brancaleone Vetus è stato protagonista di progetti ed interventi che hanno coinvolto numerosi volontari del luogo, Enti e Associazioni del territorio che si sono dimostrati fondamentali per il recupero della fruibilità del complesso urbano, di sentieri e vicoli del borgo che oggi rappresentano una delle pietre miliari del progetto “Renaissance Brancaleone Vetus” in atto dal 2016. 

Il progetto “AdottiAmo Brancaleone Vetus” nasce da un’idea concettuale di “rinascita” condivisa e condivisibile, interscambio e cooperazione fra Enti profit e no profit, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini e soprattutto dei giovani. Il progetto “AdottiAmo Brancaleone Vetus” si basa nell’adottare uno spazio, riqualificare un’area, lasciare un segno tangibile da parte delle associazioni aderenti, che potrebbe consistere anche nella forma più semplice di finanziamento di un’opera fra quelle riportate in elenco obbiettivo:

IL CONTESTO:

Il borgo sorge su una collina rocciosa, alle spalle della cittadina costiera a circa 3 km di strada e 10 minuti in auto, ed offre la possibilità di conoscere, più nel profondo, la storia, la cultura e l’identità di una delle zone della nostra area Metropolitana di Reggio Calabria tra le più autentiche ed archeologicamente più interessanti. Brancaleone Vetus si presenta oggi in stato di rudere, ma nel contempo un sito storico reso accessibile e messo in sicurezza grazie ai percorsi riqualificati e corredati da tabelle turistiche che indicano i luoghi di interesse storico ed archeologico accessibili anche mediante dispositivi tecnologici. Qui è possibile svolgere attività ludico-ricreative completamente immersi nella natura, a contatto con la natura selvaggia di questi luoghi, pregni di storia e spiritualità.

 

L’ESPERIENZA PROPONE:

Una passeggiata culturale ed esperienziale prevista per Domenica 15 Maggio 2022, visita narrata del Parco Archeologico Urbano, Geosito rocce mioceniche, Sito dei Silos-Granai, Grotta dell’Albero della Vita, tombe cripta della chiesa proto papale dell’Annunziata, Casa-Grotta, Grotta della Madonna del Riposo, Centro Documentazioni (ex chiesa dell’Annunziata), briefing finale con illustrazione della fasi di rigenerazione urbana del sito, grazie all’opera volontaria della Pro Loco (ente gestore del sito storico).

Sarà una giornata all’insegna dell’amicizia, immersi nella natura e nel paesaggio di questo sito urbano antichissimo, oltre ad un’occasione unica per conoscere tante realtà associative territoriali che si spendono e si battono per il rilancio turistico dei territori. Il messaggio che vorremmo lanciare in occasione di tale giornata è che solo facendo rete e condividendo le iniziative riusciremo a valorizzare i nostri territori.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:30 Ritrovo a Brancaleone Marina (Piazza Stazione)

Ore 09:50 Partenza (in automobile) per Brancaleone Vetus

Ore 10:00 Arrivo previsto presso il Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus

– Briefing di benvenuto

– Visita ai ruderi del borgo, chiese-grotte, Centro Documentazioni, aree riqualificate dai nostri volontari.

Ore 12:00 Momento di riflessione, scambio di idee e di esperienze

Ore 12:30 Pausa pranzo a sacco presso il borgo

Ore 15:00 Arrivo a Brancaleone Marina e visita Dimora Cesare Pavese a Brancaleone Marina

 

SCHEDA TECNICA:

Escursione di tipo: T (Turistica) adatta a tutti

Km da percorrere: 0

Dislivelli: irrisori

Presenza di acqua potabile: Rifornirsi da casa

 

EQUIPAGGIAMENTO CONSIGLIATO:

Abbigliamento adeguato al periodo, Scarpe da ginnastica, Cappellino, occhiali da sole, Acqua (almeno 1,5lt), macchina fotografica, e tanta voglia di scoprire la storia e la cultura di questo luogo.

 

Per sostenere ed aderire all’iniziativa si richiede:

Quota simbolica minima di 20€ per singola associazione (partecipando alla giornata con una delegazione di 4 consociati, si precisa infatti che il contributo per ciascun partecipante è di 5 €); Oppure il versamento della predetta quota tramite IBAN:  IT26 K076 0116 3000 0100 7512 153,  c/c postale  N° 001007512153 INTESTATO A: Pro Loco di Brancaleone CAUSALE: AdottiAmo Brancaleone Vetus.

 

Si precisa che qualora qualcuno dei soci desiderasse partecipare singolarmente, a prescindere dall’adesione dell’associazione, si richiede una quota simbolica di 5€ a sostegno del progetto.

 

*L’organizzazione si esonera da ogni responsabilità civile o penale che possa scaturire da infortuni, danni a persone o cose, ognuno partecipa a titolo volontario dopo aver letto attentamente il programma e la scheda tecnica contenente le informazioni.

25 Aprile 2022- alla scoperta dei borghi della “Valle degli Armeni”

Il 25 Aprile Kalabria Experience e Calabria Condivisa organizzano un Tour Esperienziale e fotografico alla scoperta dei Borghi della “Valle degli Armeni” un viaggio nella storia e nel tempo, che attraverserà secoli di storia, vita e vicissitudini di questo lembo di Calabria. Dalle prime colonie Greche al passaggio degli Armeni in Calabria che in questo territorio hanno lasciato tracce indelebili del loro passaggio ed il loro stanziamento in epoca Bizantina.

Ci si muoverà raggiungendo i siti e borghi con le proprie auto!!!

Il tour Valle degli Armeni propone la scoperta di Brancaleone Vetus, l’Abbazia di Santa Maria di Tridetti, il Borgo di Staiti e la leggendaria Rocca degli Armeni a Bruzzano vetere, tra storia e visioni, panorami mozzafiato e particolari inediti che vogliono riscoprire il piacere del “turismo lento” e culturale, nell’ottica della promozione del territorio, attraverso la fotografia e la narrazione di luoghi facili ed accessibili a tutti.

L’iniziativa sarà legata al contest fotografico con la collaborazione con l’Associazione Calabria Condivisa mediante l’hashtag  #valledegliarmeni, dove i migliori scatti saranno postati sulle piattaforme web e social collegate a Calabria Condivisa e Kalabria Experience per valorizzare i luoghi e far conoscere attraverso i propri punti di vista, l’anima e l’essenza di questi luoghi ricchi di bellezza e spiritualità.

 PROGRAMMA:

Ore 09:00 Raduno registrazione dei partecipanti (Piazza Stazione Brancaleone)
Ore 09:15 Partenza con le proprie auto verso Brancaleone Vetus (visita del sito storico, grotte, ruderi del Borgo e Centro Documentazioni).

Ore 11:30 Trasferimento all’Abbazia di Santa Maria di Tridetti (Staiti) visita guidata dell’abbazia
Ore 12:00 Trasferimento a Staiti (borgo) – passeggiata tra le vie del borgo, il sentiero delle chiese Bizantine,il Geosito delle “Rocche di Quartu”, le tipiche fontane, il Museo dei Santi Italo Greci e la Chiesa delle Vittorie.

Ore 13:30 Pranzo Buffet Tipico presso la “TAVERNA DEI SANTI” (all’aperto)
Ore 15:00 Trasferimento a Bruzzano Vetere, visita alla leggendaria “Rocca degli Armeni”, arco trionfale dei Principi Carafa.
Ore 17:00 Saluti e partenza per il rientro.

 

SCHEDA TECNICA

Comuni interessati: Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Staiti.

Escursione di tipo: T (Turistica)
Difficoltà: nessuna
Durata complessiva: 7,5 ore (soste e pausa pranzo incluso)
Acqua: Meglio rifornirsi da casa

Adatta ai bambini: SI (purchè accompagnati e sotto la responsabilità di un genitore)

 

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Scarpe comode (da ginnastica), cappellino, occhiali da sole, k-way, acqua almeno 2lt, spuntino, macchina fotografica o smartphone e tanta curiosità.

 

PRENOTAZIONI:

Telefonare al num.  3470844564  fornendo i propri dati anagrafici (NOME E COGNOME), entro e non oltre il 22 Aprile ore 12:00

ISCRIZIONI A NUMERO CHIUSO :

MAX 30 persone

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

30€ Include degustazione a “Buffet” a base di prodotti tipici locali di Staiti.

Casalinuovo di Africo (RC)- Tra Cronaca e Storia

Casalnuovo (o Casalinuovo) è una frazione del Comune di Africo in provincia di Reggio Calabria. I suoi abitanti, che anticamente venivano chiamati “Tignanisi”, Il paese, che è stato costruito a 737 metri sul livello del mare, oggi disabitato, è situato su una rupe, nei pressi di Africo, alla destra del torrente Apòscipo. Lo si può raggiungere seguendo lo stesso itinerario per andare ad Africo fino ad un bivio dopo i Campi di Bova (Monte Lestì o Grosso).

Pur seguendo le vicissitudini storiche, sociali e umane di Africo e di Casalnuovo si trovano segni distintivi in resoconti di alcuni storici le cui testimonianze si trovano sia nel libro “Africo” di Corrado Stajano che nel libro “Africo dalle origini ai nostri giorni – Una storia millenaria”  di Bruno Palamara. Le cronache, nel seicento, parlano di un casale di Africo nel territorio di Bova; nel Settecento accennano a un gruppo di monaci orientali che a Casalnuovo di Africo professavano il proprio rito e poi lo abbandonarono si stabilirono dapprima in Sicilia, poi in Calabria. La provincia di Reggio, fin dall’ VIII secolo era caratterizzata dalla massiccia presenza di monasteri basiliani. Questi monaci, come sappiamo vivevano in  isolati sulle montagne dell’Aspromonte, lontano dai centri abitati, erano dediti alla preghiera, agli studi religiosi, alla copiatura e traduzione di manoscritti biblici.
Lo storico Fiore riporta nella sua “Della Calabria illustrata” un documento che ricorda che “Nel concedimento fattone dal Re Roberto a Niccolò Ruffo nell’anno 1328, vedo notati per i suoi villaggi Motta Bruzzano o Motticella, il Salvatore o Casalnuovo e Ferruzzano”.


Secondo A. Oppedisano, nel 1629 il Principe di Roccella costruisce a Casalnuovo la chiesa del SS. Salvatore, eretta prima ad oratorio, poi con la bolla del Vescovo Barisani del 4 dicembre 1798 elevata a chiesa parrocchiale.
Verso la fine del 1700 Casalnuovo, che praticava l’allevamento del baco da seta, contava 600 abitanti. Si ricorda anche che, nel 700, “un gruppo di monaci greci a Casalnuovo e ad Africo professavano il proprio rito che poi abbandonarono”. Le tracce dell’origine greca si conservano tutt’oggi nella parlata, tuttavia corrotta dalla modernità.

Lorenzo Giustiniani nel 1797 così descrive Casalnuovo: “Villagio in Calabria ulteriore in diocesi di Gerace, dalla quale città si è lontano miglia 32 circa. Egli è abitato da circa 600 individui tutti addetti all’agricoltura e alla pastorizia. Dal territorio raccolgono tutti i generi di prima necessità ed hanno similmente l’industria dei bachi da seta. La sua situazione è tra monti di aria mediocre. Si appartiene in feudo alla famiglia Caraffa, de’ principi di Roccella”. Nella parte opposta di Africo, e questa è la tesi di Costantino Romeo “Una squadra di pastori fondò molti secoli fa un altro paesello di nome Tignano, anzi gli anziani dicevano che combatterono contro gli arabi”. Dal nome Tignano nacque, secondo il Romeo, il termine “tignanisi” dato agli abitanti di Casalnuovo, che si conservò fino alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso.


I terremoti del 1905 e del 1908 danneggiarono gravemente la chiesa insieme a gran parte del paese. Di seguito la chiesa sarà ricostruita ex novo. Da altre fonti citate dal Palamara si desumono le seguenti altre notizie: “Il suo nome cambiò parecchie volte, passando da Casalnuovo a Casalnuovo d’Africo a Salvatore, a seconda dell’appartenenza al comune capoluogo di Bruzzano prima e Africo poi.

Nel 1815 Casalnuovo si stacca da Bruzzano per essere aggregato definitivamente ad Africo che, con l’accorpamento di Casalnuovo, raggiunge una popolazione di 1726 abitanti. Nel 1830, ci ricorda A. Oppedisano, il Vescovo di Gerace si interessa per far elevare Casalnuovo a comune autonomo smembrandolo da Africo; richiesta che non viene accolta perché… la popolazione della frazione non supera i mille abitanti.


Come Africo, anche Casalnuovo è stato gravemente danneggiato dall’alluvione che avvenne dal 15 al 20 ottobre del 1951, in cui morirono sei persone;  e poi, definitivamente, da quella, meno grave, del 1953. Le persone che hanno vissuto quel periodo, raccontano il susseguirsi delle piogge continue e lente che provocarono frane e trasportando a valle valanghe di detriti, fango e pietre dalle montagne adiacenti.

(FONTI: https://www.giuseppemorabito.it/casalnuovo.html )

 

LA RIFLESSIONE:

Casalinuovo, rappresenta tristemente quella parentesi mai interrotta dei centri interni dell’Asprmonte, abbandonati per necessità, per l’evolversi (o l’involversi dei tempi), per l’inerzia politica d’un tempo, che li ha fatto morire. Ed è utile oggi come oggi, tornare ad osservare, a contemplare quei resti che solitari e fragili rimangono a guardare il viandante che s’interroga su come sia potuto accadere che un popolo abbandoni per sempre le loro case.

Questi interrogativi servono e serviranno ad interrogarsi sul futuro, sulla nostra capacità di ascoltare e capire la storia di un passato non molto lontano, che ci ha attraversato velocemente e che attende una decelerazione sul contesto della conservazione del nostro patrimonio storico e culturale.

E’ sempre affascinante tornare a Casalinuovo, cogliere nel volto dei pastori quel senso di inquietudine e di estraneità al mondo contemporaneo. Bisognerebbe tornare spesso in questi luoghi, per resettare i nostri pensieri, riabituarci alla lentezza e al programmare il nostro futuro che appartiene alla montagna.

© Carmine Verduci

 

 

koinè

Koinè; una nuova stagione per Kalabria Experience

Kalabria Experience, inaugura, se pur virtualmente, una nuova stagione, che vuole essere un monito, un augurio, un linguaggio che unisce la CALABRIA in un unico fattore denominatore. #Koinè è un termine che vuole dar seguito a tutto ciò che in questi anni passati e grazie alle preziose collaborazioni di tutti i soggetti coinvolti; Associazioni, Guide, Aziende, Ricercatori, Fotografi, Video-maker in questo progetto, vuole ribadire quella mission legata all’identità di questa terra, culla di popoli e culture, terra di bellezza e di contraddizioni, di colori e di profumi. L’auspicio che noi possiamo augurare in questa nuova stagione è che la nostra Koinè culturale possa nuovamente tornare e parlarci nel cuore, trasferendoci ancora più forte, quell’amore che ogni giorno possiamo ri-dare al mondo, parlando di bellezza,di storie, di vita, di popoli e di riscatto!

koinè

KOINE’, perchè questo slogan?

La lingua greca comune, basata sul dialetto attico, che a partire dal IV° secolo a. C., con le conquiste di Filippo e di Alessandro il Macedone, si diffuse in tutto il Mediterraneo centro-orientale ellenizzato, limitando e quindi eliminando progressivamente le parlate e i dialetti locali. Quando la cultura greca si estese ai complessi organismi statali sorti sull’impero di Alessandro Magno, si affermò come lingua parlata e come lingua scritta e letteraria, imponendosi anche a parlanti di origine non greca; è alla base del greco moderno con le sue varietà dialettali. Per meglio intendersi è una lingua comune, come uso linguistico accettato e seguito da tutta una comunità nazionale e su un territorio piuttosto esteso, con caratteri uniformi, in contrapposizione ai dialetti locali e alle parlate regionali, territorialmente limitati e disformi.
E appunto, Kalabria Experience vuole essere una lingua comune, uno stile di vita, da poter essere compresa in tutto il mondo, e nel mondo diffondersi e radicarsi sotto una sua identità che accomuna il territorio ed il nostro sentire per questa terra meravigliosa che ci accoglie, che ha voglia di farsi capire, di farci innamorare…

Non abbiamo ancora redatto un calendario con le esperienze che caratterizzeranno questa stagione 2022, stiamo lavorando su un progetto binario a Koinè che speriamo possa vedere luce ad Aprile prossimo!

Ovviamente vi terremo aggiornati sui nostri canali social

Pietrapennata (Palizzi), Storia di un popolo venuto dal mare…

Pietrapennata è un piccolo borgo semiabbandonato che appartiene al comune di Palizzi in provincia di Reggio Calabria sorge a 670 metri sul livello del mare ai piedi del Monte Punta di Gallo. Le sue origini sono antichissime, come del resto la maggior parte dei borghi dell’entroterra Italiano, basti pensare che i primi abitanti furono dei popoli provenienti da Malta, come appunto testimoniano ricerche e idiomi ancora oggi in uso dalla popolazione locale, infatti gli abitanti di Pietrapennata vengono ancora oggi chiamate “martisi”.

Il borgo non ha una struttura urbana di tipo classico-medievale con castello e fortificazioni, ma nasce e si sviluppa come insediamento rurale che anticamente aveva generato dei profondi contrasti con la vicina Palizzi (oggi più comunemente chiamata Palizzi Superiore), tra gli abitanti dei due paesi infatti vi erano profonde divergenze date le culture, ma oggi poco conta questo. Esiste un legame giurisdizionale che lo accomuna a Palizzi Superiore ovvero; il lento e inesorabile spopolamento dovuto all’emigrazione che sta svuotando anche i pochi centri storici dell’entroterra Calabrese.
Giungendo al vecchio borgo di Pietrapennata si intravedono i ruderi delle antiche abitazioni sono Infatti percepibili nella parte bassa del Borgo dove si vedono ancora qua e là le mura di case costruite con pietra locale “marmo brecciato di Palizzi”

A far da cornice a questo borgo è sicuramente la “rocca di Sant’Ippolito” come una “piuma di pietra” deve aver affascinato molto anche Edward Lear che trovandosi a passare da queste parti scrive nel suo “Diario di un viaggio a piedi” anno 1847”

Oh, boschi rari di Pietrapennata! Io non ricordo di aver visto un più bel posto di quello della «roccia alata», nominata appropriatamente «piumata» com’è sin dalla base alla cima. 

Probabilmente è grazie a questo elemento naturale che il borgo ha preso il nome, o come suggeriscono gli anziani, deriverebbe dal termine in dialetto “pinnata” che significa “capanna” e appunto “pietra della capanna”. Quel che emerge da ricerche storico-archeologiche, è che nei pressi di Palizzi sorgeva un monastero, e che questo avesse a che fare con il Santuario della Madonna della Lica o dell’Alica (a circa 2 km di distanza da Pietrapennata) lo si deve alla teoria che quasi certamente, il monastero di Sant’Ippolito abbia in epoche successivamente dedicato lo stesso, alla Vergine della Lica, una statua in marmo di alabastro di scuola Gaginiana, che oggi è possibile ammirare nella chiesa dello Spirito Santo nel cuore del borgo.

La statua a mezzobusto della madonna pare sia arrivata sin qui dalla Sicilia e sbarcata miracolosamente nella marina di Palizzi, all’alba della battaglia di Lepanto, quando i cristiani sbaragliarono definitivamente l’avanzata Musulmana in occidente. Grazie alle ricerche storiche, possiamo certamente dire che la chiesa della Lica in effetti non fosse altro che una grangia dello stesso Monastero di Sant’Ippolito che cambiò il titolo in occasione dell’evento storico di Lepanto e dell’arrivo di questa statua.

Cronache storiche ci narrano anche della festa della madonna che ogni anno aveva luogo l’ 8 Maggio, con una grande fiera che i monaci organizzavano nella vallata antistante la chiesa, un evento di forte richiamo per le genti del territorio, che per fede e per necessità si recavano in carovana in questa valle che un tempo era coltivata, come ci dimostrano i muretti a secco che oggi cadenti e quasi scomparsi ci danno la prova certa di ciò che questo luogo è stato nei secoli addietro.

I Ruderi dell’ antica abbazia della Madonna della Lica sono ancora meta di appassionati ed escursionisti, oggi questo luogo vede centinaia di gruppi che scelgono di giungere sin qui per ammirare ciò che resta di quello che le cronache indicano un santuario con una forte importanza sul territorio. Sull’etimologia del nome Madonna della Lica o dell’Alica, alcune ipotesi dettate dal grande archeologo e storico “Domenico Minuto” asseriscono che il termine “Alica è Alicia” si trovavano già nel XVII° secolo e sembrano avvalorare la certezza che in quell’epoca nella bovesìa il significato della parola volgare “lega o Liga” era meno nota dell’attuale termine greco “Alithia” termine che ancora oggi è comune nell’area Ellenofona anche nelle varianti di Alìsia e Alìa che significa appunto “la verità”.

Chiunque giunge a Pietrapennata sicuramente si troverà di fronte un piccolo paesino ancora caratterizzato da piccole case umili in pietra locale, talvolta incastonate tra le rocce. Colpisce infatti la visione dello scenario intorno a questo posto, le case abbandonate, il silenzio, il vento, la rocca di Sant’Ippolito che maestosa e sinistra sembra imporsi in questo contesto, macchiato dalla modernità dei ripetitori piantati come alberi sulla cima di Punta Gallo.

Qui il silenzio a volte è sconvolgente, ti lascia quasi l’amaro in bocca quando te ne vai. Sicuramente giungere a Pietrapennata non è un viaggio organizzato, ma neanche adatto a chi ama la frenesia turistica di altri centri calabresi che rientrano tra le eccellenze turistiche del territorio. Ma giungere a Pietrapennata significa fare un salto nel passato, constatando che l’abbandono di questo borgo sta determinando la lenta morte di un Aspromonte che ancora custodisce dei tesori incompresi, delle perle che difficilmente le masse potranno cogliere, se non motivate da una forte necessità di comprendere questa terra.

Una terra fatta di persone che con forza resistono a quella modernità ingannevole che ha generato nel tempo una lenta ed inesorabile distruzione di popoli, di culture e di storia, che altrove avrebbero trovato senz’altro un motivo per rinascere in una nuova linfa vitale per questi luoghi.

Di ©Carmine Verduci

 

La via dei Borghi a Casignana (RC)

Domenica 28 Novembre andremo alla scoperta di uno dei luoghi più significativi della provincia di Reggio. La prima parte della giornata si svolgerà nella parte vecchia del borgo di Casignana dove una passeggiata fotografica ci permetterà di gustare gli scorci più nascosti di questo centro poco conosciuto.

Dopo la pausa pranzo (PRANZO A SACCO) partiremo (in macchina) alla volta delle meraviglie della villa di epoca romana della contrada Palazzi di Casignana dove la bellezza dei pavimenti musivi saprà rapirci occhi e anima.

Programma

10.00  Raduno e ritrovo in prossimità del piazzale del cimitero di Africo (RC)  LINK GOOGLE 
10.30 partenza verso il borgo di Casignana e passeggiata tra i vicoli del vecchio borgo
13.00 pranzo a sacco
14.30 dopo lo spostamento in macchina visiteremo la Villa Romana di Casignana

Costo esperienza:

20€ a persona (il costo comprende anche il biglietto d’accesso alla Villa)

Max partecipanti: 35

IMPORTANTE

Si ricorda che per accedere alla Villa c’è la necessità del green pass derivante da vaccino oppure di un tampone molecolare con esito negativo nelle 48 ore antecedenti all’ ingresso.

Attrezzatura per l’escursione:

Abbigliamento a strati e adatto al periodo, scarpe comode (CHIUSE), cappellino, ombrello, borraccia (1,5lt), k-way, pranzo o spuntino (A SACCO), macchina fotografica o smartphone, mascherina, gel igienizzante personali.

PER INFO E PRENOTAZIONI

Entro e non oltre il 27 Novembre telefonando al 3470844564 (fornendo nome e cognome del partecipante).

 

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